ii4 TAVOLA XXIX.XXX.XXXI.XXXII.
no , come il più delicato , e ì più perfetto lavoro antico
in bronzo , che fi fia finora veduto , e forfè da parago-
mrfì ancora in qualche maniera , e contrapporfi alle piti
belle opere in marmo , che ci reftano degli antichi ar-
tefici (6).
Mercurio , dirimpetto alia Sicilia eravi la Città di
Clupea ( Plinio III. 8. e V. 4. ) , a cui forfè quella
medaglia appartiene pel culto di quel dio. Avverte
anche lo fteffo Begero l. c. p. 237. che ne' promontorii
foìeano edificar]! de' tempii , e porfi delle fi ai'ue di
Mercurio , come fi vede nell' Antologia VI. 3. Ep. 3.
* IV. 12. Epigr. 116. dove febbene il poeta dica:
Où ydp òp$io-/_apyQ ai 'p(xòlq , é& dKpo?3$'tTCtg
Tò ttZsw j' uTpccxiToJc. oi 'vsp CCpSGXC[JJVOg :
Io Mercurio di monti , e di colline
Non mi diletto , ma di ftrade piane;
quello non fembra, che uno fcherzo. I)el re/lo è noto,
che Mercurio è detto Cillenio,perchè nato, ed educato
nel monte di tal nome nell' Arcadia : fi veda Stefano
in Ki/XTi^V , e ivi il Berkelio , e gli altri : Eufiazio
II. £>. v. no. p.299. Paufania Vili. 16. e ServiolV.
Aen. 252. dove Virgilio dice , che fi fermò Mer-
curio sul monte Atlante :
Hic primum paribus nitens Cyllenius alis
Conftitit: hinc toto praecepsle corpore ad undas
Milk avi fìmiiis :
e lo fiejfo Virgilio Aen. Vili. 139.
Vobis Mercurius pater eft , quem candida Maja
Cyllenae gelido conceptum vertice f'udit.
Così anche nell'Antologia. IV. 12. 36. chiamafi Mer-
curio
Ei'vcGt(£v?JiOv opog Kb?i?ifytov txìnó TisZoyxù?,
dominatore del frondofo monte Cillenio . Si vedano
anche gli Epigrammi leguenti fino al 41. ne' quali
fi vede Mercurio cu/lode degli armenti , e delle felve,
e degli orti ancora . E' da notarfi oltraciò quel che
dice Omero Od. n, 471. o$t sp^cuog TiiQoc, |y<V, do-
ve è il Colle Mercuriale : e quel che lungamente no-
ta ivi p. 1809. 1. 26. a 44. Eufiazio , e gli altri
Scoliqfti , e Y Etimologico, ed Èficbio, e altri che
lo fpiegano per quel mucchio di pietre , che foleafi far
sulle firade col gettarvi fi da ogni viandante una pie-
tra in onor di Mercurio ; r) ?.ó0og vitOMì'fisvog E'^/aS
ccvcìpictvTi ,0 un monticello pofto lotto la ftatua di Mer-
curio, come dice Eufiazio Le. e le ragioni di tal cofiu-
me pofifon vederfi nello fiejjo Eufiazio, e in Fornuto
N. D. 16. E quefio non folamente faceafi nelle pianure,
ma anche sulle colline ; leggendoli nelle Glolle d'Ifidoro:
Mercurius , lapidum congeries in cacumine coilium.
Si veda su quefio Oleandro Tab. Hel. p.723. To. V.
Antiq. Kom. e Ottone de Tut. Viar. P. I. C. IX.
P- 173-
(6) Tra le moltijjime flatus di bronzo di eccellenti
artefici rammentale da Plinio XXXIV. 8. fon nomina-
ti ancora i Mercurii di Policleto, di Naucide , di Ce-
fifodoro, di Pificrate, che fi lodavano a fuo tempo in
Roma tra le più filmate. E" cofa veramente notabile,
che di tante e tante famofe fiatue di bronzo di Poli-
cleto , di Stiamone , di Pittagora , di Lifippo , e di
tanti altri eccellenti jlatuarii ,neffuna fia a noi perve-
nuta . Forfè ai modi incendii delle Città , e parti-
colarmente di Roma potrebbe in parte attriluirfene la,
caufa, ma foppratutto alla barbarie , e all'avidità di
fervirfi del metallo ; la qual cofa non avendo luogo
nelle fiatue di marmi ha fatto, che ci refi ino l'Ercole
Farnefe , l'Apollo di Belvedere , V Antimo , la Venere
de' Medici, il Laocoonte, e qualche altra opera riguar-
data con egual maraviglia, dagli antichi , * da' mo-
derni
TAVOLA XXXIII.
no , come il più delicato , e ì più perfetto lavoro antico
in bronzo , che fi fia finora veduto , e forfè da parago-
mrfì ancora in qualche maniera , e contrapporfi alle piti
belle opere in marmo , che ci reftano degli antichi ar-
tefici (6).
Mercurio , dirimpetto alia Sicilia eravi la Città di
Clupea ( Plinio III. 8. e V. 4. ) , a cui forfè quella
medaglia appartiene pel culto di quel dio. Avverte
anche lo fteffo Begero l. c. p. 237. che ne' promontorii
foìeano edificar]! de' tempii , e porfi delle fi ai'ue di
Mercurio , come fi vede nell' Antologia VI. 3. Ep. 3.
* IV. 12. Epigr. 116. dove febbene il poeta dica:
Où ydp òp$io-/_apyQ ai 'p(xòlq , é& dKpo?3$'tTCtg
Tò ttZsw j' uTpccxiToJc. oi 'vsp CCpSGXC[JJVOg :
Io Mercurio di monti , e di colline
Non mi diletto , ma di ftrade piane;
quello non fembra, che uno fcherzo. I)el re/lo è noto,
che Mercurio è detto Cillenio,perchè nato, ed educato
nel monte di tal nome nell' Arcadia : fi veda Stefano
in Ki/XTi^V , e ivi il Berkelio , e gli altri : Eufiazio
II. £>. v. no. p.299. Paufania Vili. 16. e ServiolV.
Aen. 252. dove Virgilio dice , che fi fermò Mer-
curio sul monte Atlante :
Hic primum paribus nitens Cyllenius alis
Conftitit: hinc toto praecepsle corpore ad undas
Milk avi fìmiiis :
e lo fiejfo Virgilio Aen. Vili. 139.
Vobis Mercurius pater eft , quem candida Maja
Cyllenae gelido conceptum vertice f'udit.
Così anche nell'Antologia. IV. 12. 36. chiamafi Mer-
curio
Ei'vcGt(£v?JiOv opog Kb?i?ifytov txìnó TisZoyxù?,
dominatore del frondofo monte Cillenio . Si vedano
anche gli Epigrammi leguenti fino al 41. ne' quali
fi vede Mercurio cu/lode degli armenti , e delle felve,
e degli orti ancora . E' da notarfi oltraciò quel che
dice Omero Od. n, 471. o$t sp^cuog TiiQoc, |y<V, do-
ve è il Colle Mercuriale : e quel che lungamente no-
ta ivi p. 1809. 1. 26. a 44. Eufiazio , e gli altri
Scoliqfti , e Y Etimologico, ed Èficbio, e altri che
lo fpiegano per quel mucchio di pietre , che foleafi far
sulle firade col gettarvi fi da ogni viandante una pie-
tra in onor di Mercurio ; r) ?.ó0og vitOMì'fisvog E'^/aS
ccvcìpictvTi ,0 un monticello pofto lotto la ftatua di Mer-
curio, come dice Eufiazio Le. e le ragioni di tal cofiu-
me pofifon vederfi nello fiejjo Eufiazio, e in Fornuto
N. D. 16. E quefio non folamente faceafi nelle pianure,
ma anche sulle colline ; leggendoli nelle Glolle d'Ifidoro:
Mercurius , lapidum congeries in cacumine coilium.
Si veda su quefio Oleandro Tab. Hel. p.723. To. V.
Antiq. Kom. e Ottone de Tut. Viar. P. I. C. IX.
P- 173-
(6) Tra le moltijjime flatus di bronzo di eccellenti
artefici rammentale da Plinio XXXIV. 8. fon nomina-
ti ancora i Mercurii di Policleto, di Naucide , di Ce-
fifodoro, di Pificrate, che fi lodavano a fuo tempo in
Roma tra le più filmate. E" cofa veramente notabile,
che di tante e tante famofe fiatue di bronzo di Poli-
cleto , di Stiamone , di Pittagora , di Lifippo , e di
tanti altri eccellenti jlatuarii ,neffuna fia a noi perve-
nuta . Forfè ai modi incendii delle Città , e parti-
colarmente di Roma potrebbe in parte attriluirfene la,
caufa, ma foppratutto alla barbarie , e all'avidità di
fervirfi del metallo ; la qual cofa non avendo luogo
nelle fiatue di marmi ha fatto, che ci refi ino l'Ercole
Farnefe , l'Apollo di Belvedere , V Antimo , la Venere
de' Medici, il Laocoonte, e qualche altra opera riguar-
data con egual maraviglia, dagli antichi , * da' mo-
derni
TAVOLA XXXIII.