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I
V
I
98 TAVOLA XVIII.
ni glie d'oro (4) e al monile (s) , quell' intreccio di per-
le (6) e di bianchi naflri (7) , onde ha legati i biondi (8)
capelli ; e la leggiera e fottìi vejle di color giallo orlata
di una fafcetta a color turchino (?) ; la qual vefte fvo-
lazzando ricuopre piccola parte dell'ignudo (io) corpo.
TAVOLA XIX.
cap. II. p-130. deferivendo un convito dice : dopo il
coro de' mufici entrarono le ballerine, altre in abito
di Nereidi, altre abbigliate da Ninfe .
(4) In una bellijjima ftatuetta di bronzo del nin-
feo Reale rapprefientante una Venere ignuda , fi vedo-
no le armille d' oro non a' polfii, ma alle giunture del-
le braccia, e de* piedi. Si ojfervi Bartol. de Arm. $.2.
(5) Virgilio Aeneid. I. 655.
. . colloque monile Baccatum.
ed all'incontro lo flejfo Virgilio Aen.V.
. . . it pecTore fummo
Flexili<; obtorti per coilum circulus auri.
eh' è propriamente il torquis : benché fipejfo il torquis,
e V monile fi confondano . Si veda lo Scheffero de
Torquibus cap. io. e ir.
(6) Eran le perle proprio ornamento di Venere, che
fi volea naia nel mare in una conchiglia di margarite:
quindi leggiamo fipejfo dottate alle fiat uè di quefla T)ea
preziofe perle . Plinio IX. 3 f. e Macroaìo Sat.III.17.
ci afiìcurano , che la bellijjima perla compagna del-
l' altra , che ave a disfatta Cleopatra nell'aceto , fu
divifid in due parti per fame gli orecchini alla fiatila
di Venere . Lampridio ficrive , che V Imperadòr Alef-
findro Severo fece porre alla fatua della fiejfa "Dea
due graffe perle , eh' erano fiate donale all' Imperatrice
di lui moglie . Perciò le donne, che fieguivano il me-
fiier di Venere , amantifiìme erano di adornarfene .
Properzio III. Eleg. X.
Quaeritis , unde avidis non fit pretiofa puellis,
Et Venere exhauftae damna querantur opes ?
Certe equidem tantis canili cit manifcfta ruinis:
Luxuriae nimium libera fatta via ed .
Inda cavis auru'm mittit formica mctailis :
Et venit è rubro concha Erycina falò.
Marziale IX. Epigr. III.
Splendet Erythraeis perlucida maecha lapillis .
Bada legger Plinio IX. 35. per vedere fin dove giun-
to fioffe in Roma il luffo delle 'Dame sul fatto delle
perle: dice tra le altre aver veduta Lo!Ha Paolina:
fmaragdis margaritifque opertam , alterno textu ful-
gentibus toto capite crinibus , fpiris , auribus, collo,
manibus , digitifque . Si veda Bartol. de Inauribus
cap. 6. e 7.
(7) Alarico de Deor. Imagin. dtferive Venere con
una ghirlanda di rofe bianche e porporine , Nelle me-
daglie s'incontra la di lei tefta adorila di naflri ,
e tal volta con monile di perle al collo. Vaillant in
Famiì. Caecil. n. 40. e 43. Avercamp. nella fiefi'a
Fam. Tav. III. n. 4. 5". e 6. Bcllor. in Jul. Caef. n. 7.
(8) Servio sul IV. dell' Eneide al verfo
Nondum illi flavurn Proferpina vertice crinem .
Abftulcrat.
fcrive : Matronae nunquam datus flavus crinis , fed
niger tantum : contra flava coma dabatur meretricibus.
Infatti Giovenale Sat. VI. deferivendo l'Imperatri-
ce Mejfalina , che fiotto le mentite divifie della mere-
trice Licifica proftituivafi, dice
Et nigrum favo crinem abfcondcntc galero
Intravit calidum veteri centone lupanar .
Quindi i Poeti danno la chioma bionda non fiolamen-
te alle donne di partito , come fia Orazio parlando
a Pirra I. Ode. V.
Cui fiavam rcligas comam ?
ma a tutte quelle altresì , che fi lafciarono fedurre
da ' loro amanti , 0 in qualunque altra maniera furo-
no fepraff atte nell' onore. Cosi Euri)'ile Electr. v. 1071.
a Clitennefira J'amofia per l'adulta.0 con Egifto : cosi
Virgilio a 'Bidone Acn. v. 590. per gli amori con
Enea: essi Catullo ad Arianna in Nupt. Pel. & Thct.
per la fina fuga con Tejeo. OJftroano però gli Erudi-
ti , che la rifieffione di Servio non fìmpre Ji trova ve-
ra : dicendo Ovidio di Lucrezia Faftor. II. v. 783.
Forma placet, niveufquc color, fiaviquf captili .
e Virgilio di Lavinia XII. 60 j.
Filia prima marni f/avos Lavinia crines .
Si veda 'l'iraquello ad Alex. Gen. Dicr. V. 18. v.
Meretrice;; flavurn &c. Comunque ciò fia, Valerio Mafi
jìmo lib. II. cap. I. f. e lo Jtejfo Sergio sull'autorità
di Catone avverte: matronas flavo cinere comas un-
dbirafie, ut rutilae eflènt . Per altro non e ancor de-
cifio , se i capelli biondi , 0 i negri fieno i più belli ■
Anaci-conte , ed Orazio m' ragazzi commendano la
chioma nera , e gli occli neri.
(9) Si e già avvertito alt'ove , che le lafcive don-
ne amavano le vejii a color de' fiori : in qufia pittura
potrebbe dirfi efprejfo il color ddgiacinti, se voglia/»
fieguire S. Girolamo in Ezech. cap. 16. n. io , e cap.
2.7. n. Z4. , che chiama il color de' giacinti ceruleo.
(io) Plutarco Conv. qu. IX. Prob. 17.; arlandò del-
le tre parti del ballo ( moto , figura , indicazione ) di-
ce , che la figura era la pofitura , in cui la vallante
refi ava per poco immobile dopo il J'allo , corrifipondente
al perfionaggio di deità , 0 di Baccante , che rappre-
fientava. Pub dunque la nofira ballante figurar una
Venere in atto di /covri-fi. E quefi' atto J'a fiovvenir-
ci di quel , che dice Curzio V. 1. §. 38. , che nella
Per fui le donne ne' conviti comparivano modefi amente
vejlite : avanzandofi la cena, incominciavano a L>-
varfi gli abiti esteriori , e a profanare la verecondia :
finalmente rifiealdate dal vino Ji fiiudavauo interamen-
te : e die qnefio fi praticava non fiolo dalle donne di
Mondo -, ma dalle Matrone ancora e dalle Vergini, le
quali Ji diceano tifar cortejia , ed efifer gentili , nel
compiacere fienza ri ferva a chi le richiedi, a .
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98 TAVOLA XVIII.
ni glie d'oro (4) e al monile (s) , quell' intreccio di per-
le (6) e di bianchi naflri (7) , onde ha legati i biondi (8)
capelli ; e la leggiera e fottìi vejle di color giallo orlata
di una fafcetta a color turchino (?) ; la qual vefte fvo-
lazzando ricuopre piccola parte dell'ignudo (io) corpo.
TAVOLA XIX.
cap. II. p-130. deferivendo un convito dice : dopo il
coro de' mufici entrarono le ballerine, altre in abito
di Nereidi, altre abbigliate da Ninfe .
(4) In una bellijjima ftatuetta di bronzo del nin-
feo Reale rapprefientante una Venere ignuda , fi vedo-
no le armille d' oro non a' polfii, ma alle giunture del-
le braccia, e de* piedi. Si ojfervi Bartol. de Arm. $.2.
(5) Virgilio Aeneid. I. 655.
. . colloque monile Baccatum.
ed all'incontro lo flejfo Virgilio Aen.V.
. . . it pecTore fummo
Flexili<; obtorti per coilum circulus auri.
eh' è propriamente il torquis : benché fipejfo il torquis,
e V monile fi confondano . Si veda lo Scheffero de
Torquibus cap. io. e ir.
(6) Eran le perle proprio ornamento di Venere, che
fi volea naia nel mare in una conchiglia di margarite:
quindi leggiamo fipejfo dottate alle fiat uè di quefla T)ea
preziofe perle . Plinio IX. 3 f. e Macroaìo Sat.III.17.
ci afiìcurano , che la bellijjima perla compagna del-
l' altra , che ave a disfatta Cleopatra nell'aceto , fu
divifid in due parti per fame gli orecchini alla fiatila
di Venere . Lampridio ficrive , che V Imperadòr Alef-
findro Severo fece porre alla fatua della fiejfa "Dea
due graffe perle , eh' erano fiate donale all' Imperatrice
di lui moglie . Perciò le donne, che fieguivano il me-
fiier di Venere , amantifiìme erano di adornarfene .
Properzio III. Eleg. X.
Quaeritis , unde avidis non fit pretiofa puellis,
Et Venere exhauftae damna querantur opes ?
Certe equidem tantis canili cit manifcfta ruinis:
Luxuriae nimium libera fatta via ed .
Inda cavis auru'm mittit formica mctailis :
Et venit è rubro concha Erycina falò.
Marziale IX. Epigr. III.
Splendet Erythraeis perlucida maecha lapillis .
Bada legger Plinio IX. 35. per vedere fin dove giun-
to fioffe in Roma il luffo delle 'Dame sul fatto delle
perle: dice tra le altre aver veduta Lo!Ha Paolina:
fmaragdis margaritifque opertam , alterno textu ful-
gentibus toto capite crinibus , fpiris , auribus, collo,
manibus , digitifque . Si veda Bartol. de Inauribus
cap. 6. e 7.
(7) Alarico de Deor. Imagin. dtferive Venere con
una ghirlanda di rofe bianche e porporine , Nelle me-
daglie s'incontra la di lei tefta adorila di naflri ,
e tal volta con monile di perle al collo. Vaillant in
Famiì. Caecil. n. 40. e 43. Avercamp. nella fiefi'a
Fam. Tav. III. n. 4. 5". e 6. Bcllor. in Jul. Caef. n. 7.
(8) Servio sul IV. dell' Eneide al verfo
Nondum illi flavurn Proferpina vertice crinem .
Abftulcrat.
fcrive : Matronae nunquam datus flavus crinis , fed
niger tantum : contra flava coma dabatur meretricibus.
Infatti Giovenale Sat. VI. deferivendo l'Imperatri-
ce Mejfalina , che fiotto le mentite divifie della mere-
trice Licifica proftituivafi, dice
Et nigrum favo crinem abfcondcntc galero
Intravit calidum veteri centone lupanar .
Quindi i Poeti danno la chioma bionda non fiolamen-
te alle donne di partito , come fia Orazio parlando
a Pirra I. Ode. V.
Cui fiavam rcligas comam ?
ma a tutte quelle altresì , che fi lafciarono fedurre
da ' loro amanti , 0 in qualunque altra maniera furo-
no fepraff atte nell' onore. Cosi Euri)'ile Electr. v. 1071.
a Clitennefira J'amofia per l'adulta.0 con Egifto : cosi
Virgilio a 'Bidone Acn. v. 590. per gli amori con
Enea: essi Catullo ad Arianna in Nupt. Pel. & Thct.
per la fina fuga con Tejeo. OJftroano però gli Erudi-
ti , che la rifieffione di Servio non fìmpre Ji trova ve-
ra : dicendo Ovidio di Lucrezia Faftor. II. v. 783.
Forma placet, niveufquc color, fiaviquf captili .
e Virgilio di Lavinia XII. 60 j.
Filia prima marni f/avos Lavinia crines .
Si veda 'l'iraquello ad Alex. Gen. Dicr. V. 18. v.
Meretrice;; flavurn &c. Comunque ciò fia, Valerio Mafi
jìmo lib. II. cap. I. f. e lo Jtejfo Sergio sull'autorità
di Catone avverte: matronas flavo cinere comas un-
dbirafie, ut rutilae eflènt . Per altro non e ancor de-
cifio , se i capelli biondi , 0 i negri fieno i più belli ■
Anaci-conte , ed Orazio m' ragazzi commendano la
chioma nera , e gli occli neri.
(9) Si e già avvertito alt'ove , che le lafcive don-
ne amavano le vejii a color de' fiori : in qufia pittura
potrebbe dirfi efprejfo il color ddgiacinti, se voglia/»
fieguire S. Girolamo in Ezech. cap. 16. n. io , e cap.
2.7. n. Z4. , che chiama il color de' giacinti ceruleo.
(io) Plutarco Conv. qu. IX. Prob. 17.; arlandò del-
le tre parti del ballo ( moto , figura , indicazione ) di-
ce , che la figura era la pofitura , in cui la vallante
refi ava per poco immobile dopo il J'allo , corrifipondente
al perfionaggio di deità , 0 di Baccante , che rappre-
fientava. Pub dunque la nofira ballante figurar una
Venere in atto di /covri-fi. E quefi' atto J'a fiovvenir-
ci di quel , che dice Curzio V. 1. §. 38. , che nella
Per fui le donne ne' conviti comparivano modefi amente
vejlite : avanzandofi la cena, incominciavano a L>-
varfi gli abiti esteriori , e a profanare la verecondia :
finalmente rifiealdate dal vino Ji fiiudavauo interamen-
te : e die qnefio fi praticava non fiolo dalle donne di
Mondo -, ma dalle Matrone ancora e dalle Vergini, le
quali Ji diceano tifar cortejia , ed efifer gentili , nel
compiacere fienza ri ferva a chi le richiedi, a .