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Canina, Luigi
Gli edifizj di Roma antica: cogniti per alcune importanti reliquie descritti e dimostrati nell'intera loro architettura (Volume 5): Testo: con la pianta della campagna, contenuta in tavole VI — Roma: Stabilimento tipografico di G. A. Bertinelli, 1856

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Parte V: Gli edifizj dei luoghi adiacenti alla via Triburtina e Valeria
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https://doi.org/10.11588/diglit.55432#0106

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GLI EDIFIZJ DEI LUOGHI ADIACENTI ALLA VIA TIBURTINA E VALERIA.

Dopo la via Prenestina, progredendo sempre da destra a sinistra, tra le vie principali, che faceva-
no capo alle vetuste porte della città, si trova succedere quella che sino a Tibur fu denominata Ti-
hurtina, e di seguito Valeria sino a Carseoli, dalla quale si fece diramare la Sublacense al miglio
XXXVI che metteva a Subiaco. Nelle adiacenze prossime a Roma percorse dalla via Tiburtina, non
esistendovi monumenti di ragguardevole importanza, e d’altronde essendosi quanto sussiste di antico
meritevole di considerazione già preso a dimostrare nei Volumi contenenti la illustrazione degli edifizj
proprii della città, non si rinviene alcun oggetto da potersi attribuire a questa speciale esposizione.
Però trapassando il miglio XIV, si rinvengono le reliquie dell’edifìzio eretto per prendere bagni
delle acque Albule, quindi il monumento dei Plauzj col vicino ponte Lucano, e di seguito il creduto
tempio della Tosse; e così si viene con la esposizione di tali memorie a costituire una introduzione al
partimento dei monumenti proprii della città di Tibur. Il grande tempio di Ercole, con il rotondo de-
nominato volgarmente della Sibilla e l’adiacente quadrangolare, offrono ampio argomento al medesimo
più importante secondo speciale partimento. Le reliquie degli antichi ponti e degli acquedotti delle
acque Aniene vecchio, Marcia, Claudia ed Aniene nuovo, danno motivo al terzo speciale partimento.
Colla illustrazione delle importanti memorie della rinomata villa Adriana si compie quanto si è potu-
to attribuire ai monumenti tiburtini. Nel prendere ad illustrare e dimostrare nella loro intera più
probabile architettura gl’ indicati monumenti si prosieguo sempre a contenersi in tutto ciò che si può
particolarmente riferire ad essi senza molto estendersi ad esporre le memorie storiche e topografi-
che che appartengono ai luoghi in cui essi si trovano esistere, le quali offrirebbero argomento a
comporre una voluminosa esposizione, come può dedursi da quanto venne riferito dagli eruditi scrit-
tori che negli ultimi tre secoli presero ad illustrare le antichità tiburtine; e d’altronde si è divisato
di prenderle ad illustrare in una speciale pubblicazione che si ha proponimento di fare in modo si-
mile a quelle del Tusculo e di Veii (1).

(1) Tra i molti scrittori ed espositori delle antichità Ti-
burtine, oltre quei che si estesero ad illustrare le memorie del-
le altre città antiche del Lazio, meritano speciale considerazio-
ne i seguenti, le di cui pubblicazioni furono prese a dichia-
rare in questa esposizione. — Nicodemi Marc’Antonio, che visse
nel decimoquinlo secolo, espose diverse memorie che si rinven-
gono negli scritti pubblicati in Roma nell’anno 1575 col titolo,
Rerum Tiburt. Pentad. — Zappi Luigi ed Adriano Memorie su Ti-
voli scritte intorno l’anno 1586. — Dei-Re Antonio scrisse sulle
Antichità Tiburtine, che in parte furono pubblicate nell’anno
1611. -— Marzi Francesco espose le Istorie Tiburtine nell’anno
164-6 in Tivoli e poscia stampate in Roma nell’anno 1661; quin-
di dal suo fratello Giovanni Francesco fu pubblicata nell’anno
1665 la Storia ampliata di Tivoli. — Alcune altre notizie si tro-
vano esposte dal Croce Fabio nella sua pubblicazione fatta nel-
l’anno 1664 col titolo, Ville di Tivoli, iddio diviso in due rac-
conti. — Dal Ligorio Pirro si hanno diverse memorie su Tivoli
ed in particolare sulla villa Adriana, che furono esposte intorno
l’anno 1634 e di nuovo pubblicate in Roma nell’anno 1751 da
Contini Francesco col titolo, Pianta della villa Tiburtina di
Adriano Cesare. — Una importante illustrazione si ha dal padre

Kircher Atanasio nel suo Volume pubblicato in Amsterdam
nell’anno 1671 col titolo, Lalium id est nova et parallela Latii
tum veteris tum novi descriptio. Liber III, de anliquitate Tyburti-
nae Urbis. — Dal Fabri Girolamo fu nell’anno 1672 pubblicata
la Relazione della città di Tivoli e suo territorio. — Dal Croc-
chiante Giovanni Carlo si ha un’ampia illustrazione delle chiese
di Tivoli, che conservano molte memorie dei monumenti an-
tichi, la quale fu pubblicata in Roma nell’anno 1726 col titolo,
li Istoria delle chiese della città di Tivoli. — Dall’abate Revillas
venne esposta per la prima volta con ragguardevole accuratezza
topografica la pianta della diocesi tiburtina, che fu pubblicata
in Roma nell’anno 1739 col titolo, Diocesis et agri Tiburtini
topographia nunc primum trigonometrico delineata et veteribus
viis, villis ceterisque antiquis monumenlis adornata. E nel sotto-
posto titolo si legge : Cl. V. Fr. Joachimo Porto Carrero amplis-
simo palriarchae Antiocheno did. Revillas. D. F. Abbas Hieronym.
Rom. Archig. P. Mathes. Pr. Regine Londin. Societ. Accad. Scient.
Instit. Ron. et Regiae Accad. Pelorit. Sodales aet. devot. mo-
num. D. D. an. 1739. Jo. Petroschi ine. Il medesimo Petroschi
Giovanni, che incise tale Tavola in rame, la riprodusse con
nuova incisione nell’anno 1767 mutandovi soltanto il suddetto
 
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