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Bodrero, Emilio; Ducati, Pericle; Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l'Estero <Rom> [Editor]
Italia e Grecia: saggi su le due civiltà e i loro rapporti attraverso i secoli — Firenze, 1939

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.42576#0202

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ETTORE BORTOLOTTI

Archita del Problema di Deio, ci offre esempio dello stato in
cui era tale disciplina presso le scuole italiche al tempo in cui
Platone inaugurava la scuola d’Atene.
Archita era a quel tempo il più forte geometra che potesse
vantare la scienza greca.1 La soluzione del Problema di Deio fu
da lui ottenuta mediante la intersezione di una superfìcie conica
colla curva descritta sopra una superfìcie cilindrica da un cerchio
che ruota intorno ad una sua tangente. A questo risultato egli
era giunto con procedimento apagogico, analogo a quello che da
noi si segue in geometria analitica.2 E ciò dimostra; non solo fan-
tasia geometrica e sagacità di criterio, ma sicuro possesso del me-
todo analitico come strumento di ricerca scientifica, e famigliarità
con l’uso dei luoghi geometrici, sia nel piano che nello spazio.
Troviamo qui uno dei primi esempi dello studio di curve de-
terminate da descrizione meccanica, ed introdotte per lo studio
razionale dei problemi scientifici. I principi ed i metodi che infor-
mano la soluzione di Archita si vedranno applicati anche in quella
che, dello stesso problema, più tardi veniva data da Menecmo,
che, con essa, apriva la strada ad una nuova scienza e ad un me-
todo nuovo: la Teoria delle coniche, ed il Metodo delle coordinate.
21. — Archita, degno predecessore di Archimede, ha con
pari successo promosso la scienza pura e le pratiche applicazioni:
ha per primo concepito il suono come movimento; ha applicato
la geometria alla meccanica, ed ha costruito meccanismi analoghi
a quelli che più tardi servirono ad Archimede per la difesa di
Siracusa.3 Tutti coloro che da poi acquistarono grido nella scienza
furono direttamente o indirettamente scolari di lui. Abbiamo
già ricordato Teodoro da Cirene ed Eudosso da Cnido. Due
lettere di Platone (trascritte da Diogene Laerzio) dimostrano
in quel concetto egli fosse tenuto, non solo per altezza di ingegno
e profondità di sapere, ma anche per dignità ed integrità di vita
civile, morale e politica. Uomo di Stato, fu Capo della Confedera-
zione italica, e, per sette volte stratego, comandò e condusse alla
vittoria le truppe della Confederazione.4

1 « Als Plato seine Scliule eròffnete, war der Pytagoreer Architas von
Tarent der einzige nahmafte Geometer Griechenlands » (Hankel, Geschichte
der Mathematik, p. 130).
2 Cfr. Zeuthen, Histoire des Mathematiques, pp. 70, 71.
3 Cfr. Ciaceri, Storia detta Magna Grecia, Voi. II, cap. Vili: La lega
italiota e lo Stato di Taranto. Archita esperto uomo di guerra, pp. 438, 439.
4 Loc. cit.
 
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