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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 21.1893

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De Rossi, Giovanni Battista; Gatti, Giuseppe: Miscellanea di notizie bibliografiche e critiche per la topografia e la storia dei monumenti di Roma, [7]
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https://doi.org/10.11588/diglit.13635#0208
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192

Miscellanea di notizie bibliografiche e eròtiche

f. 171 v. ('). Quivi riscrizione, di che si ragiona, è riferita nel
modo seguente (2) :

lictere templi veneris in calcarario.

...................EI •

...................ET-

...........IVSTJSSIMVS • ORVM '

.........PRECIPITVR • EFFICI

REFORMARI • Q^CONTIVS ■ INLVSTRIVS ■ Q ■ IVSSERVNT

Cotesto residuo di iscrizione imperiale relativa al restauro
d'una illustre opera publica è evidentemente male trascritto.
Nel codice Chigiano. già Altempsiano, I. VI. 203 f. 30- nella
linea 4a è forse meglio scritto PRAECIPITVR ■ REFICI. Nell'ul-
tima linea evidentemente si dee leggere : reformarique comptius
inlustriusque iussevunt. Si confronti l'iscrizione africana che dice:
felicissimorum invictissimorumque pvincìpum cura valutivi pro-
vinone praecepit ornavi (3). Cotesto titolo d'opera pubblica, pel
suo contesto, appartiene evidentemente agli ultimi secoli dell'im-
pero; al tempo in circa delle epigrafi del ristauro dei contigui
portici pompeiani fatto nel triennio 418-420 (4). Non è probabile,
che il pomposo titolo relativo all'edificio dagli imperatori cri-
stiani riformato comptius inlustriusque sia da riferirsi al tempietto
rotondo. Dovremo piuttosto attribuirlo ad un contiguo portico,
appartenente alla serie dei grandiosi porticati rinnovati e tra loro
congiunti dagli Augusti del secolo IV e del V, dei quali ha
trattato il Lanciani negli Annali dell'Istituto Arch. .Germ. 1883.
Ci resta però a definire il nome speciale di questo tratto del por-
tico in calcavari, da s. Nicola a' Cesarmi alla piazza del Gesù.

i1) V. de Rossi, Inscriptiones Christianae urbis Romae, pag- 317 e sgg.

(2) V. C.I.L. VI pag. XXVIIb.

(3) V. Eph. epigraphica. V pag. 365 n. 619.

(4) V. C. I. L. VI ii. 1193, 1676.
 
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