Non abbiamo prove certe e univoche che Idillio romano e altri simili si
riferiscano agli anni del governo etrusco, a Roma e in quasi tutta 1’Italia,
paragonabili alPeta dell’oro, e non alla Roma repubblicana. Gli elementi del
ąuadro precedentemente analizzati: la modesta architettura, le vesti, il vaso
a figurę rosse, la forma del copricapo frigio indicherebbero il periodo
classico, cioe V e IV sec. come tempi nei quali si sarebbe svolta la nostra scena.
Essa corrisponde ai tempi d’oro della cultura greca. Tuttavia in Italia questi
sono i tempi della prima repubblica eon le devastanti guerre di Etruschi,
Romani, Greci, Galii, Sanniti, Cartaginesi, ecc. Di sicuro non erano i tempi
dei regni di Giano e Saturno, tempi di pace e di benessere aureo. Tali tempi,
in riferimento alla storia delEltalia centrale, sarebbero immaginabili
esclusivamente nel precedente periodo della talassocrazia etrusca, cioe nei
secoli VII e VI a.C.
L’accettazione della visione cristiana della storia, eon la sua principale
cesura, provocata dalia nascita di Cristo, la preparazione filologica e storica
e soprattutto la lettura delle opere degli storici e degli scrittori del primo
Impero, che rappresentavano il punto di vista del Senato, le simpatie
repubblicane, forsę popolari nella tradizione polacca, consolidate e rafforzate
a causa della caduta della Polonia e dei governi dispotici degli zar, inducevano
forsę Siemiradzki a riconoscere la cultura romana non soltanto dei tempi del
principato, ma in generale dellTmpero, come un periodo di decadenza
morale, in opposizione alla storia della Prima Italia, severa, casta moralmente
e patriottica.35 Gli Etruschi in quest’ottica non sono piu gli obesi e pingui
rappresentanti della vecchia e decadente razza, ai quali si puó concedere
interesse per Parte, ma di sicuro non la liberta governativa, come erano
considerati nei tempi tardo-repubblicani. Seguendo le orme dei senatori
oppositori di Gaio e Nerone essi diventano per il nostro artista rappresentanti
delle virtu tradizionali delldtalia antica, che impersonavano Pamore per la
liberta, le virtu tradizionali, coltivate nella vita semplice e modesta, in
armonia eon la natura.
Tradotto da Alessandra Tomasello
35 W. Dobrowolski, op. cit., pp. 10-15. In riferimento alle opinioni che univano la corrotta Roma
Imperiale eon lo stato degli zar: J. Axer, Rzym w Quo vadis. Cztery paradoksy, in Wokół “Quo
vadis?”, op. cit., pp. 51-52. Sulla necessita patriottica di collegare i territori dell’Impero eon
i territori delPodierna Polonia: J. Kolendo, Czy Ligia była Polką? Wątek patriotyczny iv Quo
vadis, in Wokół “Quo vadis?”, op. cit, pp. 42-46.
riferiscano agli anni del governo etrusco, a Roma e in quasi tutta 1’Italia,
paragonabili alPeta dell’oro, e non alla Roma repubblicana. Gli elementi del
ąuadro precedentemente analizzati: la modesta architettura, le vesti, il vaso
a figurę rosse, la forma del copricapo frigio indicherebbero il periodo
classico, cioe V e IV sec. come tempi nei quali si sarebbe svolta la nostra scena.
Essa corrisponde ai tempi d’oro della cultura greca. Tuttavia in Italia questi
sono i tempi della prima repubblica eon le devastanti guerre di Etruschi,
Romani, Greci, Galii, Sanniti, Cartaginesi, ecc. Di sicuro non erano i tempi
dei regni di Giano e Saturno, tempi di pace e di benessere aureo. Tali tempi,
in riferimento alla storia delEltalia centrale, sarebbero immaginabili
esclusivamente nel precedente periodo della talassocrazia etrusca, cioe nei
secoli VII e VI a.C.
L’accettazione della visione cristiana della storia, eon la sua principale
cesura, provocata dalia nascita di Cristo, la preparazione filologica e storica
e soprattutto la lettura delle opere degli storici e degli scrittori del primo
Impero, che rappresentavano il punto di vista del Senato, le simpatie
repubblicane, forsę popolari nella tradizione polacca, consolidate e rafforzate
a causa della caduta della Polonia e dei governi dispotici degli zar, inducevano
forsę Siemiradzki a riconoscere la cultura romana non soltanto dei tempi del
principato, ma in generale dellTmpero, come un periodo di decadenza
morale, in opposizione alla storia della Prima Italia, severa, casta moralmente
e patriottica.35 Gli Etruschi in quest’ottica non sono piu gli obesi e pingui
rappresentanti della vecchia e decadente razza, ai quali si puó concedere
interesse per Parte, ma di sicuro non la liberta governativa, come erano
considerati nei tempi tardo-repubblicani. Seguendo le orme dei senatori
oppositori di Gaio e Nerone essi diventano per il nostro artista rappresentanti
delle virtu tradizionali delldtalia antica, che impersonavano Pamore per la
liberta, le virtu tradizionali, coltivate nella vita semplice e modesta, in
armonia eon la natura.
Tradotto da Alessandra Tomasello
35 W. Dobrowolski, op. cit., pp. 10-15. In riferimento alle opinioni che univano la corrotta Roma
Imperiale eon lo stato degli zar: J. Axer, Rzym w Quo vadis. Cztery paradoksy, in Wokół “Quo
vadis?”, op. cit., pp. 51-52. Sulla necessita patriottica di collegare i territori dell’Impero eon
i territori delPodierna Polonia: J. Kolendo, Czy Ligia była Polką? Wątek patriotyczny iv Quo
vadis, in Wokół “Quo vadis?”, op. cit, pp. 42-46.