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PERICLE DUCATI
giori, se non il maggiore, vien offerto da quanto sin
qui si è scoperto dell’antica Misa.
Ogni volta che da Bologna salgo alla villa Aria
per rivedere questa località tanto eloquente per chi
interroga la vita dello scomparso popolo etrusco,
rievoco la immagine di Edoardo Brizio, del mio
Maestro. Mi si presenta la sua tozza, poderosa
figura, mi si affaccia il suo spazioso, grave volto
incorniciato dalla grigia barba incolta, coi suoi pic-
coli, penetranti occhi neri, come velati dal presbi-
tismo, e ricordo con rinnovata freschezza la forza
incrollabile delle opinioni fermamente radicate nello
spirito suo, perchè frutto di profonda dottrina, di
limpido raziocinio, di annosa esperienza.
PERICLE DUCATI
giori, se non il maggiore, vien offerto da quanto sin
qui si è scoperto dell’antica Misa.
Ogni volta che da Bologna salgo alla villa Aria
per rivedere questa località tanto eloquente per chi
interroga la vita dello scomparso popolo etrusco,
rievoco la immagine di Edoardo Brizio, del mio
Maestro. Mi si presenta la sua tozza, poderosa
figura, mi si affaccia il suo spazioso, grave volto
incorniciato dalla grigia barba incolta, coi suoi pic-
coli, penetranti occhi neri, come velati dal presbi-
tismo, e ricordo con rinnovata freschezza la forza
incrollabile delle opinioni fermamente radicate nello
spirito suo, perchè frutto di profonda dottrina, di
limpido raziocinio, di annosa esperienza.