• £v.
. Si ve-
TAVOLA XII. 65
/òpra la meiifa («), e vicino a quella due wz// facri (*2).
Ecco Ifigenia nell'atto d'imporre a' cittadini, che fi ten-
gan lontani da quella funzione , e di far alla Dea i fe-
greti voti del meditato rapimento (m). Ed ecco le mi-
ni/Ire (h) della fàcerdoteffa, che portano la lampade ac-
cefa (15) , e tutti gii altri neceflarii finimenti ? che fi fi-
gurano ripofti nella caffa.
L'altro pezzo (**) di quella Tavola, che prefenta al-
l' occhio una graziofa veduta di campagna con edificii,
e periònaggi (*7) merita di efler ammirato, non illuflrato.
1
gli Ermionefi . 'Del re/lo tutti convengono , che la
'Dea Tauri e a fojfe Diana . In fatti è da ojfervarfi,
che il culto di quefia T)ea co' medefimì riti or fan-
guinofi realmente, or con /imboli, fi vede paffato a va-
rii popoli , da' quali ella ebbe varie denominazioni di
Tauropoli , di Municia , di Aricina, di Facelina, e
altre molte . Si veda il Munckero ad Igino Fav. 2,61.
(11) 'Delle menfe fiacre parla Macrobio Sat. III. 11.
Fefio dice che la menfia facra ne' tempii tenea luogo di
ara, e chiamavafi Anclabris . Si veda Scaligero a Fe-
Jio in Menfa. Guter. de ver. jur. Pontif. III. 6. Stu-
ckio To. I. 1. II. e. \6. p. 32.0. e To. II. p. 98.
(n) Uno è un fimpulo , 0 fimpuvio , e l' altro
un catino . Euripide v. 244. e in più altri luoghi
di quefia tragedia chiama tali vafi da fiagrificio ~/jp-
vi(3%S . Nel v. 1190. così Toante ad Ifigenia , che
avea detto effer pronta a fiacrificare i due Greci , ri-
fponde.
OvxSv h spyii) xhvlfìeS 1 fytys r£ *°9 j
Or perchè dunque all' ordine non fono
I vafi da lavare, e la tua fpada ?
(13J Così conchiude tifino dificorfio Ifigenia v. 1x32.
e 33-
Noi faremo felici : altro io non dico ;
Ma agli Dei, che conofeono più cofe ,
Ed a te Dea , co' cenni miei lo feovro .
Or fiembra che in quefi' atto appunto di Jpiegar colla
mente i fiuoi voti l' abbia efiprejfa il 'Pittore .
(14) Quantunque Euripidi mn dica, che Ifigenia
fojfe accompagnata da donne : dee pero fiupporfi, che
la lampade , e ì fiacri iftr irnienti , di cui egli fa men-
zione , non poteffero, se non da altri portarfi : giac-
che ella portar dove a la fiat uà della Dea che_ non
potea altri toccare . Onde il pittore le ha aggiunte
due minìflre , che l' accompagnino colla facra fupellet-
tìle.
(if) Nel v. 1212. e feguenti così parla Ifigenia .
Kxì dsxg nbffpsg . .. as?.x; re ?,xy.7rdSìov , tòt, r #àà', oirx
npzbéuqy iyù ^svoicrt, noti dsx y.x&zfcricc.
Già veggo i foreftier , eh' efeon dal tempio,
Della Dea gli ornamenti , e lo fplendore
Della lampada , e tutte l'altre cofe,
Le quali Arate fon da me proporle
Per render puri e gli Ofpiti, ed il Nume .
(16) Nel Catalogo N. CCV1I.
(17) Si e avvertito nella nota (20) della Tavo-
la V., che fi era creduto proprio con alcune dì quelle
pitture , le quali non meritavano illuftrazione parti-
colare per la femplicita loro , riempire qualche vuoto
che reftava fiotto le pitture principali incifie ne' rami ;
ed impiegarfi altre per le Vignette , e Finali . Ora
ejfendofi cominciata la ferie delle pitture dì tal fiorta
rappr e fintanti 'Paefini , ed altre diverfie vedute ; a buo-
na ragione avrebbe dovuto anche quefia occuparvi il
fino luogo : ma la lunghezza non ha permejfo , che se
ne facefie tal ufi» .
TAVOLA XIII.
. Si ve-
TAVOLA XII. 65
/òpra la meiifa («), e vicino a quella due wz// facri (*2).
Ecco Ifigenia nell'atto d'imporre a' cittadini, che fi ten-
gan lontani da quella funzione , e di far alla Dea i fe-
greti voti del meditato rapimento (m). Ed ecco le mi-
ni/Ire (h) della fàcerdoteffa, che portano la lampade ac-
cefa (15) , e tutti gii altri neceflarii finimenti ? che fi fi-
gurano ripofti nella caffa.
L'altro pezzo (**) di quella Tavola, che prefenta al-
l' occhio una graziofa veduta di campagna con edificii,
e periònaggi (*7) merita di efler ammirato, non illuflrato.
1
gli Ermionefi . 'Del re/lo tutti convengono , che la
'Dea Tauri e a fojfe Diana . In fatti è da ojfervarfi,
che il culto di quefia T)ea co' medefimì riti or fan-
guinofi realmente, or con /imboli, fi vede paffato a va-
rii popoli , da' quali ella ebbe varie denominazioni di
Tauropoli , di Municia , di Aricina, di Facelina, e
altre molte . Si veda il Munckero ad Igino Fav. 2,61.
(11) 'Delle menfe fiacre parla Macrobio Sat. III. 11.
Fefio dice che la menfia facra ne' tempii tenea luogo di
ara, e chiamavafi Anclabris . Si veda Scaligero a Fe-
Jio in Menfa. Guter. de ver. jur. Pontif. III. 6. Stu-
ckio To. I. 1. II. e. \6. p. 32.0. e To. II. p. 98.
(n) Uno è un fimpulo , 0 fimpuvio , e l' altro
un catino . Euripide v. 244. e in più altri luoghi
di quefia tragedia chiama tali vafi da fiagrificio ~/jp-
vi(3%S . Nel v. 1190. così Toante ad Ifigenia , che
avea detto effer pronta a fiacrificare i due Greci , ri-
fponde.
OvxSv h spyii) xhvlfìeS 1 fytys r£ *°9 j
Or perchè dunque all' ordine non fono
I vafi da lavare, e la tua fpada ?
(13J Così conchiude tifino dificorfio Ifigenia v. 1x32.
e 33-
Noi faremo felici : altro io non dico ;
Ma agli Dei, che conofeono più cofe ,
Ed a te Dea , co' cenni miei lo feovro .
Or fiembra che in quefi' atto appunto di Jpiegar colla
mente i fiuoi voti l' abbia efiprejfa il 'Pittore .
(14) Quantunque Euripidi mn dica, che Ifigenia
fojfe accompagnata da donne : dee pero fiupporfi, che
la lampade , e ì fiacri iftr irnienti , di cui egli fa men-
zione , non poteffero, se non da altri portarfi : giac-
che ella portar dove a la fiat uà della Dea che_ non
potea altri toccare . Onde il pittore le ha aggiunte
due minìflre , che l' accompagnino colla facra fupellet-
tìle.
(if) Nel v. 1212. e feguenti così parla Ifigenia .
Kxì dsxg nbffpsg . .. as?.x; re ?,xy.7rdSìov , tòt, r #àà', oirx
npzbéuqy iyù ^svoicrt, noti dsx y.x&zfcricc.
Già veggo i foreftier , eh' efeon dal tempio,
Della Dea gli ornamenti , e lo fplendore
Della lampada , e tutte l'altre cofe,
Le quali Arate fon da me proporle
Per render puri e gli Ofpiti, ed il Nume .
(16) Nel Catalogo N. CCV1I.
(17) Si e avvertito nella nota (20) della Tavo-
la V., che fi era creduto proprio con alcune dì quelle
pitture , le quali non meritavano illuftrazione parti-
colare per la femplicita loro , riempire qualche vuoto
che reftava fiotto le pitture principali incifie ne' rami ;
ed impiegarfi altre per le Vignette , e Finali . Ora
ejfendofi cominciata la ferie delle pitture dì tal fiorta
rappr e fintanti 'Paefini , ed altre diverfie vedute ; a buo-
na ragione avrebbe dovuto anche quefia occuparvi il
fino luogo : ma la lunghezza non ha permejfo , che se
ne facefie tal ufi» .
TAVOLA XIII.