i82 TAVOLA XLVIII.
i Greci di nutrir la chioma per tagliar/eia a fuo
'tempo in onore de' fiumi della loro patria . Si veda il
Buonarroti Vet. p. 177. dove ofjerva ritenuto l'ufo dei
ciuffi nei ragazzi Crifiani per un rejìduo del gentile/imo.
(3) Non hanno quefli ragazzi né corna nè coda
per dirfi Fauni , e le orecchie fon talmente coverte
da' capelli, che nè pur fi pofiòn dijlinguere , fe fidi
coprirne per dirfi piccoli Sileni. JLd ogni modo aven-
dofi riguardo alia Fonte , intomo alla quale erano
Jìtuati; vi fu chi fofpettò potè fi dir Fiumi: ed av-
vertì primieramente, che i fiumi eran creduti figli delle
Ninfe : Anthol. IV. 12. Ep. 127. e Virgilio Aer.VIII. 71.
Nymphae , Laurentes Nymphae, genus amnìbus
unde efì :
non effèndo altro le Ninfe , che le fcaturigini, 0 fieno
le fonti delle acque vive, e perenni , come dice Por-
firio de Antro Nymph. chiamate perciò propriamente
Naidì, ccTfó tm vafACcTW , dal corlo delle acque, e con
nome particolare Cranee , Cranidi, Pegee, cioè fonta-
ne , da Omero Od. ó 240. credute figlie di Giove.
ÌAc^Cjai xpy}vouat , mpcci A/oc :
cioè fighe dell'aria, 0 fi a delle nubi, come fpiega ivi
Eujii.zio p. 1554. e nell'Inno a Venere v. 99. fon
denominate efprcfiamenfe vrr/ycci ■kci:ì[jm> , fcaturigini
de' fiumi: fi veda Spanemio H. in Dian. v. 15. Si
avvertì in fecondo luogo , che i fiumi non fempre fi
rapprefentavano vecchi, 0 barbuti, ma fpeffò awc.hp in
figura di ragazzi belli , e jfrazJafil così del fiume
jLgragante di Sicilia fcrive Elia no V. H. II. 33.
A'npxyx.'Tiyci òs tòv èmbv[xov tt,s nÓASug '7roTX/j.ò?
paidt àpeu'q sì>.daavTsg, $v8Giy : gli Agrigentini facri-
ficano ai fiume, che ha lo fteffo nome della loro Cit-
ta , rappielentandoio in figura di un grasiofo ra-
gazzo: e fiegc.e a dire , che in Delfo fi vedea una
fatua di avorio di quel fiume in forma appunto di un
ragazzo. Così anche da Filo/Irato ILIm. 8. è decrit-
to il fiume Meìete di Smirne , creduto padre di Omero,
éQrjfiq ìoiks , fimi le a un giovanetto , e poco dopo:
s7òog dfipò-; , mi /j.sipaK',vèsg di un afpetto delicato,
e puerile; fi veda lo Spanemio H. in Del. v. 110.che
rammenta le medaglie rapprefentanti fiumi giovanetti.
Potrebbero anche dirfi i Genii de' Fonti: efifendo no-
to il cullo non folamente de' Fiumi , ma anche de'
Fonti, i quali eran tutti detti Sacri ( Marziale IV.
57. Virgilio I. Eci. 53. e Aen. VII. 84. dove Servio:
nullus fons non facer, propter attributos illisdeos);
e divini ( Griderò XCIV. 6. MLXXIL 7. ) , non
già ne! figr.ificato di fatidici ( come è detto da Pli-
nio Vili. Ep. 8. il fonte Clilumno farnofo appunto per
le forti), ma di facri, e che conteneano divinità (come
cffervano i Comentatori a Properzio I. El.XVUI. 27.):
e aveano infatti i Fonti ed are , e tempii ( Cicerone
N. E. [II. 20. e de LL. II. 22. Seneca Ep. 41.), e
vittime ( Orazio III. O. 13. Gruferò CXXI. ) ; nè
follmente fi attribuiva ad ogni Fonte il fuo Genio ,
ma eravi anche il dio Fontinale ( Plauto Stic. V. Se. IV.
17.), onde Fontinalia fa era in Fejlo, e Gruferò p. 133.
Oltre a queflo fofpettò fi difije ancora , che i ragazzi
erano bene accompagnati colle Ninfe . le quali , come
fcrive Servio Ec. X. 62. dicea-fi appunto Curctrofe,o
fia educatrici de1 ragazzi, forfè perchè i primi alimenti
degli uomini altro non furono , che le piante, e le ac-
que, e di quejle folament'e- nutrivano gli Egizzii i lo-
ro ragazzi colla più femplice e -naturale educazione
fcalzì , e nudi , come riferifee Diodoro I. 80. Nella
favola fi ha , che furono educati dalle Ninfe Giove
( Diodoro V. 70. ), Bacco ( Diodoro IV. 2. e Apol-
lodoro HI- 4. ) > Pan ( Paufania Vili. 30. ) * Arifleo
( Diodoro IV. 81.), Enea ( Inno Omerico in Ven.
v. 256. ), ed altri: e ne'libri facri degli Egizzii fi
legge a , come nota Servio Georg. IV. 364. che i facer-
doti confinavano i loro figli alle Ninfe del Nilo, dal-
le quali erano educati fino alla pubertà , e poi rejli-
fuiti ai loro genitori . Forfè a queflo racconto hanno
rapporto i ragazzi, che fi rapprefentavano intorno alle
immagini del Nilo, come dice Eliodoro Aeth. lib.lX.
Filojlrato I. Imm.V. Plinio XXXVI. 7. Luciano Rhet.
Praec. §. 6. e coi quali fi vede efpreffo il Nilo nelle
fatue , e nelle medaglie rammentate da Spanemio de
V. & P. N. To. I. p. 176. Es vero, che Filojlrato,
Plinio , ed altri dicono , che quei ragazzi dinotano
V eferefeenza delle acque del Nilo , e perciò chiama-
vanfi TT'/j^siS, 0 cubiti: ma come l'Oleario a Filojlra-
to 1. c. 11. i. crede poterfi riferir quei ragazzi ai
Pigmei, fituati dallo fteffo Filojlrato Apollon. Tyan.
VI. 25. preffo alle fonti del Nilo : così non è inveri-
fimile il dire , e forfè con più naturalezza , che avef-
fero con ciò veduto alludere gli Egizzii alla qualità
de II'' acqua del loro fiume , che fi ere de a aver la virtù-
di render feconde le donne anche fi erìli ( Seneca III. Nat.
q.u. 25. ) : onde Teoj'rafio preffo Ateneo II. 4- P- 41*
chiama V acqua del Nilo ncXvyovcljTCtro'J , vai yÀu-
■/.ÓTCCToy , Hat [xi'ii'j sypv viTgafy , fecondiffima e dol-
ci]!, ina , e che ha una nufcolanza di nitro : perchè
non la dolcezza dell'acqua , ma la midura del nitro
produce la- fahbrità , e la fecondità : fi veda anche
Euflazio Od. S. p. 1499. e Diodoro I. 40. da cui
il Nilo è detto per la ftefja ragione Tto'Avyovo;, fe-
tifer potu Nilus amnis, come fi fpiega Plinio VII. 3.
dove figgi unge , che per quella ragione le donne Egiz-
zie arrivano a far fette figli ad un parto : lo fteffo
dice ^trijloteie preffo Strabone XV. p 695. e'iGiu-
reconfulto Paolo nella L. 3. fi pars hered. pet. Per la
falubrità delle acque nitrofe , vi è una (ingoiare ifcri-
zione nel Mufeo Reale trovata in Ifchia: MENII7-
ri02.....NTM$AI2 NITP&AE2I KAI AnOAAfl-
NI.... ANE0HKEN; Menippo .... alle Ninfe Nitro-
fe, e ad Apollo dedicò . Per ultimo fi avvertì, che alle
Ninfe generalmentefi attribuiva la j'econdità nel matri-
monio , dicendo JLrtemìdoro II. 22. che fe uno fogna il poz-
zo , è fegno , che avrà moglie , e figli : Kùi-x^cci yxq sìsiv
h toj QpsoiTi : poiché nel pozzo vi fon le Ninfe : vale a
dire le acque vìve , e forgenti : fi veda nel Gori Inf.
T.II. p.3 1 3. un marmo alle Ninfe di un pozzo :e Vitruvio
Vili. 7- Palladio iX-9. CujacioXl Obf. 3. dove diflin-
gue i pozzi, le cui fcaturigini fono fiotto terra , da'fondy
che le hanno fopra ; e Servio Aen.-Vili. 74. de laghi.
(4) Nella L. 17. §. 9. de a<9:. emti, & vend.parlando
Ulpiano delle dìverfe parti delle fontane , dice: Item
confiat figlila, Mlumnas quoque, & perfonas, ex quorum
roftris aqua falire Colèi ; villae effe : che fon le tre cofe,
che qui fi'vedono, le ftatuette, le colonne , e le mafehere.
Nella ftejfa legge fi nominano epitonia fiftulis adplum-
bata, fpiegate da Bjnkerfohek V. Obf. 9. per le te-
fte , 0 altri ornamenti de' tubi , che gettano l'acqua.
Dell'ufo poi delle mafehere preffo i Tofcani anche per
femplice ornamento delle colonne fi veda Muf. Etr.
To. II. p. 391. e To. Ili p- 128. de Archit. Uhi.
i Greci di nutrir la chioma per tagliar/eia a fuo
'tempo in onore de' fiumi della loro patria . Si veda il
Buonarroti Vet. p. 177. dove ofjerva ritenuto l'ufo dei
ciuffi nei ragazzi Crifiani per un rejìduo del gentile/imo.
(3) Non hanno quefli ragazzi né corna nè coda
per dirfi Fauni , e le orecchie fon talmente coverte
da' capelli, che nè pur fi pofiòn dijlinguere , fe fidi
coprirne per dirfi piccoli Sileni. JLd ogni modo aven-
dofi riguardo alia Fonte , intomo alla quale erano
Jìtuati; vi fu chi fofpettò potè fi dir Fiumi: ed av-
vertì primieramente, che i fiumi eran creduti figli delle
Ninfe : Anthol. IV. 12. Ep. 127. e Virgilio Aer.VIII. 71.
Nymphae , Laurentes Nymphae, genus amnìbus
unde efì :
non effèndo altro le Ninfe , che le fcaturigini, 0 fieno
le fonti delle acque vive, e perenni , come dice Por-
firio de Antro Nymph. chiamate perciò propriamente
Naidì, ccTfó tm vafACcTW , dal corlo delle acque, e con
nome particolare Cranee , Cranidi, Pegee, cioè fonta-
ne , da Omero Od. ó 240. credute figlie di Giove.
ÌAc^Cjai xpy}vouat , mpcci A/oc :
cioè fighe dell'aria, 0 fi a delle nubi, come fpiega ivi
Eujii.zio p. 1554. e nell'Inno a Venere v. 99. fon
denominate efprcfiamenfe vrr/ycci ■kci:ì[jm> , fcaturigini
de' fiumi: fi veda Spanemio H. in Dian. v. 15. Si
avvertì in fecondo luogo , che i fiumi non fempre fi
rapprefentavano vecchi, 0 barbuti, ma fpeffò awc.hp in
figura di ragazzi belli , e jfrazJafil così del fiume
jLgragante di Sicilia fcrive Elia no V. H. II. 33.
A'npxyx.'Tiyci òs tòv èmbv[xov tt,s nÓASug '7roTX/j.ò?
paidt àpeu'q sì>.daavTsg, $v8Giy : gli Agrigentini facri-
ficano ai fiume, che ha lo fteffo nome della loro Cit-
ta , rappielentandoio in figura di un grasiofo ra-
gazzo: e fiegc.e a dire , che in Delfo fi vedea una
fatua di avorio di quel fiume in forma appunto di un
ragazzo. Così anche da Filo/Irato ILIm. 8. è decrit-
to il fiume Meìete di Smirne , creduto padre di Omero,
éQrjfiq ìoiks , fimi le a un giovanetto , e poco dopo:
s7òog dfipò-; , mi /j.sipaK',vèsg di un afpetto delicato,
e puerile; fi veda lo Spanemio H. in Del. v. 110.che
rammenta le medaglie rapprefentanti fiumi giovanetti.
Potrebbero anche dirfi i Genii de' Fonti: efifendo no-
to il cullo non folamente de' Fiumi , ma anche de'
Fonti, i quali eran tutti detti Sacri ( Marziale IV.
57. Virgilio I. Eci. 53. e Aen. VII. 84. dove Servio:
nullus fons non facer, propter attributos illisdeos);
e divini ( Griderò XCIV. 6. MLXXIL 7. ) , non
già ne! figr.ificato di fatidici ( come è detto da Pli-
nio Vili. Ep. 8. il fonte Clilumno farnofo appunto per
le forti), ma di facri, e che conteneano divinità (come
cffervano i Comentatori a Properzio I. El.XVUI. 27.):
e aveano infatti i Fonti ed are , e tempii ( Cicerone
N. E. [II. 20. e de LL. II. 22. Seneca Ep. 41.), e
vittime ( Orazio III. O. 13. Gruferò CXXI. ) ; nè
follmente fi attribuiva ad ogni Fonte il fuo Genio ,
ma eravi anche il dio Fontinale ( Plauto Stic. V. Se. IV.
17.), onde Fontinalia fa era in Fejlo, e Gruferò p. 133.
Oltre a queflo fofpettò fi difije ancora , che i ragazzi
erano bene accompagnati colle Ninfe . le quali , come
fcrive Servio Ec. X. 62. dicea-fi appunto Curctrofe,o
fia educatrici de1 ragazzi, forfè perchè i primi alimenti
degli uomini altro non furono , che le piante, e le ac-
que, e di quejle folament'e- nutrivano gli Egizzii i lo-
ro ragazzi colla più femplice e -naturale educazione
fcalzì , e nudi , come riferifee Diodoro I. 80. Nella
favola fi ha , che furono educati dalle Ninfe Giove
( Diodoro V. 70. ), Bacco ( Diodoro IV. 2. e Apol-
lodoro HI- 4. ) > Pan ( Paufania Vili. 30. ) * Arifleo
( Diodoro IV. 81.), Enea ( Inno Omerico in Ven.
v. 256. ), ed altri: e ne'libri facri degli Egizzii fi
legge a , come nota Servio Georg. IV. 364. che i facer-
doti confinavano i loro figli alle Ninfe del Nilo, dal-
le quali erano educati fino alla pubertà , e poi rejli-
fuiti ai loro genitori . Forfè a queflo racconto hanno
rapporto i ragazzi, che fi rapprefentavano intorno alle
immagini del Nilo, come dice Eliodoro Aeth. lib.lX.
Filojlrato I. Imm.V. Plinio XXXVI. 7. Luciano Rhet.
Praec. §. 6. e coi quali fi vede efpreffo il Nilo nelle
fatue , e nelle medaglie rammentate da Spanemio de
V. & P. N. To. I. p. 176. Es vero, che Filojlrato,
Plinio , ed altri dicono , che quei ragazzi dinotano
V eferefeenza delle acque del Nilo , e perciò chiama-
vanfi TT'/j^siS, 0 cubiti: ma come l'Oleario a Filojlra-
to 1. c. 11. i. crede poterfi riferir quei ragazzi ai
Pigmei, fituati dallo fteffo Filojlrato Apollon. Tyan.
VI. 25. preffo alle fonti del Nilo : così non è inveri-
fimile il dire , e forfè con più naturalezza , che avef-
fero con ciò veduto alludere gli Egizzii alla qualità
de II'' acqua del loro fiume , che fi ere de a aver la virtù-
di render feconde le donne anche fi erìli ( Seneca III. Nat.
q.u. 25. ) : onde Teoj'rafio preffo Ateneo II. 4- P- 41*
chiama V acqua del Nilo ncXvyovcljTCtro'J , vai yÀu-
■/.ÓTCCToy , Hat [xi'ii'j sypv viTgafy , fecondiffima e dol-
ci]!, ina , e che ha una nufcolanza di nitro : perchè
non la dolcezza dell'acqua , ma la midura del nitro
produce la- fahbrità , e la fecondità : fi veda anche
Euflazio Od. S. p. 1499. e Diodoro I. 40. da cui
il Nilo è detto per la ftefja ragione Tto'Avyovo;, fe-
tifer potu Nilus amnis, come fi fpiega Plinio VII. 3.
dove figgi unge , che per quella ragione le donne Egiz-
zie arrivano a far fette figli ad un parto : lo fteffo
dice ^trijloteie preffo Strabone XV. p 695. e'iGiu-
reconfulto Paolo nella L. 3. fi pars hered. pet. Per la
falubrità delle acque nitrofe , vi è una (ingoiare ifcri-
zione nel Mufeo Reale trovata in Ifchia: MENII7-
ri02.....NTM$AI2 NITP&AE2I KAI AnOAAfl-
NI.... ANE0HKEN; Menippo .... alle Ninfe Nitro-
fe, e ad Apollo dedicò . Per ultimo fi avvertì, che alle
Ninfe generalmentefi attribuiva la j'econdità nel matri-
monio , dicendo JLrtemìdoro II. 22. che fe uno fogna il poz-
zo , è fegno , che avrà moglie , e figli : Kùi-x^cci yxq sìsiv
h toj QpsoiTi : poiché nel pozzo vi fon le Ninfe : vale a
dire le acque vìve , e forgenti : fi veda nel Gori Inf.
T.II. p.3 1 3. un marmo alle Ninfe di un pozzo :e Vitruvio
Vili. 7- Palladio iX-9. CujacioXl Obf. 3. dove diflin-
gue i pozzi, le cui fcaturigini fono fiotto terra , da'fondy
che le hanno fopra ; e Servio Aen.-Vili. 74. de laghi.
(4) Nella L. 17. §. 9. de a<9:. emti, & vend.parlando
Ulpiano delle dìverfe parti delle fontane , dice: Item
confiat figlila, Mlumnas quoque, & perfonas, ex quorum
roftris aqua falire Colèi ; villae effe : che fon le tre cofe,
che qui fi'vedono, le ftatuette, le colonne , e le mafehere.
Nella ftejfa legge fi nominano epitonia fiftulis adplum-
bata, fpiegate da Bjnkerfohek V. Obf. 9. per le te-
fte , 0 altri ornamenti de' tubi , che gettano l'acqua.
Dell'ufo poi delle mafehere preffo i Tofcani anche per
femplice ornamento delle colonne fi veda Muf. Etr.
To. II. p. 391. e To. Ili p- 128. de Archit. Uhi.