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Canina, Luigi
Gli edifizj di Roma antica: cogniti per alcune importanti reliquie descritti e dimostrati nell'intera loro architettura (Volume 1): Testo: mure et porte, tempi, fori, basiliche e portici — Roma: dai tipi dello stesso Canina, 1848

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https://doi.org/10.11588/diglit.55430#0055

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CLASSE I. MURA E PORTE 51
stessa seguendo la comune lezione del testo di Vopisco. Serve poi a troncare ogni questione sulla mede-
sima interpretazione quanto venne indicato da Fozio sull’autorità di Olimpiodoro storico del quarto secolo
dell’era volgare, cioè che nel tempo in cui i goti fecero le prime incursioni verso Roma, sotto l’impero
di Onorio, furono misurate le mura di questa città dal geometra Aminone e si trovarono stendersi a mi-
glia ventuna (56) -, imperocché comprendendo le aggiunzioni che furono successivamente fatte da Probo,
quelle che vennero prodotte dalle anzidetto opere di anteriore costruzione ridotte a servire di mura, e
quelle fatte nel seguito sotto l’impero di Onorio, si trova la cinta della città nell’una e nell’altra parte del
Tevere essersi benissimo distesa nella accennata misura di miglia ventuno. Nè può credersi che dal tempo
in cui tenne l’impero Aureliano a quello di Onorio, si sia potuto distruggere un recinto di mura che si
stendeva a cinquanta miglia, come trovasi accennato nel comune testo di Vopisco, e costruirne altro inte-
ramente di nuovo di miglia ventuno, ed ancor meno ridursi a dodici soltanto, come si pretese dimostrare
per sostenere una opinione veramente insussistente. Nel tempo in cui Arcadio ed Onorio ressero l’impero,
seguendo i consigli di Flavio Stilicene capo di tutte le milizie e colla cura di Flavio Macrobio Longi-
niano prefetto di Roma, come in particolare trovasi dichiarato nelle iscrizioni che furono poste su diverse
porte della stessa cinta di mura, si dovettero bensì fare diverse grandi riparazioni ed anche alcune
aggiunzioni, ed in particolare diverse porte costrutte di nuovo, ma non mai edificare un recinto di mura
differente in tutto da quello stabilito da Aureliano; perchè si dicono in tali iscrizioni essere state soltanto
le mura, le porte e le torri instaurate da molte rovine evidentemente accadute dopo la traslocazione
della sede imperiale in oriente (57).
Per dimostrare la particolare struttura di queste mura si è prescelto il tratto che esiste maggior-
mente conservato tra la porta di S. Giovanni e l’anfiteatro Castrense, quale si offre delineato nella citata
Tavola. Le due prime figure in essa delineate presentano l’aspetto prospettico interno ed esterno delle
medesime mura, ove appariscono nel lato esterno le torri che servivano di principale loro munimento, e
nel lato interno la galleria inarcata che corrisponde tra le torri. Nelle due figure esibite nella parte infe-
riore della stessa Tavola è delineata la pianta di due torri e della galleria intermedia, colla elevazione
geometrica della parte interna di una delle medesime torri con le corrispondenti gallerie laterali. Quindi
a lato della stessa figura è riportata la sezione della torre medesima, e nel lato opposto il suo fianco.
In tutte queste figure si sono indicate le parti superiori con i merli, che si trovano rovinate nel monu-
mento, delle quali però si hanno chiari documenti da altre parti di mura, onde poter rappresentare le
stesse mura nello stato in cui dovevano trovarsi anticamente.
(36) Tò3È ni; Twpjg roì/a; pìzpvftèv napàXp.p&vo? tov q^plrpov, In questa misura dovevano essere comprese le mura del Traste-
xaS’cv mapov rórSoi v/jv npotipav xotr’ àunfc xarafyo/Jtìòv ènofésavzo el'xcas vere con le sopraindicate aggiunzioni; che nella misura delle opere
xaì ìvòg ptùdowìiatrnipa (Fozio Biblioth. LXXX.') fatte da Aureliano erano escluse.
(37) S. P. Q. R.
IMPP. C AESS. DD. NN. INVICTISSIMIS. PRINCIPIBVS. ARC ADIO. ET. HONORIO. VICTORIBVS. TRIVMPHATORIS. SEMPER. AVGG.
OB. INST A VRATOS. VRBI. AETERN AE. MVROS. PORTAS. AC .TVRRES. EGEST AS. IMMENSIS.RVDERIBVS.EX.SVGGESTIONE. V. C.
ET. ILLVSTRIS . COMITIS . ET. MAGISTRI. VTRIVSQ. MILITIAE . FL. STILICONIS. AD.PERPETVITATEM . NOMINIS . EORVM.
SIMVLACRA . CONSTITVIT
CVRANTE . FL. MACROBIO . LONGINIANO . V. C. PRAEF. VRB. D. N. M. Q. EORVM

Parimenti al medesimo ristauro di mura, torri e porte doveva ri-
ferirsi quanto venne indicato da Claudiano per maggiormente ono-
rare il sesto consolato di Onorio attribuendogli poeticamente la
impresa delle mura intorno ai sette colli di Roma, quantunque
fossero state soltanto ristabilite.
Sic oculis placitura tuis insignior auctis
CollibuSj et nota maior se Roma videndam

Obtulit. Xddebant pulchrum nova moenia vulturi;
Àudito prefecta recens rumore Getarum.
Profecitque opifex decori timor; et vice mira;
Quam pax intulerat bello discussa senectuS;
Erexit subitas turres cinctosque coegit
Septem continuo montes invenescere muro.
(Claudiano; De FI. Consul. Honorii. v. 526.)
 
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