DOI article:
Martini, P.: Iscrizione di Lucifero
DOI Page / Citation link: https://doi.org/10.11588/diglit.10809#0135
nome di Lucifera, e la terza, quello di Lucifero prete, come
si rileva dal Bonfant, triumpho de los santos de Cerdena,
a pag. $4fó kè$t 366.
Come più volte io scrissi, se di quest'opera del Bonfant
la sana critica non può tener conto, onde credere che tutte
le iscrizioni riportatevi accennino a corpi di santi martiri,
essa per altro non è da obliare nel rispetto della fede che
yì si fa della discoperta delle lapidi mortuarie colà de-
scritte. L' errore di quello scrittore consiste soltanto nello
strano suo chimerizzare , coli' intento di accrescere il cata-
logo dei martiri della chiesa sarda.
Frattanto non può negarsi che le cinque iscrizioni ab-
biano relazione colla memoria del grande vescovo caglia-
ritano Lucifero, che tanto onorò il cattolicismo nel secolo
IV ed è venerato sugli altari dalla chiesa di Cagliari.
Non è mia intenzione d' internarmi nella grave questione
della santità di Lucifero. Quando la chiesa non F ha tut-
tora definita, non rimane altro se non che ricordare gli
argomenti dell' antichità del culto religioso prestato alla di
lui memoria.
Mentre è manifestamente cristiana la prima iscrizione
esistente nel museo, e lo è forse alcuna delle altre quattro:
e mentre nella cattedra cagliaritana sedeva nel 4<H un pre-
lato che passò ai posteri col nome di Lucifero II, facile
sarebbe lo argomentare che intanto questo nome fosse stato
assunto dai cristiani sardi, in quantochè avrebbero tenuto
per santo l'illustre vescovo Lucifero I. Se non che migliori
argomenti della riconosciuta santità sua è conceduto di
trarre dalle famose carte d' Arborea.
Queste ci raccontano che un Giusto successore di Luci-
fero I scriveva un libro sopra la di lui vita ed i di lui
miracoli, che fu bruciato dagli Arabi nelle prime inva-
sioni del secolo Vili. Ci chiariscono anche che a Luci-
fero I Veniva inalzato uri tempio a Cagliari in prossimità
si rileva dal Bonfant, triumpho de los santos de Cerdena,
a pag. $4fó kè$t 366.
Come più volte io scrissi, se di quest'opera del Bonfant
la sana critica non può tener conto, onde credere che tutte
le iscrizioni riportatevi accennino a corpi di santi martiri,
essa per altro non è da obliare nel rispetto della fede che
yì si fa della discoperta delle lapidi mortuarie colà de-
scritte. L' errore di quello scrittore consiste soltanto nello
strano suo chimerizzare , coli' intento di accrescere il cata-
logo dei martiri della chiesa sarda.
Frattanto non può negarsi che le cinque iscrizioni ab-
biano relazione colla memoria del grande vescovo caglia-
ritano Lucifero, che tanto onorò il cattolicismo nel secolo
IV ed è venerato sugli altari dalla chiesa di Cagliari.
Non è mia intenzione d' internarmi nella grave questione
della santità di Lucifero. Quando la chiesa non F ha tut-
tora definita, non rimane altro se non che ricordare gli
argomenti dell' antichità del culto religioso prestato alla di
lui memoria.
Mentre è manifestamente cristiana la prima iscrizione
esistente nel museo, e lo è forse alcuna delle altre quattro:
e mentre nella cattedra cagliaritana sedeva nel 4<H un pre-
lato che passò ai posteri col nome di Lucifero II, facile
sarebbe lo argomentare che intanto questo nome fosse stato
assunto dai cristiani sardi, in quantochè avrebbero tenuto
per santo l'illustre vescovo Lucifero I. Se non che migliori
argomenti della riconosciuta santità sua è conceduto di
trarre dalle famose carte d' Arborea.
Queste ci raccontano che un Giusto successore di Luci-
fero I scriveva un libro sopra la di lui vita ed i di lui
miracoli, che fu bruciato dagli Arabi nelle prime inva-
sioni del secolo Vili. Ci chiariscono anche che a Luci-
fero I Veniva inalzato uri tempio a Cagliari in prossimità