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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 6): Statue — Neapel, 1771 [Cicognara, 2645-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3710#0084
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68 TAVOLA XVIII.

te un Marte M . E' da offervarft il petto notabil-
mente rilevato , e grande. (6)

si folo Dio,i) quale prefiede ai combattimenti guer-
rieri , fi approprii l'uno, e 1' altro nome; altri poi
vogliono , che quelli corri fpond.i no a due diverfì
rumi guerrieri. Infatti anche preffo i Greci è dubbio,
fé Enialio fia lo fieffo che Marte : Sofocle Ajac. 179.
e Ariflofane Pac. 4^6. gli distinguono efipreffimente ;
ed Ffichio itt E'yvaPuog, e lo Scoliate di Ariflofane l.c.
dicono, che Enialio era creduto figlio di Marte : e quin-
di potrebbe fpiegarfi forfè la ragione , perchè alle volte
Marte è rapprefientato con barba, e alle volte giovanetto-,
con fiupporfi queflo piuttofìo il figlio Enialio, che il pa-
dre Marte. Del refìo fs in Omero Enialio Jìa piuttofìo
un fempii ce aggiunto di Marte , 0 un nume diverfio,
può vederjì negli Scolii LI. (ì. 651. e 11. é. 333. e in
Evflazio ivi , e II. /. 521. p. 944. 1. 55. dove è
notabile , che accenna l'opinione di quei, che credeano
Enialio figlio di Saturno, e di Rea, come, anche di-
ce lo Scoliafìe di Ariflofane 1. c. la qual cofa ejfiendo
contraria alla mìtol'gia Greca , nella quale Marte è
figlio di Giove, e di Giunone ( Efìodo tìsoy. 922. ),
potrebbe far credere Enialio 0 diverfo da Marte, 0
appartenente ad altra mitologia , e forfè a quella de'
Tofcani , combinandolo con quello , che dice Ijìonifiio
Alicamofifeo 1. c. di Enialio adorato da' Sabini . Così
fieli* arca di C-pfelo, come rìferifee Vaufania V. 18.
K'prs A'd.ccèiT^ii uyc-r; ■ s'/Tt'ypa[x/j.oc Ss Ew'^/j
OT dbTM , Marte , che rapifce ( 0 porta a forza )
Venere: l'ifcrizione , che ha l'uomo, è Enialio . Or
febbene Vaufania chiami V uomo Marte , e la donna
Venere , ad ogni modo fieli' arca altro non fi vedea,
che una donna menata feco da un uomo , il di cui fo-
lo nome leggeafi , ed era Enialio : e come è ignoto ai
Greci queflo ratto , 0 violenza , che ufi Marte a Ve-
nere , la quale anzi lo riceve nella propria enfia e nel
proprio letto di Vulcano ( Omero Od. Vili. 266. e
fegg. ) ; così all' incontro Marte preffo i Sabini ebbe
in moglie Neriene , la quale era fiata da lui rapita ,
come può ricavarfi dall'invocazione, che fa Erfilia di
Neriene , quafii in una certa maniera paragonando il
ratto delle Vergini Sabine a quello, che Marte fece di
efifa : Neria Martis , te obfecro pacem dare, uti li-
ceat nitptiis propriis profperis uti , quod de tui
conjugis confilio contigit , ut nos itidem integras
raperent, ut liberos-libi, fuis pofieris, patriae para-
rent , come fcrive Cn. Gelilo preffo A. Gelilo N. A.
XIII. 22. Cesi parimente vedeafi in Sparta V antica
fatua di Enialio co'ceppi ai piedi ( PaufaniallL 15.),
perchè non poteffe partirfene , fecondo il rito Etrufco
delle evocazioni degli dei dalle Città vinte : fi veda
il Multo Etrufco Tav. III. e Tav. LXXl. e Macro-
bio 111. 9. Finalmente dallo fieffo Vaufania III. 14. fi
ha , che gli Spartani faceano dai giovanetti prima di
cominciare i loro efercizj nell' Efebeo, fiacrificare un
cagnolino al dio Eniaiio : onde l' altro ffpetto, che

queflo dio fofife rapprefientato giovanetto , e fienza barba,
come fi vede Marte ne' monumenti Etrufci, e la mag-
gior parte degli altri dei.

(5) Traile molte etimologie del nome di Marte
tratte dalle lingue Orientali , che foffón vederjì in
Vojjio II. Idol. 13. e 33. in Brunings Ant. Graec.
XVII. 37. n. a.: in Gale a Fornuto N. D. 2T. vi è
anche preffo queflo ultimo quella dedotta da ìTU'O Sa-
hara ( dai Settanta tradotto Mapxd ) che vuol dire
un Campo di gramigna : e Feflo in Gradivus dice :
Gradivus Mars appellami .... quia gramine lit
ortus : quod interpretantur , quia corona graminea
in re militari maximae eft honorationis : così anche
Servio Aen. I. 296. e da Ovidio Faftor. V. 229. &
fegg. è fpiegata lungamente la favola ( da noi anche
accennata nella nota (18) Tav. XIX. del I. To. delle
Pitture ) di Giunone, che sdegnata con Giove, perchè
avea prodotta Minerva fienza opera fiua , andò dalla
Ninfa doride, da cui le fu moflrata una pianta, che
col folo toccarla , la refe gravida . Or quefla favola,
la quale certamente non è p-efia da' Greci, preffo i qua-
li Marte era figlio di Giove , e di Giunone, 0 di
Enio , fecondo Omero , Efiodo , Fornuto , e gli al-
tri Mitologi , è verifimile , che fia venuta dagli
Etrufci ai Romani , ficcarne il culto fieffo di Marte
era da' Salini p>7Jfato a Roma : Varrone de L. L. lib. IV.
p. 20. Mars ab eo , quod maribus in bello praeeft:
aut quod a Sabinis acceptus , ubi Mamers : Si veda
anche Feflo in Mamercus, e in Mamers, s Tzetze et
Licofrone v 938. dove il poeta chiama Marte Mtf-
fxsprov , nota , che i Romani chiamavano Marnerei
gli uomini guerrieri : ed è notabile , che Licofrone
affettando di ufar parole non greche , ma flraniere,
v 1417- chiama anche Minerva Mu/xépaaif , cioè
guerriera, Marziale. Nè è qui da tacerfi , che nelle
moltìffime medaglie de' Mamertini, così Meffìnefi, co-
me Bruzii , fi vede coflantemente Marte (e quafiifiem-
pre nudo , e giovanetto ) , e in alcune Jl legge ancora
APES22 , come può rificontrarfi nella Sicilia Numif-
matica dell' Avereampo .

(6) E" noto , che a Marte era fiderò il petto,
onde forfè rapprefientavafi pettoruto , come fi legge
nella Priapeja Carm. 35.

Nemo eft feroci pe&orofior Marte ;
e Seneca in Hippol. v. 804.

Aequas Herculeos jam juvenis toros,

Martis belligeri pectore latior:
fiorfe perchè a lui attribuivafi l'audacia nella guerra .
Infitti ficcarne a Minerva davafi la prudenza milita-
re , così a Marte il furore : K'dnva, Ss i<H Qpórrpic.,
K'pyjs Ss ctQpOGÓvYl : come nota lo Scoliafìe di Omero
11. ù. v. 74. e qumdi anche avverte Servio Aen. VII.
550. che il proprio epiteto di Marte è infamisi.

TAVOLA XIX.
 
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