3©g . Imàgìnidei Dei
Muse,lc qualifonospesso le medefrme con le ’Lsfnse, surono ( come dìssi )
Sileno. nutrici di cDionifro,fr come Sileno ne su il pedagogo > ondevà con lui
Jempre portato da vn’afrno, sì per la età , perche gli era molto vecchio ,
sì perche era onco ubbriaco per lo più , come moSìrò chi sece la v bbria-
che^ga, che gli daua bere appresso degli Elei in certo suo tempio, che
su di lui soto, secondo che serine cPaufan ia, non commune conTdaccbo,
come erano tutti gli altri, permofiare forfè , che pari era la virtù s am-
bi loro, Onde Sileno si sa gran consigliere di Bacco apprcjfo di Plauto,
ossendo comparso. infrena, a cauaUo in vn asino a recitare il prologo delle
Bacchiade , e dice,che sono fempre amendui di un medefìmo volere : (3
sassi anco Dio della 7satura,de i principi] della quale Vergilio lo sà can-
tare ssormato da duo Satiretti, & da vna bella TSfrnfa, li quali, hauen-
dolo trouato dormire in certo antro bene vbbriaco con vn gran vaso da be-
re a canto ,lo legarono con le sue ghirlande proprie tessute di vari] siori,
che gli erano cadute di capo, & la bella T^insa gli tinse la saccia,che ba-
lena le vene tutte gonsie di vino,con sanguigne more, di che egli rise, e
rnosirb di hauerne piacere,poseia che su fagliato. Et pareua, che que-
ste beSlie non volcfierodire quello, chesapeuano se non ssorgatamente.
Mida Re. Dnde p( iegge y che Mida della Frigia volendo già intendere alcuna co-
sa non troppo manisesia a gli huominiysece la caccia vn peggo ad uno di
quefli Sileni , & lo prefe all’vltimo all’odore del vino, eh’egli larga-
mente sparfe in certo sonte, qual Pausania serine, che a’fuoi tempi an-
Mutarco. £Qra eram0flras0per quejlo. E 'Plutarco riserìfre , che quel Rè intefeda
Sileno, che meglio assai era all’huomo morir prefio, cheviuer lungamen-
Plinio. te. Hasfiapprejfodi Plinio , che nell’Ifola di Paro , donde veniua
quel beUissimo marmo bianco , spe^andone alcuni vn gran pc^go ,
vi trouarono dentro la imagine di Sileno . La qual sacilmente faprà
come frsse satta , chi oltre a quello , che ne ho detto bora , vedrà
quello, che difegnando la imagine di Pan , io dissigià de’ Satiti : per-
che Paufania frriuc, che quefli erano detti Sileni, poseia che erano vec-
chi,conciosia che inuecchiauano,& moviuano,se bene erano Stimati cDei.
Biodoro « Leggesi apprejso di cDiodoro, che in due modi surono fatte le fatue di
Bacche, & era l'vna asfaiseuera con barba lunga,e l’altra bella,di saccia
allegra, delicata,^ giouine,intendendo per qudfache’l vino beuuto suo-
Bacehoiri ri di misura sa gli huomini terribili, 0 iracondi, e per quefta, che gli
due modi, sa lieti,e giocondi beuuto temperatamente, lafriando bora da parte, che
nonsia Stato vn Baccho frìoy ma due ,ò sorfè anco tré ; perche ciò fareb-
be piu tosso volere frriuere hiSìoria di luì,che dipìngerlo. Macrobioy il-
qualeycome bò già detto altre uolte,vuole che per tutti i Dei frano intese le
virtù
Muse,lc qualifonospesso le medefrme con le ’Lsfnse, surono ( come dìssi )
Sileno. nutrici di cDionifro,fr come Sileno ne su il pedagogo > ondevà con lui
Jempre portato da vn’afrno, sì per la età , perche gli era molto vecchio ,
sì perche era onco ubbriaco per lo più , come moSìrò chi sece la v bbria-
che^ga, che gli daua bere appresso degli Elei in certo suo tempio, che
su di lui soto, secondo che serine cPaufan ia, non commune conTdaccbo,
come erano tutti gli altri, permofiare forfè , che pari era la virtù s am-
bi loro, Onde Sileno si sa gran consigliere di Bacco apprcjfo di Plauto,
ossendo comparso. infrena, a cauaUo in vn asino a recitare il prologo delle
Bacchiade , e dice,che sono fempre amendui di un medefìmo volere : (3
sassi anco Dio della 7satura,de i principi] della quale Vergilio lo sà can-
tare ssormato da duo Satiretti, & da vna bella TSfrnfa, li quali, hauen-
dolo trouato dormire in certo antro bene vbbriaco con vn gran vaso da be-
re a canto ,lo legarono con le sue ghirlande proprie tessute di vari] siori,
che gli erano cadute di capo, & la bella T^insa gli tinse la saccia,che ba-
lena le vene tutte gonsie di vino,con sanguigne more, di che egli rise, e
rnosirb di hauerne piacere,poseia che su fagliato. Et pareua, che que-
ste beSlie non volcfierodire quello, chesapeuano se non ssorgatamente.
Mida Re. Dnde p( iegge y che Mida della Frigia volendo già intendere alcuna co-
sa non troppo manisesia a gli huominiysece la caccia vn peggo ad uno di
quefli Sileni , & lo prefe all’vltimo all’odore del vino, eh’egli larga-
mente sparfe in certo sonte, qual Pausania serine, che a’fuoi tempi an-
Mutarco. £Qra eram0flras0per quejlo. E 'Plutarco riserìfre , che quel Rè intefeda
Sileno, che meglio assai era all’huomo morir prefio, cheviuer lungamen-
Plinio. te. Hasfiapprejfodi Plinio , che nell’Ifola di Paro , donde veniua
quel beUissimo marmo bianco , spe^andone alcuni vn gran pc^go ,
vi trouarono dentro la imagine di Sileno . La qual sacilmente faprà
come frsse satta , chi oltre a quello , che ne ho detto bora , vedrà
quello, che difegnando la imagine di Pan , io dissigià de’ Satiti : per-
che Paufania frriuc, che quefli erano detti Sileni, poseia che erano vec-
chi,conciosia che inuecchiauano,& moviuano,se bene erano Stimati cDei.
Biodoro « Leggesi apprejso di cDiodoro, che in due modi surono fatte le fatue di
Bacche, & era l'vna asfaiseuera con barba lunga,e l’altra bella,di saccia
allegra, delicata,^ giouine,intendendo per qudfache’l vino beuuto suo-
Bacehoiri ri di misura sa gli huomini terribili, 0 iracondi, e per quefta, che gli
due modi, sa lieti,e giocondi beuuto temperatamente, lafriando bora da parte, che
nonsia Stato vn Baccho frìoy ma due ,ò sorfè anco tré ; perche ciò fareb-
be piu tosso volere frriuere hiSìoria di luì,che dipìngerlo. Macrobioy il-
qualeycome bò già detto altre uolte,vuole che per tutti i Dei frano intese le
virtù