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A. Solari
agricolo 1 è sorto a monte, in alto della valle del Savio, in
territorio quindi giuridicamente sapinate, in altre parole sar-
sinate prima, e mevaniolese poi 2. Per cui il borgo era com-
preso nel comune di Sarsina e, quando questa decadde, in quello
di Mevaniola, alla cui tribù, cioè la Stellatina, dovette pure es-
sere ascritto.
Tali condizioni giuridiche si mantennero immutate, anche
quando mutarono le condizioni economiche e topografiche del
luogo. Durante la romanizzazione del territorio a sud del Po,
il centro di Cesena dovette espandersi verso l'estremità del
Sapis, al suo sbocco nella valle dove proprio lo indirizzava la
nuova arteria stradale costruita dai Romani. Quivi, cioè sulle
alture di Garampo, si originò il Conciliabulum Caesenate, ed
in seguito sorse la civitas ed il Castrum, continuato nella Cae-
sena medievale 8.
Il nuovo impulso dato dalle nuove condizioni economiche a
Cesena ebbe per naturale conseguenza l'ampliamento urbano e
territoriale, e il suo sviluppo itinerario. Comunicazioni princi-
pali ebbe Cesena, per la via Emilia, con gli altri centri emi-
liani; lungo la valle del Savio con Balneum, nodo stradale
della regione Sapinate; per mezzo di una traversa, che si par-
1 È rilevato tale precipuo carattere per tutta la regione da Strabono,
V, 218. Nel caso di Cesena è lecito aggiungere che l'antichità in parti-
colare segnalava la viticoltura dell'agro cesenate (Caesenatia vina in
Plin., n. h., XIV, 6, 67) cosa del resto comune con tutta la regione
(tov ó'obou tò n\%^o; unvóouacv oc nt^ot; W^ot ^àp ^^ou; oixwv stai). Cfr. per
Faenza Varr., de re r., I, 2, 7; Plin., n. h., XIX, 1, 90. Secondo le no-
tizie che cortesemente mi ha fornito l'ing. Amilcare Zavatti di Cesena,
furono rinvenuti circa il 1830 gli ultimi avanzi di un tempietto sacro
al dio degli orti, Priapo. Questo culto testimonia e conferma, quanto per
altra via sappiamo, l'agricoltura e l'orticoltura del luogo.
2 V. Nissen, It. Landesk^ II, pag. 257 seg. Cfr. Strabone, V, 227.
8 II nome di Murata dato allo spazio racchiuso dalla cinta di mura
sta ad indicare l'area antica di fronte alla sua espansione esterna. Sulla
tarda origine dei comuni dell'Italia superiore v. De Sanctis, St. dei Rom.,
IV, pag. 424.
A. Solari
agricolo 1 è sorto a monte, in alto della valle del Savio, in
territorio quindi giuridicamente sapinate, in altre parole sar-
sinate prima, e mevaniolese poi 2. Per cui il borgo era com-
preso nel comune di Sarsina e, quando questa decadde, in quello
di Mevaniola, alla cui tribù, cioè la Stellatina, dovette pure es-
sere ascritto.
Tali condizioni giuridiche si mantennero immutate, anche
quando mutarono le condizioni economiche e topografiche del
luogo. Durante la romanizzazione del territorio a sud del Po,
il centro di Cesena dovette espandersi verso l'estremità del
Sapis, al suo sbocco nella valle dove proprio lo indirizzava la
nuova arteria stradale costruita dai Romani. Quivi, cioè sulle
alture di Garampo, si originò il Conciliabulum Caesenate, ed
in seguito sorse la civitas ed il Castrum, continuato nella Cae-
sena medievale 8.
Il nuovo impulso dato dalle nuove condizioni economiche a
Cesena ebbe per naturale conseguenza l'ampliamento urbano e
territoriale, e il suo sviluppo itinerario. Comunicazioni princi-
pali ebbe Cesena, per la via Emilia, con gli altri centri emi-
liani; lungo la valle del Savio con Balneum, nodo stradale
della regione Sapinate; per mezzo di una traversa, che si par-
1 È rilevato tale precipuo carattere per tutta la regione da Strabono,
V, 218. Nel caso di Cesena è lecito aggiungere che l'antichità in parti-
colare segnalava la viticoltura dell'agro cesenate (Caesenatia vina in
Plin., n. h., XIV, 6, 67) cosa del resto comune con tutta la regione
(tov ó'obou tò n\%^o; unvóouacv oc nt^ot; W^ot ^àp ^^ou; oixwv stai). Cfr. per
Faenza Varr., de re r., I, 2, 7; Plin., n. h., XIX, 1, 90. Secondo le no-
tizie che cortesemente mi ha fornito l'ing. Amilcare Zavatti di Cesena,
furono rinvenuti circa il 1830 gli ultimi avanzi di un tempietto sacro
al dio degli orti, Priapo. Questo culto testimonia e conferma, quanto per
altra via sappiamo, l'agricoltura e l'orticoltura del luogo.
2 V. Nissen, It. Landesk^ II, pag. 257 seg. Cfr. Strabone, V, 227.
8 II nome di Murata dato allo spazio racchiuso dalla cinta di mura
sta ad indicare l'area antica di fronte alla sua espansione esterna. Sulla
tarda origine dei comuni dell'Italia superiore v. De Sanctis, St. dei Rom.,
IV, pag. 424.