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in Berlin nella 2* dispensa dei Mitteilungen des Kunsthistorischen Insti-
tuts in Florenz (Berlin, Bruno Cassirer, 1909, pp. 53-76, in-4, con figure)
e nella 3a dispensa Ein altflorentiner Kunstverlag (Ib. pp. 97-110);
Ch. HUELSEN, Ansicht von Florenz im Kgl. Kupferstichkabinete und ihr
Vorbild nello Jahrbuch berlinese sopra cit., XXXV, 1914, pp. 90-102;
P. N. Ferri, Di una stampa unica riguardante la topografia fioren-
tina, Firenze, L. S. Olschki, 1912, in-8 p. 5 con 2 tav., estr. dalla
Rivista d'arte del Poggi (e anche con aggiunta e titolo diverso ne
La Bibliofilia dell'Olschki, a. XVII, disp. 11-12, febbr.-marzo 1916,
pp. 450-53, con 2 facs.) ; G. Boffito, Intorno alla più antica veduta
di Firenze e al suo autore, negli Atti dell' VIII Congresso Geografico
Italiano, vol. II, pp. 245-254, con 1 tav. rip.
Della storia anteriore e delle vicende prime di questa carta
nulla di positivo sappiamo: non che studiata, non si trova mai ci-
tata 0 menzionata da alcuno; e solo si può vedere un accenno ad
essa in un inventario, fatto primamente conoscere da Jodoco Del
Badia, La bottega di Alessandro di Francesco Rosselli mereiaio stam-
patore (nella sua Miscellanea fiorentina d'erudizione e di storia, vol. II,
n. 14, pp. 24-30, Firenze, 1894). Si tratta d'un inventario delle robe
0 masserizie appartenenti agli eredi di Alessandro di Francesco
Rosselli soprannominato Matassa, inventario che si conserva nella
filza 190 n. 52 del Magistrato dei Pupilli nell'Archivio fiorentino di
Stato; e reca la data del 14 febbraio 1527, cambiata poi in quella
del 24 marzo. Alessandro, fratello meno famoso di Cosimo Ros-
selli, era stato pittore, miniatore e stampatore, ma non pare che alla
sua morte abbia lasciato altro agli eredi minorenni se non che la
bottega, con tutte le forme e le stampe e le merci svariatissime
che v'erano dentro, e... un colombaio. L'inventario ci offre appunto
l'enumerazione di tutte le masserizie del colombaio e di tutte le
merci e forme e stampe di bottega. Tra queste ultime troviamo
elencata, ed è quello che a noi più importa, una Firenze di sei fogli
reali (pezzi due) che potrebbe ben essere la veduta berlinese, seb-
bene l'aggiunta (posteriore?) «pezzi due» possa d'altra parte farne
un tantino dubitare. Ai pupilli eredi (aggiungiamo, poiché non sarà
inutile a dichiarare la terminologia di fogli reali ivi adoperata)
venne in soccorso lo zio Del Pecchia, il quale prese ad esercitare
l'officina con patti per loro vantaggiosi, come risulta da una Con-
venzione del 5 marzo 1527 (stile fiorentino, cioè 1528) ricavata e pub-
blicata (Ib. pp. 29-30) dal Del Badia dalla Filza di atti e sentenze
22 aprile 1529, in forza della quale tra Giovanni Domenico di Fi-
lippo, attore (tutore) degli eredi, e Iacopo di Marco del Pecchia zio,
in Berlin nella 2* dispensa dei Mitteilungen des Kunsthistorischen Insti-
tuts in Florenz (Berlin, Bruno Cassirer, 1909, pp. 53-76, in-4, con figure)
e nella 3a dispensa Ein altflorentiner Kunstverlag (Ib. pp. 97-110);
Ch. HUELSEN, Ansicht von Florenz im Kgl. Kupferstichkabinete und ihr
Vorbild nello Jahrbuch berlinese sopra cit., XXXV, 1914, pp. 90-102;
P. N. Ferri, Di una stampa unica riguardante la topografia fioren-
tina, Firenze, L. S. Olschki, 1912, in-8 p. 5 con 2 tav., estr. dalla
Rivista d'arte del Poggi (e anche con aggiunta e titolo diverso ne
La Bibliofilia dell'Olschki, a. XVII, disp. 11-12, febbr.-marzo 1916,
pp. 450-53, con 2 facs.) ; G. Boffito, Intorno alla più antica veduta
di Firenze e al suo autore, negli Atti dell' VIII Congresso Geografico
Italiano, vol. II, pp. 245-254, con 1 tav. rip.
Della storia anteriore e delle vicende prime di questa carta
nulla di positivo sappiamo: non che studiata, non si trova mai ci-
tata 0 menzionata da alcuno; e solo si può vedere un accenno ad
essa in un inventario, fatto primamente conoscere da Jodoco Del
Badia, La bottega di Alessandro di Francesco Rosselli mereiaio stam-
patore (nella sua Miscellanea fiorentina d'erudizione e di storia, vol. II,
n. 14, pp. 24-30, Firenze, 1894). Si tratta d'un inventario delle robe
0 masserizie appartenenti agli eredi di Alessandro di Francesco
Rosselli soprannominato Matassa, inventario che si conserva nella
filza 190 n. 52 del Magistrato dei Pupilli nell'Archivio fiorentino di
Stato; e reca la data del 14 febbraio 1527, cambiata poi in quella
del 24 marzo. Alessandro, fratello meno famoso di Cosimo Ros-
selli, era stato pittore, miniatore e stampatore, ma non pare che alla
sua morte abbia lasciato altro agli eredi minorenni se non che la
bottega, con tutte le forme e le stampe e le merci svariatissime
che v'erano dentro, e... un colombaio. L'inventario ci offre appunto
l'enumerazione di tutte le masserizie del colombaio e di tutte le
merci e forme e stampe di bottega. Tra queste ultime troviamo
elencata, ed è quello che a noi più importa, una Firenze di sei fogli
reali (pezzi due) che potrebbe ben essere la veduta berlinese, seb-
bene l'aggiunta (posteriore?) «pezzi due» possa d'altra parte farne
un tantino dubitare. Ai pupilli eredi (aggiungiamo, poiché non sarà
inutile a dichiarare la terminologia di fogli reali ivi adoperata)
venne in soccorso lo zio Del Pecchia, il quale prese ad esercitare
l'officina con patti per loro vantaggiosi, come risulta da una Con-
venzione del 5 marzo 1527 (stile fiorentino, cioè 1528) ricavata e pub-
blicata (Ib. pp. 29-30) dal Del Badia dalla Filza di atti e sentenze
22 aprile 1529, in forza della quale tra Giovanni Domenico di Fi-
lippo, attore (tutore) degli eredi, e Iacopo di Marco del Pecchia zio,