Rossetti, Domenico: Il Sepolcro di Winckelmann in Trieste (Venezia, 1823)

Tuttavia credo di potere per mia anticipata
giustificazione asserire due cose; cioè ch'io sti-
mi più uno stile tutto proprio e naturale che
quello che vuoisi studiatamente imitare o rico-
piare in se da altri quantunque sublimi ed in-
fallibili originali e modelli. Da questa imitazio-
ne nascono per Y ordinario quella leziosità e
quella ricercatezza che spiacciono ai più, e per
le quali il lettore si sente occupato dalle parole
più che dalle cose eh' ei va leggendo ; laddove
egli, nel caso contrapposto, delle cose soltanto si
occupa, e de' vocaboli e de' modi del dire non
si accorge nemmeno : sì piani e semplici gli scor-
rono dinanzi, porgitori d'idee chiare che di
primo lancio si colgono e ritengono dalla mente
del leggitore. L' altra, e più necessaria mia giu-
stificazione, sta per certe frasi e parole che sen-
za dubbio non mi si condoneranno sì di leggieri
perchè mancano nel gran vocabolario, e perchè
soneranno un po' stranamente agli orecchi per-
fino di coloro che ammettono il buono ed il bel-
lo anche fuori della tramoggia dei vocabolaristi.
Ma queste mi furono dettate dalla necessità di