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TAVOLA XLVL
L quadretto, che forma il />m#0 (l) pez-
zo di quefta Tavola, contiene due mez-
ze figure di d0//#<? : la ^ri/^z con tty*?/-
/i fciolti, e che le ricadono sulle /palle,
con pendenti di perle alle orecchie , e
con ray?* a color tvrd? cangiante, tiene
un dittico ^ aperto colla fmiftra ; e nel-
la deflra ha lo ftile a color di ferro , la di cui />##;i tie-
TomJILPit. Pp
(i) Sei Calai U. CCXLIV. Fu trovato negli
fcavi di Portici .
(2) Si è già notato in altro lurgo, che i biglietti
d'amore chiamavanfi dittici con lo Scoliate di Giove-
mie su quelle parole Su. IX. 36. biandae afiiduae,
denfaeque tabeilae follicitent : dove par , che debba
così fpiegarfi : le lufinghiere , frequenti , e lunghe
lettere : intendendo denfae per ripiene di molti verfi
per perfuadere l'amico: così Aufonio Ep. 137-
Inftarque denfae grandinis
Torrente lingua perftrepo.
non potendofi la parola denfae /piegare per fpeffe, 0
frequenti, avendo già detto afiiduae; né per volumi-
nofe , e contenenti più carte ; giacché è noto, che di-
ceanji dup'.ices da' Latini , perchè conteneano due fole
tavolette. Ovidio Am. I. El. XII. 27.
Ergo ego vos rebus duplices prò nomine fenfi :
Aufpicii numerus non erat ipfe boni.
ne
lenchè per altro anche a tre ■pagine fervivano per
gì' intrighi amorofi: Marziale XIV. 6.
Tunc triplices noftros non villa dona putabis :
Quum le venturam fcribet amica tibi.
Si no?ò qui, che generalmente i biglietti, anche amo-
mfi,fi diceano codicilli. Petronio cap. 129. Codicil-
lofque mihi dominae fuae reddidit . Ojferva ivi il
Gonzaks , che i Codicilli fi mandavano folo ai pre-
fetti : Tacito Annal. IV. componit ad Caefarem co-
dicillos : moris quippe tum erat , quamquam prae-
fentem fcripto adire: E Seneca Epift. 55. Video te,
mi Lucili , quum maxime audio : adeo tecum fum,
ut dubitem an incipiam non epiflolas , led codtcìllos
tibi fcribere. // primo , che cominciale a tifar bigliet-
ti per affari, fu Cefare , come dice Plutarco , in
Caef. p. 716. TiéysTtu Ss xcu rò Sd ypxfi/xolTUV
Tc7g Qi'Aoig òjjx/sId , Kcci'sapx npchov iinxmmadxt,
T/ì» kcctcÌ npóaunoìt hreuty 'ónep 1Z1) snstyó/Tav ts
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(2) Si è già notato in altro lurgo, che i biglietti
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mie su quelle parole Su. IX. 36. biandae afiiduae,
denfaeque tabeilae follicitent : dove par , che debba
così fpiegarfi : le lufinghiere , frequenti , e lunghe
lettere : intendendo denfae per ripiene di molti verfi
per perfuadere l'amico: così Aufonio Ep. 137-
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Torrente lingua perftrepo.
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frequenti, avendo già detto afiiduae; né per volumi-
nofe , e contenenti più carte ; giacché è noto, che di-
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Tunc triplices noftros non villa dona putabis :
Quum le venturam fcribet amica tibi.
Si no?ò qui, che generalmente i biglietti, anche amo-
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lofque mihi dominae fuae reddidit . Ojferva ivi il
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fetti : Tacito Annal. IV. componit ad Caefarem co-
dicillos : moris quippe tum erat , quamquam prae-
fentem fcripto adire: E Seneca Epift. 55. Video te,
mi Lucili , quum maxime audio : adeo tecum fum,
ut dubitem an incipiam non epiflolas , led codtcìllos
tibi fcribere. // primo , che cominciale a tifar bigliet-
ti per affari, fu Cefare , come dice Plutarco , in
Caef. p. 716. TiéysTtu Ss xcu rò Sd ypxfi/xolTUV
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