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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 37.1909

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Marucchi, Orazio: Il " lithostroton" di Silla riconosciuto nel tempio della Fortuna in Preneste
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https://doi.org/10.11588/diglit.14879#0073
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Il u lickostrolon » di Siila

69

Poi nel capo 61 parla dei pavimenta barbarica, e nel 62
dei substrata. quindi nel 63 del testaceum pavimentum, e final-
mente nel capo 64 dice che lithostrota coeptavere sub Sylla, e
cita senz'altro quello di Palestrina. Ora, non si può supporre che
quello scrittore così accurato, abbia posto insieme cogli altri pa-
vimenti, senza una speciale indicazione, questo grandioso ed in-
signe lavoro.

Infatti è noto che Plinio anche quando parlando di una qua-
lità di marmo o di bronzo nomina, * per incidens » un qualche
capolavoro dell'arte antica, ne rileva l'importanza o ne cita l'au-
tore. Ed è quindi certo che se egli avesse inteso parlare di questo
meraviglioso mosaico, avrebbe aggiunto una qualche parola per
accennarne il grande valore; e non è possibile che egli lo chia-
masse soltanto un « pavimento di pietra», tanto più che poco
prima egli aveva celebrato i pavimenti di Sosos in Pergamo
descrivendone l'arte finissima.

Ma del resto io credo che sia inutile insistere su questo
punto, giacché oggi i più autorevoli archeologi riconoscono che
il passo di Plinio non può in alcun modo applicarsi al mo-
saico Barberiniano ; il quale appartiene senza dubbio al ge-
nere dell'opus tessellatum, detto così perchè formato dalle
piccole tessellae o tesserae che noi diciamo dadi o cubetti.
E citerò a questo proposito le parole adoperate dal Gauckler
nel suo recentissimo articolo sui mosaici inserito nel grande
dizionario del Daremberg e Saglio: « En tout cas le lithostrote
executé par ordre de Sylla n'a pas le moindre rapport avec
la mosaique nilotique de Palestrina, qui remont au temps
d'Hadrien ».

Che cosa proprio si debba intendere per lithostroton, lo spiegò
assai bene l'Engelmann nel già citato lavoro, ove disse che era
un pavimento fatto con pezzi sottili di marmo; ed egli aggiunse
che questi pavimenti cominciarono con piccole lastre parvulis
crustis a tempo di Siila, ma che vi si adoperarono poi più tardi
 
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