Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
Volume III.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

MONUM. II.

mettendo insieme anche quelle che furono già pub-
blicate e ora son perite, abbiamo appena potuto
trovar materia da formarne un volume. Né si può
dire, che non vi sia stata solerzia nelF investigare,
o criterio nel discernere, o diligenza nel mettere
a profitto; essendo di lunga mano più agevole
trovare chi m'imputi il troppo, che chi possa con-
vincermi del poco. Né però, quando ciò scrivo,
ignoro che vi saranno di quelli, ai quali parrà scar-
sissima la mia raccolta, perché trovano, a modo
di esempio, sol quattro Madonne, dov'essi atten-
devansi a vedervi almeno quelle tante, che per
inveterata tradizione attribuisconsi a S. Luca. Ai
quali io rispondo, dichiarando quelle che ho pre-
scelte. Ma poiché é verissimo, che alìus alio plura
invenire potest, nemo omnia, ed io in questa ricerca
mi trovo essere senz'altro aiuto; accoglierò volen-
tieri chiunque saprà additare qualche particolare
monumento, che si possa dimostrare essersi da me
senza ragione omesso. Or io so, a modo di dire,
che al monte Ato, nei trenta monasteri, non v' è
una sola pittura anteriore al secolo Vili compito.

Segue ora che io dia conto dei pezzi che ho
raccolti e dell'ordine con che mi è sembrato do-
verli distribuire.

Comincio l'elenco delle Tavole dalle così dette
imagini Acheropite, cioè non fatte dall'arte, e però
non per opera d'uomo (Tav. 106). Conveniva asse-
gnar loro il primo posto, seguendo l'opinione, che
le riporta agli anni della vita pubblica di Cristo.
L'imagine di Edessa, ora in Genova, quella della
Veronica, ora in Roma, e le due dei lenzuoli, l'uno
di Torino, l'altro di Besanzone, vi prendono luogo.
Pongo appresso l'imagine di S. Maria Maggiore,
che dir si suole di S. Luca, e tre con essa (Tav. 107),
la cui storia o è certa, o può passare per verosi-
mile. Certa è quella dell'Odegetria di Costanti-
nopoli, creduta oggi in Pera; certa è quella della
Nicopea di Venezia ; può passare per tale la dipinta
di smalto in S. Maria in Campitelli, della quale
consta che è antica, e la tradizione afferma che era
di S. Galla.

Ai primi esordii del secol V furono poste in
S. Paolo di Roma le imagini dei Papi, che occu-
pano le Tavole 108-111.

Circa il secol VI furono scritti e ornati di mi-
niature i due codici greci della Genesi, l'uno di
Vienna (Tavv. 112-12?), l'altro della Biblioteca Cot-
toniana (Tavv. 124-125). Bellissime sono le minia-
ture, che per fotografìa ho tratte dal codice viennese,
ma la loro importanza è ora grandissima per la
storia pittorica dell'Asia, dopoché ho dimostrato la
loro origine essere asiatica, Poche sono le pitture
estratte dalle pagine combuste del codice cotto-
niano, e già fatte pubbliche nel secolo scorso dal
signor Goodwin: ma io debbo esser lietissimo di
aver potuto felicemente aggiungerne due nuove e
intere, da me scoperte nelle schede parigine del
Peiresc, a cui erano state delineate e trasmesse,
prima che il codice fosse quasi per metà dalle
fiamme consumato. A questi due codici greci fo se-
guire le miniature latine inedite del codice di Mon-
tamiata, ora nella Biblioteca Laurenziana di Firenze,
le quali si credono del secol VI (Tavv. 126, 127).
Passo quindi colle Tavole i28-i4o alle miniature
del celebre codice siriaco di Zagba nella Mesopo-
tamia, gioiello della Laurenziana, il quale fu scritto
nella seconda metà del secol VI medesimo, quan-
tunque l'originale delle pitture di necessità rimonti
ad epoca anteriore. Esse sono state prese, come le
amiatine, in fotografia, e diligentemente disegnate.
Cosi perveniamo tra il fine del secolo VI e i prin-
cipi! del VII, ai tempi di S. Gregorio Magno, ai quali
si attribuisce il codice latino di Cambridge, le cui
pitture ho espresse nella Tavola i4i, servendomi
a tal uopo di una buona fotografìa. Sotto l'impero
di Giustiniano, Cosma l'indicopleusta, dopo un
lungo viaggio nelle Indie, che gli procacciò tal
soprannome, presa la cocolla in Alessandria, scrisse
un libro a scopo dommatico, nel quale, da artista
che era, pose miniature all'uopo nostro pregevo-
lissime. Il codice vaticano, dal quale prendo le mie
Tavole :42-i 5}, non conserva tutte le pitture, che
Cosma afferma nel testo di avervi introdotte, ma
è una copia assai ben fatta e non molto posteriore,

m
 
Annotationen