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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 2) — Neapel, 1760 [Cicognara, 2645-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3733#0034
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*■

I



55*

1



a

22

VOLA IV.

corte maniche che non giungono al gomito ; e turchi-
na ancora è ìa fopravvefte (4), onde è cinta a più rivol-
te . Tra quella e quello fi vede una corta tonaca
di color rojfo chiaro e fenza maniche (5). Ha quella
Mufa nella finiftra mano una mafehera tragica (6), e fi
appoggia colla delira fopra una clava (?). Sotto fi leg-
ge

detti ci -Képi tòv hiévuffov tsyfÌTCCi, gli artefici di Bacco.
Gelilo XX. 3. Riferì/ce Paufiania I. z. che in Ate-
ne era dedicata la cafa di Polizione a Bacco , det-
to Melpomeno, per la fteiTa ragione, per cui Apol-
lo fi chiama Mufageta : Atóyocrov òs tStcv xatScri
Ms?>7tó(JLSvov siti X.óyco rotufe , i<p ìitoirnsp AtìcìJ.uvqc
Maaccyérriv . E prejjo Arijtofane nelle Ranocchie, Bac-
co e ti giudice de' due poeti tragici Efchilo , ed Eu-
ripide. 'Dopo avvertito tutto ciò fi propofro per dar
una ragione più verifimile, e più propria della clava,
che ha in mano la Tragedia, due congetture. La pri-
ma più femplicc , e forfè mino lontana dalla vera , fu,
ci. e la clava dinotajfe le azioni degli Eroi general-
mente ; poiché non il folo Ercole , ma tutti 1 primi
Eroi tifarono la clava . T>i Aretco fa menz iene Ome-
ro II. ij. v. 136. e di Terifete Plutarco in Thef. det-
ti dall' ufo della clava Corineti . Anzi le più an-
tiche arme furono le mazze. Orazio lib. I. Serra. III.
v. 99.

Quum prorepferunt primis animalia terris,
Mutum & turpe pecus , glandcm atque cubilia

propter
Unguibus & pugnis, àcìnfuftibus, atque ita porro
Pugnabant armis, quae polì fabricaverat ufus.
Lucrezio lib. V. verfo il fine :

Arma antiqua manus , ungues, dentefque fuere,
Et lapidcs , & item fylvarum fragolina rami,
Et flammae atque ignes , poftquam funt cognita

priinum .

Pofterius ferri vis cri, acrifijac nspcn»;

Sed pnus aeris erat , quam ferri cognitus ufus.

U'altra congettura fu , che la Olava in mano della

Tragedia rapprtfinti non altro , che l' antico feettro,

infegna de' perfionaggi Sovrani , le cui azioni fono il

fioggetto della tragica poefia . Si avverti a quejlo pro-

pofiio, che fCìtaXov clava, e ery.yjmgcv lo feettro , Jorio

finonimi , e fpefi'o tra loro fi fi ambiano . Pindaro

Ol. VII. v 51. dice , che Tlepolemo uccifie Licmnio

Con uno feettro di ben dura oliva.
Si veda Errico Stefano in ~2xvJ7tTpov 'Omero II. a.
v. X34- e fegg. cosi fa parlare Achille :

Per quello feettro , che più frondi e rami
Non produrrà , da che lafciò il primiero
Tronco ne' monti, né farà germoglio
( Se il ferro e fronde tolfegli, e corteccia )
E eh' ora i Greci Giudici, e coloro,
Che per Giove araminiftrano giuflizia,
Portano in man: per quello feettro io giuro,
E quello a te farà gran giuramento.
Altro dunque non era l'antico feettro, che un ramo
d' albero , talvolta con qualche ornamento . Ed era
ben grande ed alto , dicendo lo fiejfo poeta II. §, che

Agamennone

e da 'Platone de Rep. lib. Vili, è così definito :
lydriov zoixiXov ■xà'trtv uvQsat zsTrotxiXfJLévov , 1' abito pe-
cilo è indanajato di ogni forta di fiori. Altri volle,
che gli abiti pecili fojj'ero lifiati, Si veda la nota (9)
della Tav. IV. del To. I.

(4) 'Polluce IV. 118. parlando degli abiti delle
donne tragiche, dice : ywMXti'ag ( Tpceytxtjg 7'y.svìjc ) Js
avpTÒg TtopfòjpSg, •nupà:"/\xo MfKÒv . . . tò ìs hif>)-r,^a
•yXzvxov, appartiene al tragico apparato donnefeo il
firto purpureo } il parapechi bianco , e la fopravve-
fte cerulea.

(5) Nel cit. 1. di Luciano fi danno eC Tragici
fflapuiosg, TtpoyoerptS'ux , xaì vupiciTtct . E vi fu tra
noi chi s' impegnò a dar conto di quefii tre abiti
per riconofeere in ejfi le vefti , che nella noftra pit-
tura fi vedono . Altri per dar ragione di quefta to-
naca corta nominò la fiftide, che da Snida in £vr&,
da Polluce , da T'lucano , e da altri e afiegnata d
Tragici; e lo Scoliafte di Arifiofane in Nub. v. 70.
chiama itopcpupiSa, , Ma fi oppofie un altra luogo del-
lo Scoliafte fiejfo in Lyf. v. 1191. dove la ìv?lg è
detta •yvtaiKSÌog 7toS)jpi]g yjtùv ; tonaca talare da
donna.

(6) Luciano de Saltar, dice, che la per fona tra-
gica altro non fio, , che un uomo , il quale affetta
con fcarpe alte una lunghezza fproporzionata , e
che cuovre il volto con mafehera, che forge, e s'in-
nalza fopra la tefta , slg [xf/xog àppv8[/.ov t}axi]y.svog àv-
Qpmog , èufictTcug v^rjXcìg èi:o'/é[Jisvoc , tepójunov v~sp
XE<jozX?is dvottsivófism smx.slpi.swg. Polluce deferivendo
le mafehere tragiche IV. 123. dice: Cf'yxcc Ss ssv rò
vzsp to irpocruTtov avsypv stg v^Jog, Axpàosiast tu o"xyr
(Jluti : Onco è queir aitura prominente sulla mafehera,
che rapprefenta la figura del (A) lamda . Nota qui-
vi il Kuhnio, che si fatta mafehera diceafi iuperfi-
cies da' Latini.

(7) Non fiolamente in quefta pittura , ma in al-
cuni marmi pubblicati dallo Sponio Mifc. Er. Ant,
p. 44. e 46. e in una delle medaglie di Pomponio
Mufa , fi vede la Mufa Tragica appoggiata a una
clava . E par che gli Eruditi convengano in dire,
che ciò abbia riguardo ad Ercole, 0 perche egli avea
il fiopranome di condottier delle Mufie, come nelle fiefi
fi medaglie di Pomponio fi legge ; e nel far cofago del-
la villa Mattei prejjo lo Sponio , e in qualche altro
monumento fi vede Ercole traile Mufie } 0 perchè le
azioni di Ercole fiaccano il Joggetto principale delle
Tragedie j 0 finalmente perche ad Ercole Jì ajferifce
da alcuno confagrata la Tragedia . Benché veramente
Arifiofane ad Ercole attribuifica la Comedia, non la
Tragedia , la quale piuttofto potrebbe appartenere a
Bacco , a cui tutti gì' ijlrionì eran fiagri, e perciò



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