Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Ducati, Pericle
L' arte classica — Torino, 1939

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.43346#0132
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
102

PERIODO TERZO

ora

il

del
che

(fig. 114), rappresentante di una ricca serie di anfore di analoga forma
o consimile e col medesimo metodo decorativo. Sono ricoperte di ornati
geometrici in nero solo le spalle ed il collo del vaso ed in essi ornati
osserviamo, accanto al meandro ed ai denti di lupo, già noti dalla pro-
duzione del Dipylon, tre fascette riempite da circoletti con un punto
nel mezzo e tangenti l’uno all’altro. Si noti ancora sulle spalle
vaso la espressione di baccellature, di quel motivo ornamentale
resterà nel patrimonio decorativo dell’arte orientalizzante.
Laminette- auree a nastro dello stile del Dipylon. — Passiamo
ad altri prodotti di questa arte geometrica. In alcune necropoli, e
specialmente in quella del Dipylon, si trovarono nastri sottili di oro,
che servivano come diademi delle teste dei defunti oppure erano de-
stinati a stringere sotto il mento le mandibole dei cadaveri. Sono questi
nastri la tenue, grama sopravvivenza in poveri tempi, del tramon-
tato costume preellenico di seppellire il cadavere circondato di fulvo
oro, sparso largamente all’intorno. Ma le analogie più vive sono con
le laminette delle tombe cuprolitiche di Mochlos. In questi nastri vi
è una decorazione ornamentale non solo, ma talora figurata: in un
esemplare ateniese (1) (fig. 115) la disposizione alternata di riquadri
brevi con ornato a linee incrociate e di riquadri lunghi con figure, ci fa
sovvenire la disposizione di triglifi e di metope nell’architettura di
ordine dorico.
Noi vediamo figure umane che presentano, sebbene con sviluppo
un po’ più accentuato, lo stesso schema che ci appare nei dipinti cera-
mici del Dipylon, ed accanto a queste figure ci si manifestano già degli
esseri favolosi, dei centauri, in cui già si alternano i due tipi di espres-
sione arcaica di questo mostro, cioè dalle estremità anteriori o cogli
zoccoli equini o coi piedi umani.
Fibule argive. — Nelle ampie laminette delle staffe di fibule bronzee
provenienti in grande maggioranza dalla Beozia, ma per la ornamen-
tazione da reputarsi fabbricate nell’Argolide, si riscontra il medesimo
repertorio figurato dei vasi dipinti del Dipylon: la figura umana e,
delle figure bestiali, in special modo l’uccello e il cavallo. Ma vi è
anche il pesce, che indica, come luogo di fabbricazione, l’Argolide.
Non mancano i soggetti navali e militari di lotta tra guerrieri e inoltre
proprio in tal genere di monumenti s’incontra per la prima volta
l’espressione di soggetti mitici. In alcune fibule invero sono state rico-
nosciute imprese dell’eroe argivo Eracle: quelle della idra lernea, della
cerva, del leone, degli uccelli di Sfinitalo; forse in un esemplare è da
cavallo di Troia. Abbiamo pertanto in tali modesti monumenti le

riconoscere
prime rappresentazioni del mito ellenico: siamo per lo stile geometrico evoluto ormai
nel secolo vili.


(1) Copenaga, Museo Nazionale.
 
Annotationen