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Glück, Heinrich [Hrsg.]; Strzygowski, Josef [Gefeierte Pers.]
Studien zur Kunst des Ostens: Josef Strzygowski zum sechzigsten Geburtstage von seinen Freunden und Schülern — Wien, Hellerau: Avalun-Verl., 1923

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https://doi.org/10.11588/diglit.61666#0132

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16 Tre di esse portavano la marca Cinna (Corpus inscriptionum latinarum XI, 2, n. 6679, 1); due quella
Pansiana (ibidem, n. 6685, 1) ed una sola altra consimile (n. 6685, 2). Un’ultima recava invece il bollo,
tuttora intedio


17Fu verificato l’inizio della banchina della finestra stessa, colla relativa spallatura destra e coll’attacco
del duplice arco che la corona. Uno squarcio, riscontrato nella parete, è forse dovuto alla estrazione
di quella banchina.
18 Nell’angolo fra tale attacco ed il lato di greco fu messo allo scoperto un piccolo pozzetto a foro
quadrato, destinato forse a smaltire le acque del lavabo, come gli analoghi sacrari di S. Apollinare
Nuovo (absidiola nord) e di S. Giovanni Evangelista: sul fondo si rinvennero infatti alcuni pezzetti di
ampolle di vetro. Le sue pareti non si immaschiano però nei muri nè del battistero nè dell’andito
esterno.
19 Π muro, munito di risega nella faccia che riguarda Γ abside principale, prosegue per piccolo tratto e
poi cessa completamente. Sui suoi ruderi fu costruita una tomba quadrata, contenete tuttora poche ossa.
20 E precisamente l’immorsatura si arresta a circa 1 metro sotto la linea del taliaacqua (del quale qui
si conservano alcuni piccoli tratti originali). Quanto, di qui in su, il muro si elevasse, non è possibile
rilevare. L’altezza ad esso attribuita nel restauro, del pari che la cornice con cui il muro fu coronato,
sono puramente ipotetici.
21Π lato nord venne infatti incavato per ricettare una tomba; la testata ovest, interrotta, fu pure modi*
ficata mediante l’aggiunta di ima sepoltura a volta, posante sopra una lastra di sasso. La Soprin*
tendenza ai Monumenti conserva i disegni di dettaglio.
22G. Gerola, L’architettura deuterobizantina cit., pag. 86.
23 Vedasi quanto è detto in C. Sangiorgi, Il battistero della basilica Ursiana, Ravenna 1900, pag. 135 segg.
24 Anche il mausoleo di Teodorico è circondato inferiormente da un secondo giro di mura, le quali
tuttavia, invece che dar luogo ad un andito continuativo, si risolvono in una serie di nicchioni esterni.
25 Da queste derivano, via via attraverso ai secoli, il S. Angelo di Perugia, ed i battisteri di Nocera dei
Pagani e di Albenga (quest’ ultimo con risoluzione analoga, ma inversa, di quella del mausoleo di
Teodorico).
26 Vedasi il rilievo di uno di essi, esistente all’esterno del lato di scrirocco, presso la R. Soprintendenza.
27 G. Gerola, La così detta casa di Drogdone a Ravenna, in “Venezia,,, I, Milano 1919, pag. 178.
28 E precisamente il muro di Drogdone (che quivi appare in buona parte rifatto di recente e che durante
i restauri fu dovuto qua e là completare) si addossa ai ruderi dell’ andito del battistero, scalvalcandone
la banchina della finestra e più sopra svoltando per appoggiarsi agli avanzi dell’arco della fìnestrina
stessa e dei soprastanti mozziconi. In altre parole, mentre in basso, sotto alla finestra, il muro di Drog*
done va a morire contro l’andito del battistero (quivi tuttora conservato), dalla finestra in su esso so*
stituisce il muro del corridoio stesso (andato anteriormente distrutto), ricostruendolo. La seconda zona
della muraglia detta di Drogdone svolta pur essa per raggiungere i ruderi del muro dell’andito; e nella
parte più alta (sopra al tettuccio dell’abside) si sovrappone ai ruderi stessi, in modo da sopraelevarli.
Finalmente la parte superiore del muro Drogdoniano (ossia la zona adorna del coronamento merlato)
in origine piegava anche essa con analogo procedimento (ma una parte del muro fu da noi trovata
mancante, ed era resa evidente soltanto dalle immorsature allo svolto; una parte fu dovuta demolire

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