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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 2) — Neapel, 1760 [Cicognara, 2645-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3733#0022
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U

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io TAVOLA IL

tri, di cui è ripieno il calettino cilìndrico ("), che fi ve-
de accanto alla Tedia ("). La velie di Clio è di color pao-
nazzo, la fopravvefte è di un ro^0 o//w ; e la fimbria di
un turchino chiaro, alterato però alquanto dal tempo (13).
Gli orecchini, e le [maniglie $ oro , che in quella (h) ,

e in

fronte una cartella f7r;TTÌxwv), in cui era fcritto: Ni-
codromo lo face a, 'Nixofycy.og scoisi. Così fcrìveano, co-
me altrove fi e ojfervato con 'Plinio, gli Scultori e i
'Pittori nelle loro opere per lo più nel ttmpo pen-
dente : e così ancora potrebbe dirfi , che fi fcrivea
in fimili pezzetti di carta appiccati a' -voltimi , per
efempio : Filodemo fcrivea . Forfè da' Latini fi chia-
marono Tituli. Seneca parlando di coloro che tengono
gran libraria per fola ornamento delle camere dice de
Tranquil!. An. cap. 9. Cui voluminum fuorum frontes
maxime placent , titulique ? Ovidio Trift. I. El. I.
<Sf. 66.

Si quis erit, qui te, quod fis meus, effe legendum
Non putet, e gremio rejiciatque Tuo ;

Infpice , die , tìtulum : Non min praeceptor A-
moris :
Comunque fia tutto ciò , che non fu interamente ap-
provato , altri volle fofpettare , che quel pezzetto di
carta, pelle , 0 altro che fiafi, fervijjè per flringere il
volume , e tenerlo chìufo , come con qualche najlro
0 fimil cofa fogliamo fermare i rotoli, perchè non fi
slarghino .

(11) Primieramente è da ojfervarfi , che fitua-
vanfi perpendicolarmente ì Volumi , affriche non

fi fchiacciajfero , fé fi metteano a traverfo l' un
fopra r altro ; ed oltracciò , che ficcome una fola ce-
fia di libri qui fi vede , così le librerìe dì fimi li cafi
fettinì eran compofie . Catullo feufandofi con Malli0
perche non gli mandava ì verfi rìckìefiì , tra le al-
tre ragioni dice di non aver fico i fuoi libri , e che
una fola delle molte caffette ave a condotta :
Huc una e multis cafjfula me fequitur.
Quefte calettine diceanfi ancora fcrinia. Oratio Ep.i.
lib.ìl. v. . .

... & prius orto
Sole vigil calamum, & chartas, & fcrinia pofeo.
Ovidio Trift. I. El. I. v. 105. e feg. così parla al
fuo libro :

Quum tamen in noftrum fueris penetrale receptus,

Contigerifque tuam , fcrinia curva, domum.-
Afpicies illic pofitos ex ordine fratres,

Quos ftudium cunftos evigilavit idem .
Cetera turba palam titulos oftendit apertos,
Et fua detecta nomina fronte gerit.

(12) E' da ojfervarfi la .ferratura . Par che il
coperchio fia da una parte attaccato al caffettino , e
dall' altra fi fermi con chiave, 0 con altra cofa-, co-
me fogliam far ne'panieri.

(13) Si volle dir qualche cofa fui perche la Sto-
ria compariva in ve/le ofeura, la Comedia verde, la
Tragedia rolla, l' Aftronomia gialla: ma fi vide, che
vi era più del capriccio , che del mìftero .

(14) Gli ornamenti, e le gemme e l' oro eran pro-

pri! di Venere . Diana e Minerva , che fi credeano
vergini cafte e lontane dagli amorì, fi rapprefenta-
vano in abito femplìce e fchietto . Credea Pitiagora
che le gemme e l' oro e gli altri donnefchì ornamen-
ti fuffero contrarli al buon coftiime -, e ridujfe colle fue
ragioni le donne dì Cotrone a dìfabbigliarfi. Gìuftiw
XX. 4. Ma vi fi tempo in cui fi agitò in Italia con
molto fervore la dìfputa,fe conveniva alle donne onefle
il vejiire di gala e l'adornarfi con tuffo. Sì veda S. Gi-
rolamo che gìuflifica le donne Ep. ad Gaudent.^W.e'xoc-
[xov genus eft femineum: multafque edam infignis pudi-
citiae, quamvis nulli virorum, tamen feimus fibi liben-
ter ornari . "Può anche ojfervarfi un luogo bcllifitmo
dì Luciano de Domo VIE in cui loda la fuffitta di
una co fi, perche vi fi vede a adoperato con proprietà
e con giufta difiribuzione l' oro , non con abufo, ma
quanto anche in una donna pudica , e bella baili a
renderne più controdiftinta la bellezza , o un fotti!
monile intorno al collo, o un dilicato anello nel di-
to , o nelle orecchie ì pendenti, o qualche fibbia,
o un najtro per raccogliere la fparfa chioma, che tan-
to aggiunga alla naturai vaghezza, quanto a una vede
la porpora . Non ifeonvengono dunque gli ornamen-
ti che qui fi vedono alle Mufe , quantunque credute
vergini. Tttodoro IV. 7. fcrìve, che le Mufe fi cre-
deano Vergini , perchè le virtù vere fono incorrotte ,
Neil' Antologia lib. I. slq NxsiX.fi legge un grazio fio
Epigramma , da Diogene Laerzio attribuito a Plato*
ne, e dottamente illujlrato dall' Aver ani Diilcrt. LV.
e LVIH. in Anthol.

A' Kvltpig Métraiirt , Kopdcrict, tàv NQpoàfrccu

TlfJ.S,T , ìj TÒV 'époV V[JL[llV £(p07TÀtffO[J.CIU.

%'at MSaai norl Kvxfw • Kgei là <rup:ÓXa. fcasv».

Hfi.'i'V (T CU 7CSTXTXI T8T0 TÒ 7TCCld'CCpiOV .

Così Venere un dì parlò alle Mufe .
Ubbidite , o Ragazze, al noftro impero 3
O armato contro voi manderò Amore.
Ma le Mufe riipofero a Ciprigna:
Dì pure a Marte tuo cotefte ciance,
Che a noi non vola, nò, quello fanciullo.
Luciano nel Dialogo di Venere , e di Cupido fa
confeffare ad Amore , eh' egli non trova tempo da in-
fìnuarfi nel cuor delle Mufe , perche fono fempre oc-
cupate. Ovidio in Rem. Amor. v. 139.

Oria fi tollas, periere Cupidinis arcus.
e poco dopo :

. . . finem qui quaeris Amori,
Cedit Amor rebus, res age, tutus eris .
Ma Omero fieli' Inno a Venere dicendo, che tre fo-
le Minerva , 'Diaria , e Vefia fono efinti da' piaceri
di Venere , par che tolga alle Mufe il pregio della
verginità . In fatti ad ogni Mufa affegnano qualche
figlio . Giacinto fu figlio dì Clio, e Re fio fu figlio di

Euterpe,

K'hd #* fiu ,
tódi Nettuno

Tom.II.i
 
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