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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 6): Statue — Neapel, 1771 [Cicognara, 2645-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3710#0206
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igo TAVOLA L.

partiene poi al co/lume di prender nelle nozze V acqua,
dafonti , dice 'Porfirio de Antro Nymph. o9ei> noli
ià.g ya[iB(ièvag %0og ,àg h fìg ysvsaiv ouvstyvyfiévcùg,
vófiQctg ts xa?isti> , mi ?&t§o~g mra.ysiv ix nyyw,
71 vctfACtTW , 57 xpwSv àswktov e ÌTiYj finivo ig : quin-
di anche è il coftume di chiamar Ninfe le don-
ne , che vanno a nozze , come quelle , che li con-
giungono per generare ; e di lavarle colle acque
prefe dalle fcaturigini, o correnti, o fontane peren-
ni . jNt? fidamente fi chiamati Ninfe le nuove fipofie , ma
anche le maritate, e già madri': (Virgilio Aen. Vili.
Ì3Ó. e X. 551. ) ; fiiccome anche Virgo Ji dice delle
maritate, e delle madri (Virgilio'EcX. Vi. 47. ove Ser-
vio ). Si volle accennar qui un fio/petto , che le Ninfe
Idriadi ( Antologia IV. 12. Ep. 68. ) e Efidriadl
( Partenio Erot. 14. ) fibjfiero così dette, non perchè fiem-
$licernente pefiedefifiero alle acque , ma dalle idrie, di
cui fi è parlato finora , e colle quali cojlantemente Ji
vedono rapprefentate le Ninfe ( Montfaucon Ant.Expl.
Tom. I. Pan. II. Tab. CCXX. ) , dette fipecialmente
Najadi , eh' erano quelle proprie de' fonti ( Servio
Ecl. X. 9. e 62. ) , La Iella fatua della Najade,
(he fi vede nella Raccolta del Majfei, e nel Montfau-
<on ( Supplem, To, l Tav, L^XjUIL ) con due ur-

ne , una appoggiata sulla fpalla , e V altra fqftenuta
colla mano , fi crede ejj'ere della Ninfa Egeria per que-
Jla indicazione appunto delle due urne , che dinotano
i fuoi due fonti ; di cui fi veda il Cluverio Ital. IH.
p. 922. e 931. Ed è notabile al noflro propofito quelche
fcrive Fejlo : Egeriae Nymphae facrificabant praegnan-
tes, quod eam putabant facile conceptum alvum ege-
rere : poiché febbene il Cluverio deduca da ciò, che la
Ninfa Egeria era la Jlejja , che Diana Lucina ; ad
ogni modo fembra anche poterfi riferire alla Ninfa Jlef-
fa, pel rapporto, che le Ninfe ave ano al matrimonio , e
alla fecondità della prole . Comunque fia ,fi veda anche
lo Scoli afe dì Pindaro P. IV. 105. dove nota , che
yd/JLcg éSstg cevsv ì$u[j.Qw auvrefàlToti, àTOà tolvtxs
nportov Tijj.ZiGi , non li celebra matrimonio alcuno
fenza le Ninfe, ma effe prima di ogni altra cofa fi
onorano : portandone per altro per ragione, che le Nin-
fe avendo ivfegnato agli uomini l'ufo delle frutta , e
del miele, tolfero il divorarli fcambievolmente a guifee
di fiere. Si veda anche Cujacio XI. Obf. 2. dove col-
la L. pen. de don. inter vir. & uxor. con Vàrrone,
con Ovidio e con altri , nota il cojlume di celelrarfi
le nozze preffo i Romani ancora coli' acqua, e eoi
fuoct.

TAVOLA LI.
 
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