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paìmi V.-,,/>o/tt;
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TAVOLA XVIII.(
0 N può ammirarli a baftanza quefta
pittura . O fi confideri la maeftria del
difegno , o la gentilezza del colorito,
o la leggiadria dell' atteggiamento : tut-
to fa riconofcere la finezza dell'arte,
e la perfezione dell'opera. Sembra que-
lla bella e delicata figura (2) effere in
moffa di ballare (3) : e le accrefcono grazia oltre alle fina-
niglie
(0 Nel Catalogo N. TtXXXI. 5.
(x) Altri fofienne , che fojfe una Venere ; ed al-
tri -volle , che rapprefentajfe una di quelle lafcive
ballatrici , che talor nude comparivano . E l' una .
e l' altra congettura conveniva al genere delle libidi-
nes , a cui fi riduceano tutte quefie pitture . E la fe-
conda era propriijfima pel fijtema di colui , che ricono-
fcea in quefie dodici pitture altrettante perfone, che
avean ufo nella cena . Toichè Ateneo IV. 13. p. 153.
e XII. 3. p. 517. sull'autorità di Timeo rrferifce che
i Tofani ufavano ne' lor conviti far fi fervire da don-
zelle ignude . In un marmo preffo il Tommafini rap-
portato anche da Kippingio fi ojj'erva un convito con
donzelle , e ragazzi nudi , che fervono . Si veda il
Tignorio de Servis p. 91. e 9Z. Ne foltanto né" pri-
vati divertimenti, ma anche ne' pubblici teatri com-
parivano le donne ignude : nelle fefie Florali le mere-
trici fi fpogliavano sulla fcena , e faceano a vifia del
popolo de' movimenti , e de' gefii ofcenijfimi . Valerio
Maffimo lib. II. cap. X. n. 8. Lattanzio I. iz.
(3) Il ballo conviene a Venere : Luciano de Sal-
tat. n. io. e II. attefta, che gli Spartani nel danza-
re cantavano alcune canzoni, con cui invitavano Ve-
nere , e gli Amori a ballar con loro . Orazio I. Od.IV.
Jam Cytherea choros ducit Venus imminente Luna,
Junctaeque Nymphis gratiae decentes
Alterno terram quatiunt pede .
Ed Apulejo nell' Afino d'oro lib. VI. parlando del con-
vito nuzziale di 'Pfiche , dice : Venus fuavi muficae
fuper ingrefla , formofa faltavit . In fatti ne' convi-
ti era follenne il danzare . Omero , Cicerone , Lucia-
no , ed altri ne parlano . Ateneo nel libili. cap.XVII.
p. 97. avverte , che in tutte le cene, fuorché in quel-
le de' favii e dotti uomini , i quali co' loro eruditi
difcorfi fanno far lieta la compagnia , s'introduceano
donne che ballavano , e cantavano
e nel lib. IV.
cap. II.
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TAVOLA XVIII.(
0 N può ammirarli a baftanza quefta
pittura . O fi confideri la maeftria del
difegno , o la gentilezza del colorito,
o la leggiadria dell' atteggiamento : tut-
to fa riconofcere la finezza dell'arte,
e la perfezione dell'opera. Sembra que-
lla bella e delicata figura (2) effere in
moffa di ballare (3) : e le accrefcono grazia oltre alle fina-
niglie
(0 Nel Catalogo N. TtXXXI. 5.
(x) Altri fofienne , che fojfe una Venere ; ed al-
tri -volle , che rapprefentajfe una di quelle lafcive
ballatrici , che talor nude comparivano . E l' una .
e l' altra congettura conveniva al genere delle libidi-
nes , a cui fi riduceano tutte quefie pitture . E la fe-
conda era propriijfima pel fijtema di colui , che ricono-
fcea in quefie dodici pitture altrettante perfone, che
avean ufo nella cena . Toichè Ateneo IV. 13. p. 153.
e XII. 3. p. 517. sull'autorità di Timeo rrferifce che
i Tofani ufavano ne' lor conviti far fi fervire da don-
zelle ignude . In un marmo preffo il Tommafini rap-
portato anche da Kippingio fi ojj'erva un convito con
donzelle , e ragazzi nudi , che fervono . Si veda il
Tignorio de Servis p. 91. e 9Z. Ne foltanto né" pri-
vati divertimenti, ma anche ne' pubblici teatri com-
parivano le donne ignude : nelle fefie Florali le mere-
trici fi fpogliavano sulla fcena , e faceano a vifia del
popolo de' movimenti , e de' gefii ofcenijfimi . Valerio
Maffimo lib. II. cap. X. n. 8. Lattanzio I. iz.
(3) Il ballo conviene a Venere : Luciano de Sal-
tat. n. io. e II. attefta, che gli Spartani nel danza-
re cantavano alcune canzoni, con cui invitavano Ve-
nere , e gli Amori a ballar con loro . Orazio I. Od.IV.
Jam Cytherea choros ducit Venus imminente Luna,
Junctaeque Nymphis gratiae decentes
Alterno terram quatiunt pede .
Ed Apulejo nell' Afino d'oro lib. VI. parlando del con-
vito nuzziale di 'Pfiche , dice : Venus fuavi muficae
fuper ingrefla , formofa faltavit . In fatti ne' convi-
ti era follenne il danzare . Omero , Cicerone , Lucia-
no , ed altri ne parlano . Ateneo nel libili. cap.XVII.
p. 97. avverte , che in tutte le cene, fuorché in quel-
le de' favii e dotti uomini , i quali co' loro eruditi
difcorfi fanno far lieta la compagnia , s'introduceano
donne che ballavano , e cantavano
e nel lib. IV.
cap. II.