so6 TAVOLA LIV.
piedi; e quel di mezzo ha i coturni, o ftivaletti
I. c. che Mercurio era il pocillatore degli dei , come
accenna anche Luciano Deor. Di al. 24. e febbene Ome-
ro lì. a. v. 597. introduca Vulcano , che fa da mesci-
tore agli dei , Soggiunge però egli fiejfo, che quefia
azione , che egli volle jare -per conciliar Giunone con
Giove , fece ridere tutti gli dei nel vedere un zeppo
far quel che folea farfi da' più belli , e graziofi gio-
vanetti . 'Potrebbe anche, e forfè con più naturalezza,
creder/ì , che Jimili Jlatuette fervivano per ornar le
Jlanze de' tricjjnii , e le fieffe menfe vinarie, 0 fieno
i ripefli, dove fi fituava il vafellame , e i vini per le
cene ( dette abaci, menfae delphicae, 0 delphinides:
Ji veda lo Stukio de Conviv. IL 16. ) sulle quali in
qualche triclinio antico fi ojjèrvano anche con delle ma-
schere , e quejìo forfè per motivo di religione in onore di
Bacco , a cui fi riferivano parimente i vafi fatti a for-
ma di corna , e Con tefle di capri , 0 di fimi li animali,
perchè quefli erano fiacri a Bacco , e Bacco fi fervi
delle corna degli animali per b icchieri . Ne fembrò
inverifimile il penfiero che per lafieffa ragione fi dif-
fero dagli Efefii TUopoi, tori , i ragazzi pocillatori,
come avverte Efichio,ed Ateneo X.7. p. 425.Comun-
que fia i è certo, che gli antichi metteano sulle menfe
fìatuelte di dei: Arnobio II. 74. Sacras facitis menfas
falinorum appolitu & fimulacris deorum : e Stanzio IV.
Sii. VI. 32. lodando V Ercole epitrapezio ( così detto,
perchè metteafi sulla menfa ) di Vindice, dice :
. . caftae genius tutelaque menfae.
fi veda anche Marziale IX. Epigr. 44. e 4^. che
parla della Jìejfa jlatuetta d' Ercole , che tenea in una
mano la clava , e nelV altra la tazza. . Anche Petro-
nio cap.60. dice: inter haec tres pueri candidas fuc-
cinóti tunicas intraverunt : quorum duo lares bulla-
tos fuper menfam pofuerunt , unus pateram vini
circumferens, Dii profitti, clamabat. Su quejlo cojìu-
me di porre sulla menfa le fatue degli dei fi veda il
Cupero Obferv. II. 3. Finita la prima tavola fi por-
tavano i vini colle frutta , e fi faceano i faluti
e i brindifi : il primo era in onore del buon Genio,
0 fia di Bacco ( fi veda il Nicolai de Ritu Bacch.
cap. 5. ) , e poi fi bevea ad onore di altri 0 dei , 0
uomini , che fi volevano onorar come numi , e Genii
tutelari, e protettori: Orazio IV. Od. 5. parlando ad
jlugufìo dice:
Hinc ad vina redit laetus, & alterìs
Te mevfis adhibet deum;
Te multa prece, te profequitur mero
Defufo pateris:
eh ve T antico Comentatore fcrive : Antiquorum con-
(uetudo talis fuit , ut fublata prima menfa ponere-
tur fecunda , atque in ea impofitis pomis , infufoque
in pateras mero libaretur diis . Così anche Virgilio
dopo aver detto Aen. I. 723.
Poftquam prima quies epulis, menfaeque remotae,
Crateras magnos ftatuunt, ac vina coronant t
dice v. 730.
... Tum faóta filentia te&is:
e fiegue la preghiera, e V invocazione degli dei :
Adfis laetitiae Bacchus dator , & bona Juno:
dove Servio nota : apud Romanos caena edita, fubla-
tifque menfis primis filentium fieri folebat , quoad
ea , quae de caena libata fuerant, ad focum ferren-
tur, & igni darentur , ac puer deos propitios nun-
cialTet, ut diis honos haberetur, tacendo: quae res
cum interceflit inter caenandum, Graeci quoque 9èw
na^dGi'av dicunt : le quali ultime parole par , che non
fiano fiate ben capite riè dal Cupero l.c. nè dal Vale-
fiìo ad Ammiano Marcellino XVI. 8. p. 124. non volendo
dir altro Servio , fé non che , quando accadea , che
mentre cenavafì, r.effuno parlava , diceafi lon prefenti
gli dei, perchè fi Iacea joltanto , quando compariva la
feconda menfa, e s'intimava il filenzio per la preghie-
ra agli dei propizi i . Da tutto ciò, che fi è detto,
potrebbe fofpettarfi , che i-.fieme colle feconde menfe tra
le frutta, e i vini veniffero anche le jlatuette ^«'Po-
cillatori , e per religione, e per ornamento ; come an-
che oggi fi ufa nel portare il defTert guarnito di picr
cole Jlatuette . Del reflo può vederfi anche il Pafj'eri
de Genio domefìico nel Tomo 111. del Mufeo Ltru-
feo , il quale foftiene , che tutte sì fatte fatue dette
dagli antiquarii Pocillatori , altro non fifero , che
Genii domefìici ; e riprer.de Petronio , come poco efat-
to dell'aver confifi i Lari, i quali eran propri 1 della
cucina, col Genio, ch'era proprio della menfa: dicen-
do Filargirio a Virgilio Ecl. IV. Genio vitae prae-
fidi menfam antiquitus facratam; ex quo factum eft,
ut peculiari epitbeto caena genialis vocata lìL. Ma
è da avvertirfi ivi la caricatura dì Petronio, che fa
portare sulla tavola V immagine fiefja di Trimalchione
prefa dal larario , per obbligare i fuoi convitati a
venerarlo, come un genio tutelare; dovendo anche ivi
notarfi il cojìume di baciarfi le flatuette degli dei,
0 lari , 0 genii , che fi portavano alla tavola : come
foggìunge ivi Petronio : Nos edam veram imaginem
Trimalchionis , quum jam omnes bafiarent, erubui-
mus praeterire; fi veda ivi lo Scheffero , egli altri
Comentatori. Nè è da tacerfi, che in un marmo preffo
Boi fard To. IV. p. 68. e prejjo il Gruferò p. CVL>
vedono due Pocillatori, coli' ifcrizione : Larib. Augult.
TAVOLA LV.
piedi; e quel di mezzo ha i coturni, o ftivaletti
I. c. che Mercurio era il pocillatore degli dei , come
accenna anche Luciano Deor. Di al. 24. e febbene Ome-
ro lì. a. v. 597. introduca Vulcano , che fa da mesci-
tore agli dei , Soggiunge però egli fiejfo, che quefia
azione , che egli volle jare -per conciliar Giunone con
Giove , fece ridere tutti gli dei nel vedere un zeppo
far quel che folea farfi da' più belli , e graziofi gio-
vanetti . 'Potrebbe anche, e forfè con più naturalezza,
creder/ì , che Jimili Jlatuette fervivano per ornar le
Jlanze de' tricjjnii , e le fieffe menfe vinarie, 0 fieno
i ripefli, dove fi fituava il vafellame , e i vini per le
cene ( dette abaci, menfae delphicae, 0 delphinides:
Ji veda lo Stukio de Conviv. IL 16. ) sulle quali in
qualche triclinio antico fi ojjèrvano anche con delle ma-
schere , e quejìo forfè per motivo di religione in onore di
Bacco , a cui fi riferivano parimente i vafi fatti a for-
ma di corna , e Con tefle di capri , 0 di fimi li animali,
perchè quefli erano fiacri a Bacco , e Bacco fi fervi
delle corna degli animali per b icchieri . Ne fembrò
inverifimile il penfiero che per lafieffa ragione fi dif-
fero dagli Efefii TUopoi, tori , i ragazzi pocillatori,
come avverte Efichio,ed Ateneo X.7. p. 425.Comun-
que fia i è certo, che gli antichi metteano sulle menfe
fìatuelte di dei: Arnobio II. 74. Sacras facitis menfas
falinorum appolitu & fimulacris deorum : e Stanzio IV.
Sii. VI. 32. lodando V Ercole epitrapezio ( così detto,
perchè metteafi sulla menfa ) di Vindice, dice :
. . caftae genius tutelaque menfae.
fi veda anche Marziale IX. Epigr. 44. e 4^. che
parla della Jìejfa jlatuetta d' Ercole , che tenea in una
mano la clava , e nelV altra la tazza. . Anche Petro-
nio cap.60. dice: inter haec tres pueri candidas fuc-
cinóti tunicas intraverunt : quorum duo lares bulla-
tos fuper menfam pofuerunt , unus pateram vini
circumferens, Dii profitti, clamabat. Su quejlo cojìu-
me di porre sulla menfa le fatue degli dei fi veda il
Cupero Obferv. II. 3. Finita la prima tavola fi por-
tavano i vini colle frutta , e fi faceano i faluti
e i brindifi : il primo era in onore del buon Genio,
0 fia di Bacco ( fi veda il Nicolai de Ritu Bacch.
cap. 5. ) , e poi fi bevea ad onore di altri 0 dei , 0
uomini , che fi volevano onorar come numi , e Genii
tutelari, e protettori: Orazio IV. Od. 5. parlando ad
jlugufìo dice:
Hinc ad vina redit laetus, & alterìs
Te mevfis adhibet deum;
Te multa prece, te profequitur mero
Defufo pateris:
eh ve T antico Comentatore fcrive : Antiquorum con-
(uetudo talis fuit , ut fublata prima menfa ponere-
tur fecunda , atque in ea impofitis pomis , infufoque
in pateras mero libaretur diis . Così anche Virgilio
dopo aver detto Aen. I. 723.
Poftquam prima quies epulis, menfaeque remotae,
Crateras magnos ftatuunt, ac vina coronant t
dice v. 730.
... Tum faóta filentia te&is:
e fiegue la preghiera, e V invocazione degli dei :
Adfis laetitiae Bacchus dator , & bona Juno:
dove Servio nota : apud Romanos caena edita, fubla-
tifque menfis primis filentium fieri folebat , quoad
ea , quae de caena libata fuerant, ad focum ferren-
tur, & igni darentur , ac puer deos propitios nun-
cialTet, ut diis honos haberetur, tacendo: quae res
cum interceflit inter caenandum, Graeci quoque 9èw
na^dGi'av dicunt : le quali ultime parole par , che non
fiano fiate ben capite riè dal Cupero l.c. nè dal Vale-
fiìo ad Ammiano Marcellino XVI. 8. p. 124. non volendo
dir altro Servio , fé non che , quando accadea , che
mentre cenavafì, r.effuno parlava , diceafi lon prefenti
gli dei, perchè fi Iacea joltanto , quando compariva la
feconda menfa, e s'intimava il filenzio per la preghie-
ra agli dei propizi i . Da tutto ciò, che fi è detto,
potrebbe fofpettarfi , che i-.fieme colle feconde menfe tra
le frutta, e i vini veniffero anche le jlatuette ^«'Po-
cillatori , e per religione, e per ornamento ; come an-
che oggi fi ufa nel portare il defTert guarnito di picr
cole Jlatuette . Del reflo può vederfi anche il Pafj'eri
de Genio domefìico nel Tomo 111. del Mufeo Ltru-
feo , il quale foftiene , che tutte sì fatte fatue dette
dagli antiquarii Pocillatori , altro non fifero , che
Genii domefìici ; e riprer.de Petronio , come poco efat-
to dell'aver confifi i Lari, i quali eran propri 1 della
cucina, col Genio, ch'era proprio della menfa: dicen-
do Filargirio a Virgilio Ecl. IV. Genio vitae prae-
fidi menfam antiquitus facratam; ex quo factum eft,
ut peculiari epitbeto caena genialis vocata lìL. Ma
è da avvertirfi ivi la caricatura dì Petronio, che fa
portare sulla tavola V immagine fiefja di Trimalchione
prefa dal larario , per obbligare i fuoi convitati a
venerarlo, come un genio tutelare; dovendo anche ivi
notarfi il cojìume di baciarfi le flatuette degli dei,
0 lari , 0 genii , che fi portavano alla tavola : come
foggìunge ivi Petronio : Nos edam veram imaginem
Trimalchionis , quum jam omnes bafiarent, erubui-
mus praeterire; fi veda ivi lo Scheffero , egli altri
Comentatori. Nè è da tacerfi, che in un marmo preffo
Boi fard To. IV. p. 68. e prejjo il Gruferò p. CVL>
vedono due Pocillatori, coli' ifcrizione : Larib. Augult.
TAVOLA LV.