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TAVOLA XXXVIII.XXXIX
N quella, e nella Tavola feguente rap-
prefentalì incifo in due vedute W un
giovane Fauno ^ , che oltre al tir/o,
comune a tutti i feguaci di Bacco , e
alla coda , che fembra effere il fuo par-
ticolar diffintivo te), fi riconofce ancora
alla ruftica, e folta capellatura sulla pic-
cola ,
(1) Fu ritrovato quello bronzo nelle fcavazioni
di Portici il dì 25. di Febhrajo del 1754.
(2) Molto fi è detto ne' Tomi precedenti de' Pa-
ni , de'Satiri, de' Sileni, de'Ti tiri, e de'Silvani , e
de' Fauni , tutti numi de' bofchi, e delle campagne ;
e fi è notato , che quantunque fintili tra loto , e fpef-
fo con/ufi dagli antichi Scrittori , erano però diflinti
nella figura , e fi credeano anche diverji di origine .
La differenza , che ojfervano gli Attti quarti per ri-
guardo alla figura ne'marmi, ne'bronzi, e nelle pit-
ture antiche, è , che i Pani e i Satiri hanno la parte
inferiore caprigna , e la fuperiore umana , colla tejla
anche cornuta; i Sileni , i Titiri , e i Silvani hanno
tutta la figura umana fenza parte alcuna di lecco ;
i Fauni partecipano dell'una fpecie, e dell'altra, aven-
do tutta intiera la forma umana col fol di flint ivo del-
la coda, e talvolta ancor delle corna: come fi è det-
to nelle note r/^Tomi precedenti. / Pani , i Satiri,
i Titiri , e i S.-leni eranproprii de'Greci , e da quefli paf-
futi ai Romani , di cui eranproprii i Silvani, ei Fauni s
prefi dagli Aborigini , 0 forfè anche da' Tofani , ne'
monumenti de' quali fempre fi vedono colla figura uma-
na , e colla fola coda ; come offerva il Buonarroti Ap-
pend. a Demjlero p. 16. e il Gori Muf. Etr. To. I.
p. 154. Infatti, fecondo alcuni, l'origine ^<?'Fauni è
tutta dell'Italia: poiché ( oltre a Varrone VI. deL.L.
p. 72. che generalmente fcrive : Fauni dei Latino-
rum ) , D'ioni fio Alicarnaffeo I. p. 24. chiama Fau-
no difendente di Marte, e Re degli Aborigini ,
venerato poi da'Romani , come un nume patrio.
Virgilio Aen. VII. 47. e Lattanzio E 22. ed Eu-
febìo Chron. DCCCXXXVIII. lo dicono figlio di Pico,
e nipote di Saturno , e padre di Latino . Nonno
poi XIII. 330. defcrivendo V efercito di Bacco vi nu-
mera anche Fauno, di cui dice :
Tdig ini Qouivcc H<m nvpiaQpYiyisov 'èciaaot$
VtoltJtìs, §i?ió$oio neTLùógiSot jrétpv è pingue,
ToV BuGi'óf Kpovi'orji aivz7ìT0[Aér/i tsxs Kt'pxYl :
Fauno vien dopo, dagli arficci campi
D'Italia, ove due tette inalza un monte:
Faum
TAVOLA XXXVIII.XXXIX
N quella, e nella Tavola feguente rap-
prefentalì incifo in due vedute W un
giovane Fauno ^ , che oltre al tir/o,
comune a tutti i feguaci di Bacco , e
alla coda , che fembra effere il fuo par-
ticolar diffintivo te), fi riconofce ancora
alla ruftica, e folta capellatura sulla pic-
cola ,
(1) Fu ritrovato quello bronzo nelle fcavazioni
di Portici il dì 25. di Febhrajo del 1754.
(2) Molto fi è detto ne' Tomi precedenti de' Pa-
ni , de'Satiri, de' Sileni, de'Ti tiri, e de'Silvani , e
de' Fauni , tutti numi de' bofchi, e delle campagne ;
e fi è notato , che quantunque fintili tra loto , e fpef-
fo con/ufi dagli antichi Scrittori , erano però diflinti
nella figura , e fi credeano anche diverji di origine .
La differenza , che ojfervano gli Attti quarti per ri-
guardo alla figura ne'marmi, ne'bronzi, e nelle pit-
ture antiche, è , che i Pani e i Satiri hanno la parte
inferiore caprigna , e la fuperiore umana , colla tejla
anche cornuta; i Sileni , i Titiri , e i Silvani hanno
tutta la figura umana fenza parte alcuna di lecco ;
i Fauni partecipano dell'una fpecie, e dell'altra, aven-
do tutta intiera la forma umana col fol di flint ivo del-
la coda, e talvolta ancor delle corna: come fi è det-
to nelle note r/^Tomi precedenti. / Pani , i Satiri,
i Titiri , e i S.-leni eranproprii de'Greci , e da quefli paf-
futi ai Romani , di cui eranproprii i Silvani, ei Fauni s
prefi dagli Aborigini , 0 forfè anche da' Tofani , ne'
monumenti de' quali fempre fi vedono colla figura uma-
na , e colla fola coda ; come offerva il Buonarroti Ap-
pend. a Demjlero p. 16. e il Gori Muf. Etr. To. I.
p. 154. Infatti, fecondo alcuni, l'origine ^<?'Fauni è
tutta dell'Italia: poiché ( oltre a Varrone VI. deL.L.
p. 72. che generalmente fcrive : Fauni dei Latino-
rum ) , D'ioni fio Alicarnaffeo I. p. 24. chiama Fau-
no difendente di Marte, e Re degli Aborigini ,
venerato poi da'Romani , come un nume patrio.
Virgilio Aen. VII. 47. e Lattanzio E 22. ed Eu-
febìo Chron. DCCCXXXVIII. lo dicono figlio di Pico,
e nipote di Saturno , e padre di Latino . Nonno
poi XIII. 330. defcrivendo V efercito di Bacco vi nu-
mera anche Fauno, di cui dice :
Tdig ini Qouivcc H<m nvpiaQpYiyisov 'èciaaot$
VtoltJtìs, §i?ió$oio neTLùógiSot jrétpv è pingue,
ToV BuGi'óf Kpovi'orji aivz7ìT0[Aér/i tsxs Kt'pxYl :
Fauno vien dopo, dagli arficci campi
D'Italia, ove due tette inalza un monte:
Faum