GIUSEPPE FIOCCO
Ma quanclo al loro partire venne a Padova Filippo Lippi, piu accessibile e piü suadente
a confronto del troppo severo e puro Paolo; tanto piü rinnovato e fecondo dell'arretrato
Dello; l'arte locale, ormai raffinata per le vie gotiche dagli esempi squisiti di Gentile da
Fabriano e di A. Pisano, era preparata. E Filippo Lippi, giuntovi intorno al 1433,
ne divenne, come ci prova l'Anonimo Morelliano, l'iniziatore fortunato, attraverso
Ausuino da Forli e Niccold Pizzolo1.
Avuta la vista fu piü Facile il servirsene con la freschezza degli occhi nuovi. Da cid la
grandissima importanza ehe va attribuita all'apparire nel Veneto, dopo la partenza di
fra Filippo (giä allontanatosene prima del 1437, come dimostra la bella pala datata
rivendicatagli dal Toesca a Corneto Tarquinia2) di Andrea del Castagno.
E' a lui ehe il giovanetto Andrea Mantegna, il fiore della scuola umanistica, mird con
l'occhio securo del genio. Come e ormai acquisito egli vi era nel 1442, e vi pote restare
sino al 1444; anno in cui lo troviamo di nuovo a Firenze3. Percid ogni traccia del suo
fervido ingegno; ogni sua pittura, dal segno feroce, specie se si pud sospettare antecedente
a questo periodo, o meglio ancora di questo periodo, va ricercata con il massimo desiderio.
E queste si riducono ai certi affreschi della cappella di S. Tarasio in S. Zaccaria e alla
problematica lunetta a musaico sulla porta di S. Teodoro, accanto a 8. Marco4.
Di tempo incerto, ma probabilmente fiorentino, e infine un bellissimo, aspro ritratto,
passato dai fratelli Duveen alla collezione Morgan di New York. E mi si e detto a Parigi
ehe gli stessi grandi antiquari sarebbero in possesso di una Pieta molto premantegnesca,
facente serie con la formella della National Gallery di Londra, rappresentante la Croci-
fissione. In tanta scarsezza di testimonianze del periodo veneto mi pare quindi utile condurre
l'attenzione degli studiosi sopra un fondo d'oro rappresentante questo stesso soggetto,
pubblicato dal Sig. Mason Perkins nell'Arte del 1914, come opera di Francesco Cossa5.
Tondo di circa 70 cm di diametro, che e oggi nella raccolta del Sig. Philip Lehman a
New York. Siamo anche per-questa Crocifissione di fronte a un'opera come la Morte di
Maria della Cappella dei Mascoli per cui si fu tanto incerti, se pensare a un vero e
proprio Andrea del Castagno precorrente il Mantegna, o un Mantegna preparato dal
Castagno. Dopo i dati che ho letti nell'ex Laboratorio dei Musaici, i dubbi non dovrebbero
1 Certo vi era nel x^F anno in cui si sa per documento che attendeva a un affresco della Madonna al Santo (cf. Gonzati,
La basilica di S. Antonio 1852. I—56 —256). Vi dovette slare parecchio tempo se dipinse la cappella del Podesta oggi
distrutta, con l'aiuto diAusuino da Forli e di Niccolo Pizzolo (Anonimo Morelliano, ed. Frizzoni-Bologna, 1884, p. 76).
2 P. Toesca — Una tavola di Filippo Lippi. Bollettino d'Arte 1917. 3 Per gli affreschi di S. Zaccaria a Venezia; datati
e firmati (i44A c' -G. Fiocco, Andrea del Castagno at Venice — Burlington Magazine, Gennaio 1922. Che fosse Andrea
di ritorno a Firenze si deduce dal Poggi: Il Duomo di Firenze, Berlino 1909. 4 Problematica, per quanto di chiaro
carattere castagnesco, per la minore evidenza che ha sempre un musaico e per essere questo incastrato entro un portale dei
primi del '500, proveniente dalla chiesa distrutta di S. Maria Nuova, ^ il 8. Teodoro. Nemmeno si puo dire si tratti proprio
di questo santo e non piuttosto di un 8. Giorgio. Per l'attribuzione cfr. C. Gamba, Dedalo, Agosto 1923. 5 M. Perkins,
Una Crocifissione di Francesco Cossa. L'Arte 1914, P- 222-3.
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Ma quanclo al loro partire venne a Padova Filippo Lippi, piu accessibile e piü suadente
a confronto del troppo severo e puro Paolo; tanto piü rinnovato e fecondo dell'arretrato
Dello; l'arte locale, ormai raffinata per le vie gotiche dagli esempi squisiti di Gentile da
Fabriano e di A. Pisano, era preparata. E Filippo Lippi, giuntovi intorno al 1433,
ne divenne, come ci prova l'Anonimo Morelliano, l'iniziatore fortunato, attraverso
Ausuino da Forli e Niccold Pizzolo1.
Avuta la vista fu piü Facile il servirsene con la freschezza degli occhi nuovi. Da cid la
grandissima importanza ehe va attribuita all'apparire nel Veneto, dopo la partenza di
fra Filippo (giä allontanatosene prima del 1437, come dimostra la bella pala datata
rivendicatagli dal Toesca a Corneto Tarquinia2) di Andrea del Castagno.
E' a lui ehe il giovanetto Andrea Mantegna, il fiore della scuola umanistica, mird con
l'occhio securo del genio. Come e ormai acquisito egli vi era nel 1442, e vi pote restare
sino al 1444; anno in cui lo troviamo di nuovo a Firenze3. Percid ogni traccia del suo
fervido ingegno; ogni sua pittura, dal segno feroce, specie se si pud sospettare antecedente
a questo periodo, o meglio ancora di questo periodo, va ricercata con il massimo desiderio.
E queste si riducono ai certi affreschi della cappella di S. Tarasio in S. Zaccaria e alla
problematica lunetta a musaico sulla porta di S. Teodoro, accanto a 8. Marco4.
Di tempo incerto, ma probabilmente fiorentino, e infine un bellissimo, aspro ritratto,
passato dai fratelli Duveen alla collezione Morgan di New York. E mi si e detto a Parigi
ehe gli stessi grandi antiquari sarebbero in possesso di una Pieta molto premantegnesca,
facente serie con la formella della National Gallery di Londra, rappresentante la Croci-
fissione. In tanta scarsezza di testimonianze del periodo veneto mi pare quindi utile condurre
l'attenzione degli studiosi sopra un fondo d'oro rappresentante questo stesso soggetto,
pubblicato dal Sig. Mason Perkins nell'Arte del 1914, come opera di Francesco Cossa5.
Tondo di circa 70 cm di diametro, che e oggi nella raccolta del Sig. Philip Lehman a
New York. Siamo anche per-questa Crocifissione di fronte a un'opera come la Morte di
Maria della Cappella dei Mascoli per cui si fu tanto incerti, se pensare a un vero e
proprio Andrea del Castagno precorrente il Mantegna, o un Mantegna preparato dal
Castagno. Dopo i dati che ho letti nell'ex Laboratorio dei Musaici, i dubbi non dovrebbero
1 Certo vi era nel x^F anno in cui si sa per documento che attendeva a un affresco della Madonna al Santo (cf. Gonzati,
La basilica di S. Antonio 1852. I—56 —256). Vi dovette slare parecchio tempo se dipinse la cappella del Podesta oggi
distrutta, con l'aiuto diAusuino da Forli e di Niccolo Pizzolo (Anonimo Morelliano, ed. Frizzoni-Bologna, 1884, p. 76).
2 P. Toesca — Una tavola di Filippo Lippi. Bollettino d'Arte 1917. 3 Per gli affreschi di S. Zaccaria a Venezia; datati
e firmati (i44A c' -G. Fiocco, Andrea del Castagno at Venice — Burlington Magazine, Gennaio 1922. Che fosse Andrea
di ritorno a Firenze si deduce dal Poggi: Il Duomo di Firenze, Berlino 1909. 4 Problematica, per quanto di chiaro
carattere castagnesco, per la minore evidenza che ha sempre un musaico e per essere questo incastrato entro un portale dei
primi del '500, proveniente dalla chiesa distrutta di S. Maria Nuova, ^ il 8. Teodoro. Nemmeno si puo dire si tratti proprio
di questo santo e non piuttosto di un 8. Giorgio. Per l'attribuzione cfr. C. Gamba, Dedalo, Agosto 1923. 5 M. Perkins,
Una Crocifissione di Francesco Cossa. L'Arte 1914, P- 222-3.
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