TAVOLA XVII.
E due donne di qucfli due pezzi d'in-
tonaco , tutti due in campo rojfo,
rapprefentano Pficbe & ài noto diftintivo
delle ^ di farfalla del color naturale.
La prima tiene colla deftra un ferto di
fiori, e colla finzftra un $#£Ì/<? con delle
frutta, e la che svolazza, è verde,
V abito è bianco : La feconda , che tiene parimente un
Tom.V.Pit, M ferto
(1) Furono trovati in Civita.
(2) È" noto, e fi è già avvertito mi Tom. IIL delle
Pitture Tav. 49' » c^e la farfalla era il fimbolo dell'
anima , rapprefentata nella figura di Pliche , moglie
di dimore ; le avventure della quale fon defcritté da
Apulejo, e lo erano fiate anche da Aristofane ,0 Ari-
fiofonte Ateniefe, come riferifce Fulgenzio ( Myt. III.6.) :
e molte fono le gemme , e i baffi rilievi , che rappre-
fentano Pficbe con diverfi {imboli , anzi in due bel-
liffìmi gruppi fimili del Mufeo Capitolino ( To. IH.
Tav. 22. ) e del Fiorentino ( Tom. III. Tav. 43. )
fi vedono Amore ,c Pfiche in atto di bdciarfi• Quan-
to può dirfi , tutto è fiato già raccolto, e fpiegato dal
dottifiimo Editore del Mufeo Capitolino, dopo il Buo-
narroti , il quale illuflrando anche egli un vetro anti-
co ( Vetri Tav. XXVIII. n. 3. ) in cui fi vede an-
ele Pfiche con Amore, offerva, che effendo i marmi,
c le gemme , che rapprefentano Pfiche ( e fpecialmente
il gruppo del Mufeo Fiorentino , che egli crede de'
tempi migliori della fcultura greca ) di un lavoro per-
fetti/fimo , e che mofirano un' antichità affai più ri-
mota di Apulejo , all'incontro gli autori prima di
quefio non ne parlano ; onde egli con molta verifimi-
glìanza fofpetta . che la favola di Pfiche fife pre-
fa dagli occulti mi/ieri di Amora ( rammentati d®
Plutarco , e da Paufanìa ) , de' quali gli antichi
finitori per la folita fcrupolofa fupefiizione non
ardivano propalare il ficreto , febbene gli artefici ne
efpriméffèro le immagini. Sembra però , che il Buo-
narroti non abbia ragion di credere Arifiofonte pofle-
riore ad Apulejo ; potendo anzi ben dirfi, che fi a lo
Jlefio Arifiofonte che vien citato da Ateneo ( XII.
p. 552. ) da Laerzio ( VIII. 38. ) da Polluce (IX.
70< ) è da 'altri, whè antichifiimo poeta Comico > che
deri-
E due donne di qucfli due pezzi d'in-
tonaco , tutti due in campo rojfo,
rapprefentano Pficbe & ài noto diftintivo
delle ^ di farfalla del color naturale.
La prima tiene colla deftra un ferto di
fiori, e colla finzftra un $#£Ì/<? con delle
frutta, e la che svolazza, è verde,
V abito è bianco : La feconda , che tiene parimente un
Tom.V.Pit, M ferto
(1) Furono trovati in Civita.
(2) È" noto, e fi è già avvertito mi Tom. IIL delle
Pitture Tav. 49' » c^e la farfalla era il fimbolo dell'
anima , rapprefentata nella figura di Pliche , moglie
di dimore ; le avventure della quale fon defcritté da
Apulejo, e lo erano fiate anche da Aristofane ,0 Ari-
fiofonte Ateniefe, come riferifce Fulgenzio ( Myt. III.6.) :
e molte fono le gemme , e i baffi rilievi , che rappre-
fentano Pficbe con diverfi {imboli , anzi in due bel-
liffìmi gruppi fimili del Mufeo Capitolino ( To. IH.
Tav. 22. ) e del Fiorentino ( Tom. III. Tav. 43. )
fi vedono Amore ,c Pfiche in atto di bdciarfi• Quan-
to può dirfi , tutto è fiato già raccolto, e fpiegato dal
dottifiimo Editore del Mufeo Capitolino, dopo il Buo-
narroti , il quale illuflrando anche egli un vetro anti-
co ( Vetri Tav. XXVIII. n. 3. ) in cui fi vede an-
ele Pfiche con Amore, offerva, che effendo i marmi,
c le gemme , che rapprefentano Pfiche ( e fpecialmente
il gruppo del Mufeo Fiorentino , che egli crede de'
tempi migliori della fcultura greca ) di un lavoro per-
fetti/fimo , e che mofirano un' antichità affai più ri-
mota di Apulejo , all'incontro gli autori prima di
quefio non ne parlano ; onde egli con molta verifimi-
glìanza fofpetta . che la favola di Pfiche fife pre-
fa dagli occulti mi/ieri di Amora ( rammentati d®
Plutarco , e da Paufanìa ) , de' quali gli antichi
finitori per la folita fcrupolofa fupefiizione non
ardivano propalare il ficreto , febbene gli artefici ne
efpriméffèro le immagini. Sembra però , che il Buo-
narroti non abbia ragion di credere Arifiofonte pofle-
riore ad Apulejo ; potendo anzi ben dirfi, che fi a lo
Jlefio Arifiofonte che vien citato da Ateneo ( XII.
p. 552. ) da Laerzio ( VIII. 38. ) da Polluce (IX.
70< ) è da 'altri, whè antichifiimo poeta Comico > che
deri-