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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 2) — Neapel, 1760 [Cicognara, 2645-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3733#0217
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TAVOLA XXXV.

IMILISSIME tra loro, e corrifpondenti
in tutto a quella della Tavola precedente
fono le tre pitture, che qui fi vedono
unite infieme. Tengono tutte tre que-
lle figure ugualmente ìgnude, e coro-
nate , e colla teda avvolta di bende,
un ramo di oliva in mano ; la prima,
come quella della Tavola precedente, nella dejìra, le due
altre ncìh/lmjìra: e nell'altra mano la prima ha un di/co9
le due un canejlro , in cui comparifce appena tal cofa,
che pel colore Ivanito non ben fi diftingue (2). Sulla
tefta fi ofierva lo fteflb finimento, fé non che nella pri-
ma, eh'è più confervata; fi vedono, come due arpagi-
ToM.IL Pit. M m ne tuli

(i) Nel Catalogo N. CLXXXVIIl. N. CXC.
e N. CXCIII. Fmono tutte trovate nello ftejfo luogo
negli fcavi di Portici infieme con quella del N. CXIII.
già veduta nella Tavola precedente } a cui corrifipondo-
no , e fon compagne.

(2.) Si è già accennata V opinione nella nota (6)
della Tav. precedente di chi credette poterfi in quella
figura riconofeere un Camillo, 0 mìmfiro di facri fiati-,

e su tal idea può dìrfi un vafo facro, 0 altra cofa
appartenente ad offerta , 0 a Jacrifizio , quel che
nel difeo , e nel caneftro fi vede . Tutto conver-
rebbe per tal penfiero ; e la nudità ne' minifiri fia-
cri 0 di tutto l'I corpo , 0 di parte , è offervata dal
Sauberto , e dallo Stukio , de facrific. e dal Begero
Th. Br. p. 14.3. Ed e noto, che delle vittime par-
te fi bruciava in onor degli dei 3 e 7 refi ante fi dì-
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