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I. L’urbanistica della Roma rinascimentale1

Il centro storico di Roma differisce ancora oggi da quello di altre città italiane perché
presenta due punti focali, il Vaticano e il Campidoglio, situati fino a un secolo fa en-
trambi alla periferia dell’abitato (fig. 1.2). Il Campidoglio, sede fin dal medioevo del-
l’amministrazione civica, conservò a lungo un aspetto poco appariscente, e solo dui an-
te il XVI e il XVII secolo acquistò il suo attuale carattere di rappresentanza. Anche
prima del suo recente isolamento dal resto della città per motivi archeologici e patriot-
tici, esso non ebbe mai una funzione paragonabile a quella svolta dai centri urbani di
Venezia, Firenze, Siena o di tante città minori. Un peso maggiore lo ha sempre avuto il
Vaticano, posto all’altra estremità dell’abitato: a dimostrarlo basterebbe il confronto tra
le dimensioni delle rispettive piazze. In questa struttura bipolare di Roma si manifesta
già la singolarità della sua storia urbanistica: mentre a Venezia, Mantova o Urbino il
centro politico e quello religioso della città sono pressoché coincidenti, e mentre a
Firenze, Siena o Milano i due centri si trovano a pochi minuti di cammino 1 uno dal-
l’altro, a Roma il percorso dal Campidoglio al Vaticano richiede circa mezz ora. Tale
singolarità si accentua se si mette in conto anche un terzo punto focale, la cattedrale di
San Giovanni in Laterano, venuta a trovarsi fin dal primo Rinascimento in posizione del
tutto periferica.
L’insolita struttura di Roma, connessa con una serie di fenomeni urbanistici ano-
mali, è il risultato di uno sviluppo che ebbe inizio già molto tempo prima della parten-
za dei papi per Avignone e si stabilizzò solo dopo il loro ritorno, ossia nel primo
Rinascimento. Cercherò qui di dimostrare come la suddetta bipolarità, come pure mol-
te singolarità della Roma rinascimentale, derivino dal carattere autocratico e disconti-
nuo della politica edilizia dei papi. Limiterò il mio esame al periodo compreso tra il pon-
tificato di Niccolò V, che ebbe probabilmente come principale consigliere architettonico
Leon Battista Alberti, e quello di Pio IV, che verso il 1561 incaricò Michelangelo di rea-
lizzare la piazza del Campidoglio2.
Poco dopo la sua elezione nel 1447, Niccolò V avviò in Vaticano un vasto pro-
gramma edilizio. Si trattò di una scelta obbligata. Mentre il Laterano era isolato dalla

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