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EDIFIZJ DEI CONTORNI. PARTE II.
Dionisio, mentre nel tempo stesso corrispondeva alle falde di tal monte e si stendeva lungo il suo
dorso, come s indica da Livio (49). Così con siffatti semplici cenni dimostrativi, unitamente a quanto
fu esibito nella Tav. IX, si ottiene di far conoscere la indicata corrispondenza locale meglio che con
lunghe descrizioni.
TAVOLA LXIX. Le altre memorie dell’antiche opere, che esistevano intorno al lago Albano,
consistono in quelle grotte scavate nel suo lato occidentale quasi d’incontro all’alto monte Albano, che
furono ridotte a servire di ninfei o luoghi di delizioso trattenimento ad uso delle ville superiormente
stabilite ed in particolare per quella di Domiziano secondo la posizione indicata nella Tav. IX. Diverse
di simili grotte si conoscono essere state adornate per l’uso stesso intorno a tale lago : ma due soltanto
ora sussistono in modo conservato da poterne concepire la loro forma e decorazione; ed offrono due
esempj di siffatte opere di genere ben distinto. Il primo, che si trova esistere da vicino all’ emissario,
che è volgarmente denominato il Bergantino, si è conservato nella forma irregolare che venne data
evidentemente allo scavo praticato per estrarre le pietre che hanno servito a costruire i muramenti
all’ ingresso dell’anzidetto emissario ; mentre l’altro fu ridotto a forma regolare ed ornato con ordinata
decorazione architettonica. Il primo di essi è quello che si prende a dimostrare nella enunciata Ta-
vola con pianta e vedute dell’ interno ed esterno suo aspetto. E siccome per quanto può dedursi dalla
comunicazione, che esisteva internamente ed anche nella parte esterna, si viene a conoscere essere
stato congiunto alla grande villa di Domiziano, che precisamente esisteva sul sovrastante colle; così
nella parte superiore si è preso a dimostrare l’aspetto che doveva presentare la parte del lago Albano,
in cui si trova avere corrisposto lo stesso ninfeo col vicino emissario e la anzidetta grande villa, in
confronto di quello che ora offre la stessa località del lago sovrastato dalla villa Barberini e dalla
terra di Castel Gandolfo (50).
TAVOLA LXX. L’altro ninfeo, esistente verso il lato settentrionale del lago Albano, è di-
mostrato nella intera sua forma e decorazione con quanto viene esposto nella enunciata Tavola
tanto con pianta, prospetto e sezioni geometriche, quanto coll’aspetto prospettico che offresi nello
stato attuale ed in quello restituito nella sua integrità unitamente ai particolari della superstite
interna decorazione esibita nelle Fig. 1,2, 5. Dallo stesso genere di decorazione, misto di dorico
e di jonico, ben può credersi essere opera del tempo medio dell’ impero, ed in specie dell’epoca in
cui fu portata la grande villa Domiziana a comprendere le altre ville particolari che stavano sul
colle sovrastante a Boville; ad una delle quali si conosce avere appartenuto lo stesso ninfeo, e
vedesi pure avere avuto una comunicazione interna che metteva a quella collocata più verso set-
tentrione, come venne indicato nella Tav. IX.
TAVOLA LXXI. Continuando a prendere in considerazione le memorie sussistenti intorno
al lago Albano, si presenta per singolare oggetto meritevole di apprezzamento quel sepolcro che
esiste a Palazzuola, ove doveva corrispondere la porta meridionale della vetusta città di Alba-lunga,
e che viene con più probabilità appropriato al console Cneo Cornelio Scipione Ispalo. Tale opinione
(49) Per quanto concerne la notizia data da Dionisio
sulla posizione di Alba-lunga, si veda la precedente nota 47.
La indicazione poi esposta da Livio si contiene in queste po-
che parole: novam ipse aliam sub Albano monte (Ascanius)
condidit, quae ab situ porrectae in dorso urbis Longa Alba ap-
pellala. (Lib. I. c. 3-) Ma poi molte altre memorie si hanno
che si sono prese a considerare da tutti gli scrittori dell’an-
tico Lazio, ed in particolare nella Parte I dell’Esposizione
storica e topografica di Roma antica e sua campagna.
(50) Fra le tante esposizioni prospettiche, che furono
pubblicate sui medesimi ninfei del lago Albano, meritano mag-
giore considerazione quelle inserite nel Voi. XI della grande
opera del Piranesi che costituiscono la Parte III delle sue An-
tichità albane. Nel primo dei medesimi ninfei, volgarmente
detto il Bergantino, non sono molti anni che furono fatti al-
cuni scavi ■ ed in essi si rinvennero diversi frammenti di scol-
ture figurate che servivano alla sua decorazione e che si con-
servano nel palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. Fu eziandio
scoperto il pavimento che si ritrovò in parte decorato con
musaici lasciati nel luogo e ricoperti con poca terra per con-
servarli. Inoltre è da osservare relativamente al medesimo pri-
mo ninfeo che a lato di esso esiste un’altra grotta, evidente-
mente pure prodotta dalla scavazione delle pietre impiegate
nelle opere di custodia del prossimo emissario, la quale è da
credere che venisse eziandio ridotta a servire al medesimo uso,
ma non esistono tracce di alcuna opera di decorazione.
EDIFIZJ DEI CONTORNI. PARTE II.
Dionisio, mentre nel tempo stesso corrispondeva alle falde di tal monte e si stendeva lungo il suo
dorso, come s indica da Livio (49). Così con siffatti semplici cenni dimostrativi, unitamente a quanto
fu esibito nella Tav. IX, si ottiene di far conoscere la indicata corrispondenza locale meglio che con
lunghe descrizioni.
TAVOLA LXIX. Le altre memorie dell’antiche opere, che esistevano intorno al lago Albano,
consistono in quelle grotte scavate nel suo lato occidentale quasi d’incontro all’alto monte Albano, che
furono ridotte a servire di ninfei o luoghi di delizioso trattenimento ad uso delle ville superiormente
stabilite ed in particolare per quella di Domiziano secondo la posizione indicata nella Tav. IX. Diverse
di simili grotte si conoscono essere state adornate per l’uso stesso intorno a tale lago : ma due soltanto
ora sussistono in modo conservato da poterne concepire la loro forma e decorazione; ed offrono due
esempj di siffatte opere di genere ben distinto. Il primo, che si trova esistere da vicino all’ emissario,
che è volgarmente denominato il Bergantino, si è conservato nella forma irregolare che venne data
evidentemente allo scavo praticato per estrarre le pietre che hanno servito a costruire i muramenti
all’ ingresso dell’anzidetto emissario ; mentre l’altro fu ridotto a forma regolare ed ornato con ordinata
decorazione architettonica. Il primo di essi è quello che si prende a dimostrare nella enunciata Ta-
vola con pianta e vedute dell’ interno ed esterno suo aspetto. E siccome per quanto può dedursi dalla
comunicazione, che esisteva internamente ed anche nella parte esterna, si viene a conoscere essere
stato congiunto alla grande villa di Domiziano, che precisamente esisteva sul sovrastante colle; così
nella parte superiore si è preso a dimostrare l’aspetto che doveva presentare la parte del lago Albano,
in cui si trova avere corrisposto lo stesso ninfeo col vicino emissario e la anzidetta grande villa, in
confronto di quello che ora offre la stessa località del lago sovrastato dalla villa Barberini e dalla
terra di Castel Gandolfo (50).
TAVOLA LXX. L’altro ninfeo, esistente verso il lato settentrionale del lago Albano, è di-
mostrato nella intera sua forma e decorazione con quanto viene esposto nella enunciata Tavola
tanto con pianta, prospetto e sezioni geometriche, quanto coll’aspetto prospettico che offresi nello
stato attuale ed in quello restituito nella sua integrità unitamente ai particolari della superstite
interna decorazione esibita nelle Fig. 1,2, 5. Dallo stesso genere di decorazione, misto di dorico
e di jonico, ben può credersi essere opera del tempo medio dell’ impero, ed in specie dell’epoca in
cui fu portata la grande villa Domiziana a comprendere le altre ville particolari che stavano sul
colle sovrastante a Boville; ad una delle quali si conosce avere appartenuto lo stesso ninfeo, e
vedesi pure avere avuto una comunicazione interna che metteva a quella collocata più verso set-
tentrione, come venne indicato nella Tav. IX.
TAVOLA LXXI. Continuando a prendere in considerazione le memorie sussistenti intorno
al lago Albano, si presenta per singolare oggetto meritevole di apprezzamento quel sepolcro che
esiste a Palazzuola, ove doveva corrispondere la porta meridionale della vetusta città di Alba-lunga,
e che viene con più probabilità appropriato al console Cneo Cornelio Scipione Ispalo. Tale opinione
(49) Per quanto concerne la notizia data da Dionisio
sulla posizione di Alba-lunga, si veda la precedente nota 47.
La indicazione poi esposta da Livio si contiene in queste po-
che parole: novam ipse aliam sub Albano monte (Ascanius)
condidit, quae ab situ porrectae in dorso urbis Longa Alba ap-
pellala. (Lib. I. c. 3-) Ma poi molte altre memorie si hanno
che si sono prese a considerare da tutti gli scrittori dell’an-
tico Lazio, ed in particolare nella Parte I dell’Esposizione
storica e topografica di Roma antica e sua campagna.
(50) Fra le tante esposizioni prospettiche, che furono
pubblicate sui medesimi ninfei del lago Albano, meritano mag-
giore considerazione quelle inserite nel Voi. XI della grande
opera del Piranesi che costituiscono la Parte III delle sue An-
tichità albane. Nel primo dei medesimi ninfei, volgarmente
detto il Bergantino, non sono molti anni che furono fatti al-
cuni scavi ■ ed in essi si rinvennero diversi frammenti di scol-
ture figurate che servivano alla sua decorazione e che si con-
servano nel palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. Fu eziandio
scoperto il pavimento che si ritrovò in parte decorato con
musaici lasciati nel luogo e ricoperti con poca terra per con-
servarli. Inoltre è da osservare relativamente al medesimo pri-
mo ninfeo che a lato di esso esiste un’altra grotta, evidente-
mente pure prodotta dalla scavazione delle pietre impiegate
nelle opere di custodia del prossimo emissario, la quale è da
credere che venisse eziandio ridotta a servire al medesimo uso,
ma non esistono tracce di alcuna opera di decorazione.