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Bodrero, Emilio; Ducati, Pericle; Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l'Estero <Rom> [Hrsg.]
Italia e Grecia: saggi su le due civiltà e i loro rapporti attraverso i secoli — Firenze, 1939

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https://doi.org/10.11588/diglit.42576#0372

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SILVIO GIUSEPPE MERCATI

solo queste cose. Ma tu, ancora, ricca, mi porgi una moltitudine
di doni, i tuoi capolavori. Oh! vinci ed io ne gioisco!
IV
Finestre chiuse dei palazzi, ditemi, è verità o favola, che un
tempo da voi si sporgevano molti graziosi volti femminili e guar-
davano i patrii eserciti ritornare vincitori con portamento altero,
e che la pietra era fiera d’essere calcata da piedi valorosi?...
Grandi antenne coi triplici stendardi dall’alto sventolanti di
Cipro e di Creta e della Morea, parlate! o vi abbatte la vergogna
al vedere me Elleno figlio di novella libertà? Certamente.
V
Sposa avvilita, o Venezia, avesti, ahi ! la sorte della fanciulla
che bacia la mano di sposo deforme, secondo ordina la violenza del
padre. Ma quale anima o qual cuore di ghiaccio non versa allora
sulla dolorante vittima la libazione d’una lagrima e non detesta chi
ne è la cagione? Quello sposo inamato e odiato da tutti, sarebbe
bello che si nascondesse nelle profondità del tartaro. Quest’esorta-
zione anch’io coraggiosamente facevo rintronare, se altri paven-
tava alle orecchie del barbaro Venetarca.
VI
Estro d’amore, ala di simpatia, rapisci me consenziente e non
abbandonarmi, e non catechizzare alla mia lingua null’altro se
non voci a favore di Venezia. E voi fredde amiche della Storia im-
parziale, Memoria e Decisione (Giudizio), non portate alla mia
mente ricordanze di colpe della vecchia Italia. Abbastanza i den-
ti dei figli incolpevoli alligarono per le acerbe masticature dei
padri per giorni infiniti. Abbastanza i viventi empirono di ge-
miti le sublimità delle arie, le profondità dei mari e i continenti ».
(Il VII Sonetto v. più sotto).
NAVEmerologio Attico di Ireneo Asopio dell’anno 1882 a pa-
gina 448 si legge un caratteristico parallelo tra Constantinopoli
e Venezia: «Venezia appartiene piuttosto all’Oriente che all’Occi-
dente. Rivendicando sin dal principio l’eredità di Alessandria,
dalla quale involò il corpo di S. Marco e il simbolico leone, come
 
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