26 TAVOLA VII.
da W 9 oltre alle folite infegne , tiene nella deftra
una patera ^.
Staveren ad Igino Fab. 204- All' incontro colia Cor.
pacchia in mano fi vede» preffo i Mefi'enii nella Città
di Corone al riferir di PaufdnialV.34.Vi è nella rocca
allo {'coverto una ftatua di bronzo di Minerva, che tie-
ne in mano una cornacchia ; ya?j&v iv dxgonfatt tyiq
A'fyvag to ayaZfid estv fo Ù7tmQpct , Mpàvyjy èv TÌj
)isi?ì 'éy^cct • & nota l'inimicizia tra quefli due uc-
celli ( Eliano H. A. III. 9. ) , oltre alla favola,
jperchè Minerva faccio da se la Cornacchia , e prefe
la Civetta , riferita anche da Ovidio IL Met. 565.
dove Coronide così parla;
... Ut dicar tutela pulfa Minervae,
Et ponar poft no&is avem.
X>el refto molte , e diverfe fon le ragioni penfate da'
Mitologi dell' ejfer la Civetta facra a Minerva, trai-
le quali la più comune è , perchè la Civetta vede an-
che la notte , ficcarne la prudenza riconofee il vero an-
che a traverfo dell' ofeurit'a ; 0 perchè V uomo prudente,
V uomo ftudiofo, e l'artefice attento , dee vegliare an-
che la notte . Le ragioni , che ne porta Marziano Ca-
tella Praefat. lib. VI. fon due :
Glaucam dant volucrem, quod lumine concolor
igni es,
Tuque ignis flos es, cluis & y^mumnig K'QfyY].
An mage no&ividae tibi traditur alitis ulus,
Qyod vigil infomnes ducat follertia curas?
jLa prima delle quali ? cioè del color ceruleo degli oc-
chi così della dea, come dell'uccello, da Fomuto N.D.
20. è prefa per la fimilitudine del color dell' aria , che
tappr e fondava fi da Minerva , come fi è detto altro-*
ve , ( e può vederfi in Diodoro I. 12. ) ; e 7 dirfi
da Capella , che Minerva è il fior del fuoco ,
Combina colla natura dell' etere purijfimo, eh'è lupar-
ie più fiottile , e più mobile della materia, che anzi
Credeafi dagli antichi la caufa , e 7 principio di tut-
to il moto ; onde Eraclito , Democrito , Zenone, Ip-
$afo , e altri preffo Stobeo Ecl. Ph. cap. J, e preffo
Clemente Aleffandrino ixpOT. p. 19. diceano, che la na-
tura divina era net fuoco. filon è però da tacerfi, che
V altra ragione portata da Fomuto del darfi gli occhi
azzurri a Minerva in fogno di ferocia , perchè così
gli hanno le pantere, e 1 leoni , è contraria alla gra-
ve teflimonianza di Majfimo Tirio Differt. XIV.
( 0 XXVI. ) 6. p. 157. il quale nel deferivere la Mi-
nerva di Fidia ( formata ad eximiam fpeciem pul-
critudinis, come dice Cicerme Orat. 2. ) , la chia-
tna napdèvov xctPirìv , y7ia.vn.clmv, ùtyTdpt, come fe foffe-
tro due parti di quella perfetta bellezza , V occhio
«zurro , e V alta ftatura . Corrifponde quefto alla gra-
zìofa rifefilone di Luciano Charid. ir, sulla naturai
premura , che hanno tutte le donne di effer riputate
ielle; ySiov h §V dxwat tewfasvog yì Wpx , yj npsff-
($ct fece, tìoydTVp psydte K/joVa . 'AQyivì] ò' m h (38-
TaiQelin Tpnoyévstct npò t3 VAavurnig xctxfivèsti : più
caro è a Giunone il fentirlì dire di bianche braccia,
che veneranda dea ,figlia del gran Saturno, E Minerva
vuol piuttofto effer chiamata occhi-azzurro, chtTrito-
genìa.ln fatti Callimaco H. in Pali, 17. dà a Minerva
(CSI xstPiòv oix{k<x., V occhio tempre bello ; e Sofocle
Oed. Tyr, 198. la chiama gijamiVidi begli occhi: E
quantunque fia vero quel che offerva Stanlei ad Efebi-
lo Perf, 428. p. 768, effer quefla una perifrafì della
bellezza di tutta la perfona , prendendofi la parte pel
tutto ; è però anche vero , eie quefli poeti han con-
federata una bellezza neW occhio azzurro, non qual-
che cofia di orribile , e fpaventofo . Anzi il gen-
tilijfimo Anacreonte Od, 28. nel ritratto della fua
donna rileva , come una particolar bellezza, l'occhio
azzurro , come quello di Minerva> y"hwwj ùg Kdrr
VYi$; e Teocrito Id- XX. 25.
0"/j./xctT<z noi ò' ctp 'é/jv ya.pozd)Tspct ttoTJiqv A'ffdnxg,
gli occhi miei erano molto più grazioli di quei di
Minerva ; fa pur qui non voglia tradurfilucenti ; avver-
tendo lo Scoli afte di Apollonio I. 1281. che ypiponóv, e
yMwòv fon finonimì , e corrifpondono a 7mfinpo>.lu-
cido; onde Minerva è detta yTnxvKmig, di occhio lu»
cente ; nel qual fignificato da Euripide anche la Lu-
na è detta y'kxvtàmig ■ Efichio ancora nel riferire le
diverfe fpi?gazioni della parola yÀavxa7rig dice; 0o~
(ispd èv r<8 òpccadoci • ?.ccfji7rpó$.ticcA(x.og • sùó^()xÀ[xog ;
terribile nel guardare; di occhio lucente; di bell'oc-
chio : e /'Etimologico afifolutamente yMuymtig, xaAy,
di occhi azzurri, bella . Si veda ad ogni modo Pro-
perzio II. El. 21. v. 14. e gli altri preffo Emfio ad
Ovidio Art. II. 659. e l'Emfierufio a Luciano D. D.
VIII. che mettono in dubbio la bellezza degli occhi di
Minerva. Comunque fia, l'aggiunto di yTictutàmg era
Così proprio di Minerva , che quindi anche dice.fi
y7i.a.bY.untov, la rocca di Atene , come nota Eu/ìazio
Od. (3. p. 1451- li 62. benché l'Etimologico lo derivi
da un tal Glauco, che ivi abitava,
(3) Fu ritrovata anche nelle fcavazioni di Portici,
(4) Per la mafia vivace, con cui è rapprefentata,
può dirfi propriamente una Pallade dal vibrar l' afta,
come fi è avvertito nelle note ( 1. e 4- ) dellaTav.
preced,
(5) Si veda il Begero fopra una fimile Jlatuetta
di fronzo Thef. Br. To. III. p. 223.
TAVOLA Vili.
da W 9 oltre alle folite infegne , tiene nella deftra
una patera ^.
Staveren ad Igino Fab. 204- All' incontro colia Cor.
pacchia in mano fi vede» preffo i Mefi'enii nella Città
di Corone al riferir di PaufdnialV.34.Vi è nella rocca
allo {'coverto una ftatua di bronzo di Minerva, che tie-
ne in mano una cornacchia ; ya?j&v iv dxgonfatt tyiq
A'fyvag to ayaZfid estv fo Ù7tmQpct , Mpàvyjy èv TÌj
)isi?ì 'éy^cct • & nota l'inimicizia tra quefli due uc-
celli ( Eliano H. A. III. 9. ) , oltre alla favola,
jperchè Minerva faccio da se la Cornacchia , e prefe
la Civetta , riferita anche da Ovidio IL Met. 565.
dove Coronide così parla;
... Ut dicar tutela pulfa Minervae,
Et ponar poft no&is avem.
X>el refto molte , e diverfe fon le ragioni penfate da'
Mitologi dell' ejfer la Civetta facra a Minerva, trai-
le quali la più comune è , perchè la Civetta vede an-
che la notte , ficcarne la prudenza riconofee il vero an-
che a traverfo dell' ofeurit'a ; 0 perchè V uomo prudente,
V uomo ftudiofo, e l'artefice attento , dee vegliare an-
che la notte . Le ragioni , che ne porta Marziano Ca-
tella Praefat. lib. VI. fon due :
Glaucam dant volucrem, quod lumine concolor
igni es,
Tuque ignis flos es, cluis & y^mumnig K'QfyY].
An mage no&ividae tibi traditur alitis ulus,
Qyod vigil infomnes ducat follertia curas?
jLa prima delle quali ? cioè del color ceruleo degli oc-
chi così della dea, come dell'uccello, da Fomuto N.D.
20. è prefa per la fimilitudine del color dell' aria , che
tappr e fondava fi da Minerva , come fi è detto altro-*
ve , ( e può vederfi in Diodoro I. 12. ) ; e 7 dirfi
da Capella , che Minerva è il fior del fuoco ,
Combina colla natura dell' etere purijfimo, eh'è lupar-
ie più fiottile , e più mobile della materia, che anzi
Credeafi dagli antichi la caufa , e 7 principio di tut-
to il moto ; onde Eraclito , Democrito , Zenone, Ip-
$afo , e altri preffo Stobeo Ecl. Ph. cap. J, e preffo
Clemente Aleffandrino ixpOT. p. 19. diceano, che la na-
tura divina era net fuoco. filon è però da tacerfi, che
V altra ragione portata da Fomuto del darfi gli occhi
azzurri a Minerva in fogno di ferocia , perchè così
gli hanno le pantere, e 1 leoni , è contraria alla gra-
ve teflimonianza di Majfimo Tirio Differt. XIV.
( 0 XXVI. ) 6. p. 157. il quale nel deferivere la Mi-
nerva di Fidia ( formata ad eximiam fpeciem pul-
critudinis, come dice Cicerme Orat. 2. ) , la chia-
tna napdèvov xctPirìv , y7ia.vn.clmv, ùtyTdpt, come fe foffe-
tro due parti di quella perfetta bellezza , V occhio
«zurro , e V alta ftatura . Corrifponde quefto alla gra-
zìofa rifefilone di Luciano Charid. ir, sulla naturai
premura , che hanno tutte le donne di effer riputate
ielle; ySiov h §V dxwat tewfasvog yì Wpx , yj npsff-
($ct fece, tìoydTVp psydte K/joVa . 'AQyivì] ò' m h (38-
TaiQelin Tpnoyévstct npò t3 VAavurnig xctxfivèsti : più
caro è a Giunone il fentirlì dire di bianche braccia,
che veneranda dea ,figlia del gran Saturno, E Minerva
vuol piuttofto effer chiamata occhi-azzurro, chtTrito-
genìa.ln fatti Callimaco H. in Pali, 17. dà a Minerva
(CSI xstPiòv oix{k<x., V occhio tempre bello ; e Sofocle
Oed. Tyr, 198. la chiama gijamiVidi begli occhi: E
quantunque fia vero quel che offerva Stanlei ad Efebi-
lo Perf, 428. p. 768, effer quefla una perifrafì della
bellezza di tutta la perfona , prendendofi la parte pel
tutto ; è però anche vero , eie quefli poeti han con-
federata una bellezza neW occhio azzurro, non qual-
che cofia di orribile , e fpaventofo . Anzi il gen-
tilijfimo Anacreonte Od, 28. nel ritratto della fua
donna rileva , come una particolar bellezza, l'occhio
azzurro , come quello di Minerva> y"hwwj ùg Kdrr
VYi$; e Teocrito Id- XX. 25.
0"/j./xctT<z noi ò' ctp 'é/jv ya.pozd)Tspct ttoTJiqv A'ffdnxg,
gli occhi miei erano molto più grazioli di quei di
Minerva ; fa pur qui non voglia tradurfilucenti ; avver-
tendo lo Scoli afte di Apollonio I. 1281. che ypiponóv, e
yMwòv fon finonimì , e corrifpondono a 7mfinpo>.lu-
cido; onde Minerva è detta yTnxvKmig, di occhio lu»
cente ; nel qual fignificato da Euripide anche la Lu-
na è detta y'kxvtàmig ■ Efichio ancora nel riferire le
diverfe fpi?gazioni della parola yÀavxa7rig dice; 0o~
(ispd èv r<8 òpccadoci • ?.ccfji7rpó$.ticcA(x.og • sùó^()xÀ[xog ;
terribile nel guardare; di occhio lucente; di bell'oc-
chio : e /'Etimologico afifolutamente yMuymtig, xaAy,
di occhi azzurri, bella . Si veda ad ogni modo Pro-
perzio II. El. 21. v. 14. e gli altri preffo Emfio ad
Ovidio Art. II. 659. e l'Emfierufio a Luciano D. D.
VIII. che mettono in dubbio la bellezza degli occhi di
Minerva. Comunque fia, l'aggiunto di yTictutàmg era
Così proprio di Minerva , che quindi anche dice.fi
y7i.a.bY.untov, la rocca di Atene , come nota Eu/ìazio
Od. (3. p. 1451- li 62. benché l'Etimologico lo derivi
da un tal Glauco, che ivi abitava,
(3) Fu ritrovata anche nelle fcavazioni di Portici,
(4) Per la mafia vivace, con cui è rapprefentata,
può dirfi propriamente una Pallade dal vibrar l' afta,
come fi è avvertito nelle note ( 1. e 4- ) dellaTav.
preced,
(5) Si veda il Begero fopra una fimile Jlatuetta
di fronzo Thef. Br. To. III. p. 223.
TAVOLA Vili.