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Instytut Sztuki (Warschau) [Editor]; Państwowy Instytut Sztuki (bis 1959) [Editor]; Stowarzyszenie Historyków Sztuki [Editor]
Biuletyn Historii Sztuki — 66.2004

DOI issue:
Nr. 1-2
DOI article:
Miziołek, Jerzy: Henryka Hektora Siemiradzkiego wizja antyku: "Sąd Parysa" w Muzeum Narodowym w Warszawie
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.49354#0106
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Jerzy Miziolek

un'elaborazione monografica moderna. Le modeste
biografie accessibili nei dizionari o nelle enciclope-
die, menzionano la Legion d'Honneur assegnatagli,
ma tacciono sui vari importanti aspetti della sua atti-
vita artistica, come per esempio sulla sua presenza
nelle piu importanti pubblicazioni dell'arte dell'Ot-
tocento e del primo Novecento. Le qualita della pit-
tura di Siemiradzki e soprattutto la grande
conoscenza del pittore dell'epoca classica, sono sen-
za dubbio pari a quelli rappresentati da Alma
Tadema, attualmente molto apprezzato e non solo
dagli inglesi.
II giudizio di Paride di Henryk H. Siemiradzki,
firmato e datato (Roma 1892), non appartiene alle
sue opere piu' apprezzate (il. 1). Si trovava pero da
molti anni nell'esposizione permanente del Museo
Nazionale, anche se non e stato mai studiato in modo
approfondito. Ne scrisse tra 1'altro Stanisław R.
Lewandowski, che noto giustamente che si tratta di
una delle migliori opere di Siemiradzki. Tadeusz
Dobrowolski, nella sua grande Pittura polacca dei
tempi moderni, scrisse invece che il Giudizio di
Paride pud essere interpretato come una scena mito-
logica che rapresenta una specie di litigio. Nella
guida della Galleria della Pittura Polacca del Mu-
seo Nazionale di Varsavia troviamo infatti 1'espres-
sione di una notevole stima nei confronti della tela,
ma anche un'errata interpretazione della scena rap-
presentata. Qualcosa come un riassunto di questa
pubblicazione, sempre con un evidente sbaglio, era
presente fino a pochi mesi fa sulla tavoletta informa-
tiva esposta accanto alla tela, che diceva: "Una sce-
na mitologica: il principe di Troia Paride (a sinistra
sotto 1'albero) risolve la lite della pala d'oro tra Era,
Atena (a destra), e Afrodite (al centro). Avendo a
disposizione il potere regio, la fama di guerriero e la
moglie piu bella, Paride assegna la pala d'oro ad
Afrodite che a sua volta gli promette Elena, la mo-
glie del re di Sparta". Sorge pero la domanda se
davvreo Siemiradzki raffiguro su questo dipinto il
momento in cui la pala d'oro viene assegnata alla
dea dell'amore? Sembra che la tela esiga uno studio
approfondito ed un'analisi piu precisa del soggetto
rappresentato.
In alcune descrizioni del quadro ritroviamo
un'interpretazione secondo la quale la scena raffigu-
rata dovrebbe svolgersi su una terazza di un bene-
stante cittadino romano. In realta abbiamo a che fare
con una costruzione romana (oppure ellenistica) pre-
sente sulla destra con colonne e dipinti in stile
pompeiano. L'edificio peraltro sembra di essere
piuttosto una villa marittima con un giardino; tra le
chiome degli alberi e disteso un velum, ornato con
scene figurali con Nettuno che tiene un tridente per

proteggersi dai raggi del sole mediterraneo. Come in
altri suoi dipinti anche questa volta Siemiradzki raf-
figuro una scultura classicheggiante. In questo caso
si tratta di una statua di bronzo raffigurante un pe-
scatore con canna da pesca, collocata nella nicchia
della fontana accanto alla villa. Stanisław R.
Lewandowski noto giustamente che il dipinto ha il
carattere di una decisa maniera decorativa. La com-
posizione e particolarmente ampia e visibilmente
divisa in tre parti.
A destra vediamo due dee vestite all'antica -
Minerva armata di una lancia, di uno scudo con un
motivo di gorgone e un elmo con il cimiero, e accan-
to a lei Giunone con lo scettro nella mano destra e un
diademad'oro fissato nei capelli nerissimi (il. 2). Le
dee sono scontente, il che e ben visibile dai gesti che
fanno e dai volti pieni di sconcerto. Le divine bellez-
ze sono accompagnate da due giovani guerrieri non
meno belli. Le stelle d'oro che brillano sopra le teste
dei giovani non lasciano dubbi che questi sono ap-
punto i Dioscuri, i fratelli gemelli di Elena. Al centro
della tela e rappresentata Venere, seminuda, con la
mela d'oro nella mano destra levata in su (il. 3). La
dea e accompagnata da tre amori alati, armati di ar-
chi e frecce, e cinque bellissime fanciulle. Una di
loro, come Flora nella Primavera di Botticelli, spar-
ge fiori davanti alla dea, mentre 1'altra mette la coro-
na sul capo di Venere. Altre ragazze si tengono per
mano e ballano. E questa infatti una specie di
pantonima, come osservo gia Stanisław R.
Lewandowski, e dopo di łui 1'autrice della descri-
zione del dipinto nella Guida della pittura polacca.
Nel gruppo di persone raffigurate a sinistra non
ritroviamo Paride (il. 4). 11 giovane vestito di bianco
con la corona sul capo e la mano sinistra alzata in su
non e il principe di Troia, piuttosto uno dei testimoni
dell'avvenimento o di una messa in scena teatrale
descritta da un autore antico, della quale ci occupe-
remo fra poco. Anche Paride pero e presente sulla
tela. Lo vediamo tra le figure in secondo piano, con
un copricapo, vestito di bianco che si mette a sedere
su un trono collocato su un piedistallo (il. 5). Paride
e circondato da un gruppo di persone e di animali
collocati tra Giunone, Minerva ed i Dioscuri e tra il
corteo con Venere trionfante. Sul trono del pastore si
appoggia Mercurio seminudo con un copricapo ala-
to e un caduceo nella mano destra. Davanti al pasto-
re-giudice stanno le capre e un montone che porta
sulle corna la corona di fiori messi dalle fanciulle
che ballano. Vediamo dunque che il quadro rappre-
senta piuttosto una scena del Trionfo di Venere e non
11 giudizio di Paride. Questa interpretazione dell'av-
venimento mitico che provoco la guerra di Troia
sembra essere unica nell'arte europea. Sorgono cosi
delle domande : da dove 1'artista prese 1'idea per
questa raffigurazione del tutto originale di un sog-
 
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