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Capaccio, Giulio Cesare
Delle Imprese Trattato Di Givlio Cesare Capaccio: In tre Libri diuiso. Nel Primo, Del Modo Di Far L'Impresa da qualsiuoglia oggetto, o Naturale, o Artificioso con nuoue maniere si ragiona. Nel Secondo, Tvtti Ieroglifici, Simboli, e cose Mistiche in lettere Sacre, o Profane Si Scuoprono; e come da quegli cauar Si ponno l'Imprese. Nel Terzo, Nel Figvrar Degli Emblemi di molte cose naturali per l'Imprese Si tratta (Band 2): Del Trattato Dell'imprese Di Givlio Cesare Capaccio, Libro Secondo. Ove Mentre Delle Molte Qvalità Di Ieroglifici Si Tratta, E Dell'Imprese che da quegli nascono si ragiona Niente Si Lascia Che A Qvesta secretissima materia conuenga — [Napoli], 1592 [Cicognara, 1871]

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https://doi.org/10.11588/diglit.31702#0200
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, *__

DELLE IMPRESE

fondità del consìglio , dice Giouanni Tzeze . MaBafìlioper
Vana Sapi- quella intese io studio della vana Sapienza , poi che si come la
la vista di iei, ancor che di notte vaglia, venendo il Sole si of-
fusca , cosi de gli huomini vani acuta è la cognitione deile va-
canterie, ma offuscata alle cose sublimi. Per questo, Hesichio
Per ch’ era Gerosolimitano, dice ch’era prohibito il mangiar la Nottola,
prohibito per che di giorno è cieca,quasi quei che l’Euangelica luce sof-
Nottola^ r* r n0n P onno>hediti a^ e scieuze secolari. La Nottola fu a gli
Vittoria*. Atenesi indicio di Vittoria, onde dal suo volar nacque il Pro-
Pi-ouerbio. bio, TaÌtta<to , ISlofìua volauit, volédo significar Phoste vin-
to ; del che fù cagione, l’ester sacra a Minerua, la qual diceano
che facea fortunatamente riuscir ancoi mali consigli degli
Atenesi ; e per ciò recita Demostene il verso di Solone

)ìsJ.STèp& S'ì vrohl! KATct sstV ìios o’Jttot òhhTcu ,

CUVctV yjj sJAKApaV QtaV spévcts dSctV&TaV,

TJofìra quidem ciuitas nunquamsato Iouis

l>{eque Deorum arbitrio immortalium,peritura cst.

Impresa di Di qua nasce che volendo significar i buoni successi di alcuna
buoni suc- Città, e che particolarmente non stà soggetta a Tirannide,n5

cuhalcs 1" P otrebb e hauer più comoda Impresa che la Nottola col mot-
cnn^ citta. ^ -pqj? c TA'HTVM MTHElSsAS. Era la Nottola ap-

Morte. prestogli Egittij, significato dellamorte, e per l’inimicitia
c’hà con la Cornacchia, la quale estendo di lunghissima vita »
per che nel suo cótrario intendano la mortei o per che la Not-
te spesiòper lamorte s’intende,

Sed nox atra caput trissi circunuolat rmbra.

EtHoratio, Omnesvnamanetnox -

Augurio di morte fù a Pirro , mentre nella sua hasta si fermò
Httore de ft uan^° andaua adespugnar Argo. Et il Littore de gli Etiopi,
gli Etiopi. quàndo adalcuno volea pronuntiar Iamorte, gliportauairt
vnaTabella, dipintala Nottola , ondeilreocon le proprie
mani si vccideua. Fù fattaper Impresa alDuca diPaliano, col
Dueperpe- motto , SOBfTTM TfE DESTICE FMTI. Quando si-
tui mimici. gni£car voleano due inimici, che con sempiterni sdegni, l’vn
l’altromachina danno,pingeano la Nottola,e la Cornacchia,
per che questa di giorno le rapisce l’voua , e quelladi notte.
Cl)i fu^ e Onde handettomolti che’lsangue diquesti Vccelli confuso,
l’Ebricus nópuò far lega. Per dinotar vn cheschiual’ebrietà, pingeano

laNot-
 
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