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Gozzi, Niccolò Vito ¬di¬
Dialogo D'Amore Detto Antos: Secondo la mente di Platone — Venetia, 1581 [Cicognara, 1075]

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https://doi.org/10.11588/diglit.30693#0009
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DIALOGO DAMORE-

FIORE ZVZORI,

ET MARIA GONDOLA.

E lO baùejjtJaputo}che visctte leuata di letto
così per tempo, Gondolma mia dolctjfma, io
ancora mi Jarei leuata per accompagnarui, (f?
goder con voi l'aiba rugiadoja, & nuoua j poi
che tn cjuesta fiagione tanto calda, cjuel fiejco
solo fi prende, che la dolce,& foaue aurora ci sipìra ; ma poi che
Voi fila haucte voluto goderui tutto il bene, refio in haueruene
inuidia . Ai. Aìon voglio che di sì poco bene refiiate in ha-
uermi inutdia, ò mia bella, &gentil Fiore,pche alcun beneper-
settamente nonpojjo godere, ouc non vegga voi, però credetemi
per l’amorchevt porto,s'to hauejjìf iputo tanimo vofiro ejsierefta-
to ta/e , non poteua ilamane cofia pià grata riceuere d’hauerui
meco in compagnia . F. Credoui di certo, perche non fìno
punto mgannata deli'amor vofiro . eJd'd. Hor fi dell’amor
mio verjo di voi fite chiarijfima,pregputvogliate ragionarmi del-
l’Amore, come hieri mi promettejle. F. fiuello chebieri ui
promifi,non mancherb hora d’attendere cjuanto miJard pojsibile ;
perche i’ammo mio non pub riceuere maggtor contentefxa, che

A fedisi
 
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