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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 4) — Neapel, 1765 [Cicognara, 2645-5]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9171#0018
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a TAVOLA I.

ve , che ftringe colla mano corrifpondente il fulmine (l\
e di additargli con efpreffione \o fcettro, o afta che dir
fi voglia, tenuta da Giove colla fmiftra ma?io W # Un ar-
co ce/ejìe M taglia a traverfo il quadro \ e più indietro

pofa

da VoJJÌQ Etymol. in Juvo ; e Clerc a Efiodo Th. Staveren raccoglie gli efempj da Paufania dì fatue

V, 457, dopsCs, fJLOtyó;, épMTixÓQ , ftupratore, aduU di Giove col fulmine nella dejlra , e talvolta col ful-

tero, amante de' ragazzi,*? dW/o da Clemente Alef- mine tenuto colle due mani: e avverte, che lo fcettro

fandrino Ttporp, p, 23. <? da Catullo fiejfò Cairn. 67. di Giove è detto da Diogene Laerzio , e da J'ambli-

V, 140. è chiamato omnivolu§ , amante di tutte le co fecondo il penfiero di Pittagora , di cipreffo : fi

belle donne. Ma ficcarne ingiuri ofa alla divinità era veda il Giunio Anim. I. 20. Menagio a Diogene Vili,

quefta idea , che il volgo avea di Giove ; così empio 10. il Kuftero a Jamblico in Pythag. cap. 28, e Cu-

era del pari il fentimento di coloro , i quali per aU pero Apodi. Hom. ideile medaglie , e ne' marmi

lontanar/? dal penfar comune diceano di non faper di fpeffo fi vede col fulmine nella dejlra , e con lun-

Giove alt*Q ? il ■Rome ; Euripide nel principio ga afta , 0 fcettro nella finiftra : fi veda Begero

della Melanippa; 1. c, e febbene talvolta il fulmine fieffo fi dica fcettro

%SbQ af/c istV » 8* yxp 01 Sol t$\Y}) tóyq — KJluw. di Giove ( fi veda Antonino Liberale cap. 6, dove

(3) Infiniti fono i luoghi de'poeti , in cui è de- però il Berkelio crede doverfi intendere lo fcettro, non
fcritto Giove col fulmine ; // quale per altro a lui il fulmine ; febbene il Munkero offervi , che mai l'Aqui-
propriamente appartiene , avendoglielo fabbricato i Ci- la fi dica fceptrigera , ma armigera di Giove : ful-
clopi nella guerra contro i Titani ( Ap'oliodoro fra.) ; minis miniftrum alitem la chiama Orazio ): è certo
e le ragioni pojono ved§rfi in VoJJio Idol, Iti. 8. Anzi che il fulmine conviene a Giove fdegnato , e vindice
febbene gli Etrufci, e anche i Romani deffero fulmU de* delitti ', lo fcettro a Giove placido , e padre de-
ri ad altri dei ( fi veda Demjìero Etr. Reg. HI. 3.); gli uomini , e degli dei . Infatti lo Scott Hom. Apoth.
avverte nondimeno Servio Aen. I. 46. che molti ere- Expl. p. 312, To. II. di Poleni , rfferva , che il
deano , che i fulmini fojfero del fola Giove , de' quali Giove , che fi vede nel marmo d<?//'Apoteofi d'Ome-
fi fervevano anche gli altri dei » come di Minerva ro, dovendofi prendere per /'Eliconio, 0 pel Miliehio
dice ivi Virgilio ; cioè Soave ( di cui fi veda Paufania I. 37. IL 20.

Ipfa Jovis rapidurn jaculata e nubibus ignem : Tucidide I. 126. ); perciò fi vede fenza il fulmine,

0 lo jleffb Grammatico offerva Aen. X. 177. che il ma col folo fcettro . Comunque fia, lo fcettro era così
fok fulmine di Giove dava gli augurii ; e Plinio IL proprio di quejlo dio , che nel far le convenzioni pub-
52. crede che H fulmine foffe parte del corpo Jleffo Miche fi giurava sullo fcettro , quafi quejìo fffe l'im-
del pianeta Giove , e perdi} riteneffe la virtù divina- magine del fimulacro di Giove, come dice Servio Aeri,
toria . Manilio preffo Arnobio lib. 3. p-54- anche avver- Xll. 206. «SV avvertì a quejlo propofito , che Minuzia
U, che gli altri dei ,a' qitali fi attribuiva il fulmine, Felice cap. 18. p. 171. dice , che i Gentili invo-
«ton ujavano il proprio , ma quel di Giove : fi veda cavano anche Jovem pripcipem ; del qual aggiunto ,
Qupro Apoth. fjom, e Harpocr. p. 98. e fegg, e'I non vi è efempio negli Autori , che ci refi ano, come
Burmanno de Jove Fulger. cap. 15.e Meurfio a Licofro- nota ivi Gronovio ; il quale offerva che Platone nel
me v, 382. dove offerva > che a Giove fi attribuivano Timeo fcrive Q {J-Sgxg Yty$ixàv eV oùpctvu Zsvg, magnus

1 fulmini rofli ; a gli altri dei i fulmini bianchi, p dux in caelo Jupiter : e prejfo Ovidio Fajl. VI, 37. di-
rieri : in fatti a Giove fi leggono in Livio lib. 32, ce di se Giunone: Regina vocor, princepfque dearum.
dedicati i fulmini d'oro; a Minerva , e a Giuno-- (5) E' noto , che dell'arco celefte gli antichi ne
me i fulmini d' argento . Giunone Jleffa preffo Stazio fecero una divinità, che difero Iride , figlia di Tau-
Theb I. 258, dice a Giove : mea fulmina torques : mante, e di Elettra ; EJìodo 6. 265. lo Scolio/le di
dove fi veda lo Scoli afte .. Oltracciò Fomuto de N. D. Apollonio II. 286. e altri: onde Cicerone de N. D.
6. dà anche a Rea il fulmine .* e così parimente feb^ HI. dopo Platone nel Teeteto , dice effer ciò deriva-
cene la quercia foffe Valbero proprio di Giove { fé ne to dalla maraviglia, che producea negli uomini quella
vedano le ragio.ni in Servio Aen-VI. 752. ) e preffo ì varietà di colori ■ Il nome d'Iride da Euftazio II. I.
Celti il fimulacro di Giove altro non era, che un'alta p. 49. è dedotto da si pei» , che vuol dire avvifare
quercia , come dice MaJJimo Tirio Serm, 38. ad ogni dn&yyé^TiSiv, onde anche è detto 'èp[xy\c , Mercurio;
modo la quercia è data da Afollodoro III, e da Aprì* perchè così l'uno , come C altra erano gli nuncii degli
Ionio Arg, I. anche a Rea , come offerva il VoJJio dei, e particolarmente di Giove: infatti Efiodod.ySo.
Idol. V. 48. Del rejlo frequentami fono gli aggiunti dà a Giove per tneffaggiera Viride ; e Omero II. XVII.
di Fulminante , Fulgurante , Tonante dati a Gio- Wòre ito$Qvpsw (pi!/ tìyyjTolei varico-ri

ve , che in una ifcrizione prejfo Gruferò XXI. 6. fi Zsùg s'£ égotvóOey t rspag Ìmjlsvcli n noX^otò,

trovano uniti ,' Per quel che riguarda poi la chio- H" xoti ysi[AWog Sic&0L?i7tsós •

ma, la barba , la difpofizion dell' abito di Giove , fi Come Giove dal Ciel la rofieggiante

Veda ]Bufebio P. E. 'III. 9. e Begero Th. Br. p. 81. Iride fpande agli uomini, eh'è fegno

(4) Albrico D. I. 2. deferive Giove col fulmine Di guerra , o di tempefta.

mila delira , e collo fcettro nella finiftra : dove lo dove JZuflazio , e lo Spandano iredono , the fi 4th

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