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Febure, Michele
Teatro Della Tvrchia: Eoue si rappresentano i disordini di essa, il genio, la natura, & i costumi di quattordici nazioni che l'habitano ... ; Il Tvtto Confermato Con Esempi, e casi tragici nouamente successi — Bologna, 1683

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https://doi.org/10.11588/diglit.16240#0188

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D E L T E A T H 0
'.monibar^! ancora U tm pouertà. Li nazione Franccscne pagò 56e.' per
.csrt;i, ed e(To li reftmte, che era quali tutto ilsuo bauere . Ecco la ricora»
pcusa , che nceuette da quel ingrato TÌ£anno per pagamento » & in con-
Ati'c-utéi.n ie'iLoi (eruigj, e ri medi j. .
ARTI G O L O II.
Mite mate cwsegttf rnp , che me dcriua*odalsoncficare i Turchi.
VEoamente è pi » che vero quell'antico pronerbio-.* ingratis seruire
rcefas rda'benefici, che fi sanno ad un ingrato, ne-dertuano.il più
delle ùolre male corrifpondenze , e peggiori ricompeofe, cerne
chiaramente habb:amojmo<lr3to nell*anteced&nte articolo, merec
l'ingratitudine gcàde,che regna ne'TurchiXirefta adeflb di uedere altre pes-
lime confeguenze, le quali ne rifuluno dal benesicate fìmil forte di gente .
Primiera meo te chi fa bene a'Turchi, sàmalea seftefloj pofeiache fì sotto-
pone ali'obligo dì continuargli neirauu&nirequel sauore» che una uolta
gli lece,altrimenti segh didhiarono nemici.
Fendano le loro pretendoni sopra quella ragione, che sono tanto «ieri-
teuoliadesTo, guanto ciano allhora, che gli su dato cjuel preseate : perche
adunque (dicono ) me lo dinegano? che male ho satto?che difetto hanno of'
seruatoin me, il quale mi renda indegno di quella grazia? Che ui pare di
questi lamenti, e d'un tale diseorso: ha liauuto però tanta sorza ne'Tribu»
cali de'Giudici , che glihà satto dare laseatenza in fauore, e condannar
gli sìtri a continuare 09ni anno à pagargli ciò., che una uolta ti diedero per
xorresia , rome uedretedal seguente esempio.
] Padri Francefcani di Gerufaìemme haajendo data in dono ad un Reli-
sioio Mao mettalo una Bcretta, fenza atinertire, che quello doueffehauere
alcuna conleguenza. <^uel temerario andò l'anno feguente al Concento a
domandare, che fe gli daflseU fua beretta. Non capiuano quei Religioni
da princìpio, che cola ua!essedire,onde lo pregarono a dichiarati meglio.
Non mi delle (replico,) un anno fà unaberetta limile a quella , chehòfopra
Jatefla, per che me la volete dinegare quell'anno ? non lono forfè così ho»
«orato huomo, come ero allhora ? qual delitto hòcommefso da o,uel tempo
inquà, che meriti d'eflere priuo delmioius. Fu vn affaticarli indarno il
dirgli, che non haneuano pretefo col donargli quella beretta di obbligarli
a dargliene una ogni anno : che quefto do no era gratuito, sartoper mera
cortesia^ una limosina della natura delle altre , ohelasciaogouno nella sua
libertà di continuare,ò nò, e che però non gli doueuano eosa aku na. Tut-
te quefìe ragioni non ballarono a sarlo defistere dalle fue prerenltod ; onde
fubito se n'andò al Tribunale del Giudice a lamentarli del torto , aiceua,
che g'i veniuasatto dagli insedeli, i quali non contenti dì schero;rei aeri
credenti, legnaci dell? legge Maomettana, uokuano aricela du.egar a lui
quello, che gii era donato : echeperòeraricerso alla giuOizia perhauer-
ne ragione. Certi Religiosi Christiani, dislè > mi deuono v,vt k-retta ogni
aaaj.
 
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