-( 5 )-
i) lanciati a gran corsa, si notano rappresentati con ispeciale cura i finimenti
P no ^ &iogo dei due di mezzo con prospettiva però assai sbagliata. Davanti
:ssi apparisce lo spaventoso servo di Plutone: Caronte dagli orecchi ferini,
un serpe avvolto al braccio sin. e con la solita arma rovesciata (del mar-
4.-11
non è espresso che il solo fusto) nella d. Delle ali, ond' è provvisto, 1' artefice
n ha espresso che una sola, quella sin. cioè, che si vede sopra 1' attiguo fianco
urna, munita di un grand' occhio. Sotto i cavalli si vede un demone marino
simile a quello ovvio nel rilievo n. i, ma barbato e con orecchi ferini; in una delle
e ah spiegate evvi nuovamente un occhio umano.
ul fianco d. dell urna (b), appresso all' ala di Caronte, è rappresentato un uomo
piedi, tutt' inviluppato nel manto, senza dubbio un' anima abitante 1' Orco
- si dirige 1' uomo sulla quadriga, nel lato nobile. V altro fianco (a) ci fa vedere,
una dalle solite sembianze ed in atteggiamento pieno di fierezza, con l'attributo
Piuttosto raro d' una lancia nella mano d.
CAP. II.
DEMONE DALL' ARATRO (COSIDDETTO ECHETLO).
Il soggetto, di cui si tratta in questo capitolo, trovasi rappresentato su urne
terrane e chiusine, cui si aggiunge una sola di Perugia; e per i numerosi esemplari
erracotta riprodotti a stampa, di fabbrica chiusina, si può dire uno dei più comuni
a tutta la classe delle urne etrusche. Lasciando da parte gli accessori, 1' essenziale
tatto è dappertutto lo stesso: Un giovane di aspetto eroico e di forze più che natu-
!> per lo più nudo o quasi, si è precipitato all' improvviso fra una schiera di guer-
1 e, sprovvisto delle solite armi guerresche, ne fa strage per mezzo d'un aratro.
rilievi volterrani, che prendiamo ad esaminare per i primi, conformi agli
nell insieme, ne differiscono in ciò: che il protagonista si muove da sin. a d.,
al K
accio sin. porta uno scudo, maneggiando 1' aratro con la sola d. come una
iancia.
'"» I- Museo di Volterra n. 337; 1. 0,60; Inghirami M. E. I, 64. Tutta la
e lntei"iore del rilievo è distrutta ed alle due figure laterali manca inoltre la
CGSl"3 TI
protagonista mette il ginocchio sopra un guerriero corazzato giacente
ni« Un compagno di quest' ultimo, in piedi, nudo, ma armato di scudo e
zonio, prende campo per vibrare all' eroe aggressore un colpo di spada. Un
a o., vestito di esomide, con le due mani par che regga un' asta (non espressa)
posizione quasi orizzontale e diretta verso il centro (vedi n. 2) ; gli corrisponde un
i) lanciati a gran corsa, si notano rappresentati con ispeciale cura i finimenti
P no ^ &iogo dei due di mezzo con prospettiva però assai sbagliata. Davanti
:ssi apparisce lo spaventoso servo di Plutone: Caronte dagli orecchi ferini,
un serpe avvolto al braccio sin. e con la solita arma rovesciata (del mar-
4.-11
non è espresso che il solo fusto) nella d. Delle ali, ond' è provvisto, 1' artefice
n ha espresso che una sola, quella sin. cioè, che si vede sopra 1' attiguo fianco
urna, munita di un grand' occhio. Sotto i cavalli si vede un demone marino
simile a quello ovvio nel rilievo n. i, ma barbato e con orecchi ferini; in una delle
e ah spiegate evvi nuovamente un occhio umano.
ul fianco d. dell urna (b), appresso all' ala di Caronte, è rappresentato un uomo
piedi, tutt' inviluppato nel manto, senza dubbio un' anima abitante 1' Orco
- si dirige 1' uomo sulla quadriga, nel lato nobile. V altro fianco (a) ci fa vedere,
una dalle solite sembianze ed in atteggiamento pieno di fierezza, con l'attributo
Piuttosto raro d' una lancia nella mano d.
CAP. II.
DEMONE DALL' ARATRO (COSIDDETTO ECHETLO).
Il soggetto, di cui si tratta in questo capitolo, trovasi rappresentato su urne
terrane e chiusine, cui si aggiunge una sola di Perugia; e per i numerosi esemplari
erracotta riprodotti a stampa, di fabbrica chiusina, si può dire uno dei più comuni
a tutta la classe delle urne etrusche. Lasciando da parte gli accessori, 1' essenziale
tatto è dappertutto lo stesso: Un giovane di aspetto eroico e di forze più che natu-
!> per lo più nudo o quasi, si è precipitato all' improvviso fra una schiera di guer-
1 e, sprovvisto delle solite armi guerresche, ne fa strage per mezzo d'un aratro.
rilievi volterrani, che prendiamo ad esaminare per i primi, conformi agli
nell insieme, ne differiscono in ciò: che il protagonista si muove da sin. a d.,
al K
accio sin. porta uno scudo, maneggiando 1' aratro con la sola d. come una
iancia.
'"» I- Museo di Volterra n. 337; 1. 0,60; Inghirami M. E. I, 64. Tutta la
e lntei"iore del rilievo è distrutta ed alle due figure laterali manca inoltre la
CGSl"3 TI
protagonista mette il ginocchio sopra un guerriero corazzato giacente
ni« Un compagno di quest' ultimo, in piedi, nudo, ma armato di scudo e
zonio, prende campo per vibrare all' eroe aggressore un colpo di spada. Un
a o., vestito di esomide, con le due mani par che regga un' asta (non espressa)
posizione quasi orizzontale e diretta verso il centro (vedi n. 2) ; gli corrisponde un