in
Degli Antichi >
£ quei r che van con dolorofì homei
Cercando femgre, Ofri y che fu foìlt
Poi da la moglie sra gli eterni Dei ,
£ le fino t Sergenti , e i Si si ri accoso ?
H Apuleio medesimamente finge di haucrla villa in sogno
già quando egli era A sino, & così ladescriue,che molto^ne iei6 .
si può vedere, ch’ella era la Luna, la quale quelli di Egitto co
adombrati millerij adorauano, Ónde Marciano fa, che Filo-
logia entrata nell’orbe della Luna vede quiui iciembali, che Mar*
tante volte ho già nominati, le facelle di Cerere, l’arco di Dia Ua>riOi
na51 timpani di Cibele,& quella figura triforme, della quale
ho detto già, che haueua pur’anco le corna in capo,& vna Cer
uà, quali che tutte quelle cose insicine, <S£ ciaschedunada per
Se lignificalTe la Luna. Ma ritornando ad Apuleio, ei dice ,
^hedormendo gli paruevedere questaDeà,laqùalecon riue-
•renda faccia vlciùa del Mare (perche liniero i Poeti, che il So
le, la Luna, e tutte sai tre stelle tramontando si andasTcro a-
tufFar nel mare,& che quindi vscisierp al primo loro apparire)
& a poco a poco mostrò poi tutto il lucidocorpo, Ella ha-
ìieua il capo ornato di lunga , & folta chioma 1 leuemente cre«.
spa,& che porlo collo si,Ipargeua, cinta da bella ghirlanda
di diuersi fiori, & nel mezo della fron te portaua certa colato
tonda, schiacciata,&liscia, che risplendeua comelpecch P» &
dall’vna parte, & dall’altra le stauano alcuni serpenti, sopra
de’quali erano alcune poche spiche di grano, Livelle di dì*
uersi colori era di sottiliisiìno velo, & hora bianca, hor gialla,
& dorata, fiora infiammata, rolla pareuaesiere , Et vn*aL
tra ne haueua anco poi tutta negra, ma ben pero chiara,& lu-
cida, & coperta quali tutta dirisplendenti stelle,nel mesto del
le quali era vna Luna ruttarisplendente, & erano intorno al
Jembo attaccati con bellisiimo ordine fiori, & frutti di ogni
sorte, Portaua poi Ja Dea nella delira mano certa cola di ra*
[mefatta inguisadiciembalo , che scuotendo il braccio face-
sua assai gransuono, & le pendeua dalla sinillra vn dorato va*
J so, cui faceua manico vn serpente, che di venenp pareua tutto
**! gonsio, & à piedi haueua certo ornamento fatto di foglie di
| palma. Cosi fa Apuleio ritratto di Iside > alla quale per certa
ragion
Degli Antichi >
£ quei r che van con dolorofì homei
Cercando femgre, Ofri y che fu foìlt
Poi da la moglie sra gli eterni Dei ,
£ le fino t Sergenti , e i Si si ri accoso ?
H Apuleio medesimamente finge di haucrla villa in sogno
già quando egli era A sino, & così ladescriue,che molto^ne iei6 .
si può vedere, ch’ella era la Luna, la quale quelli di Egitto co
adombrati millerij adorauano, Ónde Marciano fa, che Filo-
logia entrata nell’orbe della Luna vede quiui iciembali, che Mar*
tante volte ho già nominati, le facelle di Cerere, l’arco di Dia Ua>riOi
na51 timpani di Cibele,& quella figura triforme, della quale
ho detto già, che haueua pur’anco le corna in capo,& vna Cer
uà, quali che tutte quelle cose insicine, <S£ ciaschedunada per
Se lignificalTe la Luna. Ma ritornando ad Apuleio, ei dice ,
^hedormendo gli paruevedere questaDeà,laqùalecon riue-
•renda faccia vlciùa del Mare (perche liniero i Poeti, che il So
le, la Luna, e tutte sai tre stelle tramontando si andasTcro a-
tufFar nel mare,& che quindi vscisierp al primo loro apparire)
& a poco a poco mostrò poi tutto il lucidocorpo, Ella ha-
ìieua il capo ornato di lunga , & folta chioma 1 leuemente cre«.
spa,& che porlo collo si,Ipargeua, cinta da bella ghirlanda
di diuersi fiori, & nel mezo della fron te portaua certa colato
tonda, schiacciata,&liscia, che risplendeua comelpecch P» &
dall’vna parte, & dall’altra le stauano alcuni serpenti, sopra
de’quali erano alcune poche spiche di grano, Livelle di dì*
uersi colori era di sottiliisiìno velo, & hora bianca, hor gialla,
& dorata, fiora infiammata, rolla pareuaesiere , Et vn*aL
tra ne haueua anco poi tutta negra, ma ben pero chiara,& lu-
cida, & coperta quali tutta dirisplendenti stelle,nel mesto del
le quali era vna Luna ruttarisplendente, & erano intorno al
Jembo attaccati con bellisiimo ordine fiori, & frutti di ogni
sorte, Portaua poi Ja Dea nella delira mano certa cola di ra*
[mefatta inguisadiciembalo , che scuotendo il braccio face-
sua assai gransuono, & le pendeua dalla sinillra vn dorato va*
J so, cui faceua manico vn serpente, che di venenp pareua tutto
**! gonsio, & à piedi haueua certo ornamento fatto di foglie di
| palma. Cosi fa Apuleio ritratto di Iside > alla quale per certa
ragion