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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 6): Statue — Neapel, 1771 [Cicognara, 2645-7]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.3710#0357
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341

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TAVOLA LXXXVI.

E L giovanetto, di ottimo lavoro, incifo
in due vedute W , colle ali, con pel-
le a traverfo , con folta chioma , colla
perfea i o fimile ornamento in tefta M ,
coli1 i/tdice della defira preffo alla boc-
ca (3) , e col finiftro braccio appoggiato
a una clava > su cui fi vede un uccel-
lo M, chiaramente fi riconofce un Arpocrate *

(1) F« /ro-ja/o z'« Refina a' 18. FeUrdrò 174?*.

co//a baie ,

(2) (Sa tutti quefìi dipintivi, che convengono ad
Arpocrate , fi vedano le note della Tavola feguente.

(3) E'Così proprio di Arpocrate quello contraffìgno,
che balta fenza altro diftintivo a farlo ricotiofcere;
( Varrone IV. L. L. p. 17. Ovidio Met. IX. 694. Aufitìio
Ep.XXV. 5t. ) Jìccome così proprio è di quello dio il
fileitzió, che fu detto Sìgalion ( Aufonio 1. c. ) e
Catullo ( Carni. 103. ) fér efprìmeré la fua fedeltà
tiel mantenere il fegreto ■ dice :

Si quicquam tacite commirTurrì eft fido ab amicò,

Cujtis fit penit'js nota fides animi j
Me'iue effe invehies illorum juire facratum,
Corneli }& fa&um me erte puta HarpOcratérh;
dovè Scalcerò offerva , chi latrati previamente di->
'anjt gl'iniziati ni mi/iérf ,Hsi quali fi giuravi, è fi
cffériiavd il più rigorrfo fegreto ; e forfè per ricordare
'■0 q-'.ejo fegreto ne' fiacri mifleri , me.'teajì da*

gli Egizzii in tutti i tempii una ftaiuà col dito al-
la bocca ( 8. Agojlino C. D. XVIII. 5. ), che da prin-
cipio forfè non fu , che un fimbolo i è poi divenne u'A
dio ( Cupero Harp. pi 1561 ) .

(4) Nella flatuetta dello Smezio illufirata dal Cu-
pero fieli' Arpocrate , fi vede anche un uccello > eh1'egli
credè un* oca , facra fpecialmente ad Ifide , come fi
ha da Erodoto ( IL 45.) da Paufanid(X. $±.)daAri-
fiide (Serm.Sac. III. p. 585. )e che fembra thè convenffi
a tutti gli dei t dicendo Art émi doro (IV' te poi ò; Ot
<XWeg mi tV vxotg dik&tfsQÓfleto!, le oche facre , che fi
raggiravano ne' tempii. Oltré all' oca fi vede ancht
a' piedi dell' Arpocrate del Cupero un altro uccello ,
che egli per la picciolezza non sa determinate > fe
fìa un' Aquila , un Corvo s 0 uno Sparviere * tutti
uccelli fiacri fpecialménte al Sole, non diverfo da Ar-
pocrate, donìe lo fieffb Cupero va dimofirando ( Harpoc.
pt 69. 74.) .

TAVOLA LXXXVII.
 
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