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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 3): Pitture non cimiteriali — Prato, 1876

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https://doi.org/10.11588/diglit.1395#0005
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PREFAZIONE

Il volume terzo della Storia, che insieme è il
secondo dei monumenti, la Dio mercè, è compiuto;
e ragion vuole che gli si pongano innanzi poche
parole, le quali valgano ad additare il tenore delle
parti che il compongono.

Questo volume contener deve-le pitture non ci-
miteriali, cioè non destinate ad ornare le tombe
dei morti, dovunque esse si trovino, o sotto terra,
o sopra di essa. Sono adunque pitture fatte prin-
cipalmente per render onore a Dio e ai suoi Santi,
venerandoli nelle imagini che ce li rappresentano;
cosa tanto connaturale alla umana famiglia, come
dimostra il costume di tutte le nazioni : onde
non è, ne fu mai ragionevole imputarlo a delitto
alla Chiesa di Cristo, la quale è sorta condan-
nando e tuttavia condanna l'idolatria, cioè l'inde-
bito culto. Oltre a questo utilissimo fine un altro
ve n'ebbe, ed è anch'oggi tra i popoli diffusissimo,
quello cioè di ammaestrare dilettando, il che si fa
ponendo sott'occhio, come presenti, i fatti che si
sanno una volta avvenuti. La Chiesa può farlo ri-
chiamandone eziandio alla mente i sensi profetici
e dommatici, relativi all'opera della redenzione,
al governo che Iddio tiene delle sue creature, e
come provvede loro e con quai mezzi pietosi le in-
dirizza a conseguire il fine, pel quale le ha con

ineffabile amore cavate dal nulla. V'è anche me-
stieri di stornarle dal male cogli esempii della
virtù, o rappresentando loro la punizione che sof-
friranno coloro, i quali l'amore della virtù non
alletta. Finalmente le pitture mirabilmente servono
ad onesta ricreazione dell' animo : i quali fini e
tutti o in parte possono essersi proposti quei, che
secondando lo spirito della Chiesa hanno abbellito
il sacro tempio di Dio e ornata la suppellettile
tutta della cristiana società primitiva. Nel che se
vi fu qualche disapprovamento dei Santi Padri,
questo riguardò soltanto l'abuso; onde non si legge
mai che essi riprovassero l'esercizio dell'arte, ma
l'importuno, lo sconvenevole, l'insolito uso.

Tali sono le tradizioni a noi pervenute, le quali
meglio e partitamente si narrano nei dodici libri
del primo volume, dove tratto la Teorica e la
Storia dell'Arte Cristiana.

Immenso sarebbe stato il numero delle pitture
sacre, se riguardiamo a quanto ci si narra di quei
tempi: ma la cosa è per noi ridotta quasi ad una
semplice notizia; i varii casi della umanità, la
caducità degli obietti medesimi, il furore degli
iconoclasti e dei barbari ci hanno, come vedia-
mo, privati delle cristiane pitture a segno, che
 
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