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PITTURE

DELLA CHIESA SOTTERRANEA DI ROMA

DEDICATA

A S. CLEMENTE PAPA

PROEMIO

L

a Basilica di S. Clemente, alle radici del monte Celio
creduta fino a pochi anni fra tutte le antiche Basiliche
cristiane la sola intatta, era solita citarsi come modello di
cristiana architettura primitiva. Oggi tutti sanno che essa
non fu costruita prima del secolo XII: e che i marmi scol-
piti, che l'adornano, sono stati levati dalla Basilica primitiva
in parte arsa, in parte coperta di ruine dall' incendio a
questa contrada messo da Roberto Guiscardo. Allora la
Basilica primitiva fu riempita di terra e di calcinacci, e
lasciate ivi le colonne al loro posto ne fu edificata un'altra
al di sopra, trasportandovi le transepta, il coro, il pulpito
e l'ambone di marmo, che Giovanni Papa, forse il II, come
opina il Roller, (Saint Clément de .Rome, Paris, 1873, p. 16),
forse l'Vili, che anche chiamasi IX, vi aveva posto, come
può senza difficoltà dedursi mettendo in confronto il mo-
nogramma W, che è scolpito più volte su questi marmi,

coi monogrammi delle monete papali. I moderni scrittori
Giovanni l'Heureux (Hagiogl. pag. 4i) e Niccolò Alemanni
(De pariet. later. pag. 8), tennero che fosse questa la cifra
di Niccolò I Papa (858-867), ma s'ingannarono. Poiché il
nome di Giovanni si trova, come ho detto, sulle monete di
Giovanni Vili (872-882) e di Giovanni IX (898-900) (Dom.
Promis, Monete dei Romani Pontefici, t. IV, 8, 10, 11)
cosi figurato, |^j, cioè Iohannis; laddove le monete di Papa
Niccolò I stampano assai diversamente il suo nome mono-
grammatico in questa forma, kj, Nicolaus.

Nella Basilica inferiore dicono che non vi ha vestigio
d'incendio. Parla nondimeno di altare abbruciato e fatto in
pezzi l'epigrafe che si legge in S. Clemente, il cui tenore
è, che Papa Pasquale II, ai 9 di giugno del 1111, duodecimo
del suo pontificato, iussit cavare sub altari quodprius com-
bustimi et confractum fuerat, et ìnvenit duas concas, imam
porphyreticam et aliam ex proconisso, in qaibiis recondita
erant sacra corpora supradictornm Sanctorum : in tertia
vero die iussit undique musivo concas et desuper altare re-
novare ad memoriam et honorem Sanctorum. Uopo è quindi
conchiudere che le parti abbruciate e rotte siano state re-
staurate da Papa Pasquale II. Ma le rovine che avevano
tutto intorno sollevato il livello del terreno, rendendo inco-
modo il celebrarvi i divini uffizii, avranno dipoi indotto
alcun altro Papa a fabbricare disopra a questa una nuova
Basilica, e ciò avvenne facilmente nel corso del secolo XII.

Nel lungo volger dei secoli, la Basilica primitiva era stata
già più volte restaurata, e può presumersi con grande ve-
rosimiglianza, che in più volte ne furono ornate le pareti
di sacre pitture : ma che nei restauri successivi, rinnovandosi
gì' intonachi, le più vetuste pitture siano quasi interamente
perite. Io non ve ne ho trovato se non due sole, che verosi-
milmente possono assegnarsi ad un'epoca alta, qual sarebbe
quella di S. Leone I papa, del quale si legge che restaurò
questa Basilica. Alcune altre pitture sembrano appartenere
ai restauri di Adriano I. D'epoca certa è il bel dipinto

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