4o
può più essere messa in dubbio da quelle persone che vo-
gliono darsi la pena di confrontare tra di loro quei do-
cumenti , sottoponendoli ad un serio esame, scevro di si-
stematica idea preventiva, io, che feci plauso a tali im-
portantissime scoperte, non intendo incorrere la taccia di
uomo inconseguente ed avverso a quei medesimi scritti, se,
per amor di verità, imprendo a combattere una opinione
in molti di essi riprodotta , spettante alla remotissima an-
tichità dell'introduzione del culto egizio nell'isola di Sardegna.
Anzitutto intendo rinnovare una protesta che già feci a
più riprese nel mio Itinerario di Sardegna , recentemente
pubblicato, quella cioè che ritenendo per buone le Perga-
mene , ed i Codici cartacei sopradetti, ho piena fiducia in
ciò che contengono sui tempi vicini a quelli in cui vennero
scritti, ma che non così io posso pensare di alcune notizie
che si riferiscono ad epoche più remote , ed anteriori al-
l' occupazione cartaginese, in cui comincia la vera Storia.
Tutti gli autori antichi, tanto Greci che Romani , ed
anche nazionali , come sarebbero Sernesto e Severino , dei
quali si ha ora memoria , i quali trattarono delle prime
Colonie giunte in Sardegna , e delle fondazioni delle anti-
che città nell' Isola , non fanno parola di Egiziani, fuor-
ché Tacito, il quale, parlando dei quattromila liberti Egi
ziani e Giudei spediti nell' Isola al tempo di Tiberio , tro
WbPe5ofì£P di T^tione, trattandosi di un' epoca
comparativamente assai recente.
La prima notizia di tal genere che ne abbiamo, la ri-
caviamo dal famoso Ritmo latino , scritto da Deletone di
Cagliari, sotto il regno di Gialeto , nel principio dell'Vili
s^jofl^irSmmm 11 Poeta si esprime.
32. Et vos primimi o Phoenices - qui invenistis insulam
jZ. Atque postea conduxistis -gentes et populos,
m 3hqEtsMÉ9niMf J&Ès-et multos Ae8JPtios:
\}1J
può più essere messa in dubbio da quelle persone che vo-
gliono darsi la pena di confrontare tra di loro quei do-
cumenti , sottoponendoli ad un serio esame, scevro di si-
stematica idea preventiva, io, che feci plauso a tali im-
portantissime scoperte, non intendo incorrere la taccia di
uomo inconseguente ed avverso a quei medesimi scritti, se,
per amor di verità, imprendo a combattere una opinione
in molti di essi riprodotta , spettante alla remotissima an-
tichità dell'introduzione del culto egizio nell'isola di Sardegna.
Anzitutto intendo rinnovare una protesta che già feci a
più riprese nel mio Itinerario di Sardegna , recentemente
pubblicato, quella cioè che ritenendo per buone le Perga-
mene , ed i Codici cartacei sopradetti, ho piena fiducia in
ciò che contengono sui tempi vicini a quelli in cui vennero
scritti, ma che non così io posso pensare di alcune notizie
che si riferiscono ad epoche più remote , ed anteriori al-
l' occupazione cartaginese, in cui comincia la vera Storia.
Tutti gli autori antichi, tanto Greci che Romani , ed
anche nazionali , come sarebbero Sernesto e Severino , dei
quali si ha ora memoria , i quali trattarono delle prime
Colonie giunte in Sardegna , e delle fondazioni delle anti-
che città nell' Isola , non fanno parola di Egiziani, fuor-
ché Tacito, il quale, parlando dei quattromila liberti Egi
ziani e Giudei spediti nell' Isola al tempo di Tiberio , tro
WbPe5ofì£P di T^tione, trattandosi di un' epoca
comparativamente assai recente.
La prima notizia di tal genere che ne abbiamo, la ri-
caviamo dal famoso Ritmo latino , scritto da Deletone di
Cagliari, sotto il regno di Gialeto , nel principio dell'Vili
s^jofl^irSmmm 11 Poeta si esprime.
32. Et vos primimi o Phoenices - qui invenistis insulam
jZ. Atque postea conduxistis -gentes et populos,
m 3hqEtsMÉ9niMf J&Ès-et multos Ae8JPtios:
\}1J