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IV.6. Baldassarre Peruzzi,
studi dall'antico (Firenze,
GDSU 700 Ar).
IV.7. Baldassarre Peruzzi,
finestra del coro di Bramante
in San Pietro, prima del
1511 (?), particolare
(Firenze, GDSU 1848 Ar).
IV.8. Baldassarre Peruzzi,
schizzi pianimetrici delle
terme di Caracalla e del
Settizonio (Firenze,
GDSU 323 Ar).


Nei suoi studi di dettaglio, Peruzzi all’inizio preferì la pura pioiezione ortogonale,
ma a partire dal 1503-04 circa conformò sempre più la propria tecnica raffigurativa a
quella parzialmente prospettica. Ciò è documentato anche da un gruppo di disegni ri-
conducibile alla cerchia dei collaboratori più stretti di quel maestro. In GDSU 2058 A
Peruzzi copiò gli alzati di tre archi di trionfo, di cui almeno uno, 1 arco di Pola, deriva
da un modello perduto di Giancristoforo Romano55 (fig. IV. 11). La scrittura umanistica
di Peruzzi appare qui ancora più incerta che in GDSU 1699 A; come sistema di misura
egli adottò il braccio mantovano. In effetti Giancristoforo aveva lavorato a Mantova
prima che Giulio II — certo su suggerimento di Bramante — lo chiamasse a Roma nel-
l’autunno 1505. Lo stesso sistema di misura ritorna in GDSU 3978 A, una pianta della
basilica di Massenzio, dove Peruzzi, al centro del foglio, commentò nella stessa incerta
scrittura umanistica le colonne colossali, ma nel margine inferiore spiegò, in una minu-
scola nettamente più matura e dunque risalente a qualche anno dopo, il sistema di mi-
surazione adottato34.
Altri fogli di Peruzzi, rilegati nel Codice Magi. ILI.429 della Biblioteca Nazionale
di Firenze, sembrano di nuovo influenzati da Bramante’1. Sui fogli 1, 14, 16 e 17r,
Peruzzi raffigurò capitelli antichi e trabeazioni in proiezione oitogonale con un esattez-
za fino a quel momento sconosciuta. Gli studi di capitelli dei fogli 14 e 17 mosti ano nel-
la metà sinistra l’alzato con 1’“intaglio” e in quella destra il profilo schematico con le
misure (fig. IV. 12). Questo doppio tipo di raffigurazione ricorda fin nei particolari il rec-
to e il verso dello studio di Bramante GDSU 6770 A per i capitelli di San Pietro .
Bramante concepì questo capitello al più tardi all’inizio del 1508, ma doveva avello pie-
parato già negli anni precedenti.
Nella scrittura di questi due fogli strettamente imparentati si può constatare un gra-
duale passaggio dalla corsiva quattrocentesca all’umanistica minuscola (fig. IV4 c-e). Così,
sul foglio 17v, il più maturo dal punto di vista grafico e il più bello dei sei disegni, il eh ,
la “1” e il “3” ricordano la scrittura precedente di Peruzzi. Sul recto dello stesso foglio 1 ab-
breviazione di palmo presenta ancora il taglio trasversale e la r continua a esseie quel-

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