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Inghirami, Francesco; Molini, Joseph [Oth.]
Descrizione Dell'Imp. E R. Palazzo Pitti Di Firenze — Firenze: Presso Giuseppe Molini E Comp., 1819

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https://doi.org/10.11588/diglit.72591#0100
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94.'
una serie continuata in linea progressiva. Cosi
un boschetto spartito a guisa di laberinto ri-
chiamò nel boschetto contiguo un simile spar-
timento, e quindi la simmetria, ( che vuol su-
perare ogni ostacolo ed ogni difficoltà ) non
permise che gli altri boschetti rimpetto a quelli,
si spartissero diversamente. Per la stessa ragio-
ne un viale del bosco assimila vasi all'altro viale,
come i molti più che s'incontrano a ripetute
distanze. Ciò per altro non toglie all' amante
della libera vegetante natura di che soddisfarsi
nel gran Giardino di Boboli. Fra la moltipli-
cità di simmetrici compartimenti, tra i più sfar-
zosi edifizi, tra le opere più pregevoli della
scultura e dell'idraulica, e fra la più ricercata
educazione di quei fiori, che 1' arte soltanto può
mantenere nei nostri climi, egli vi trova intatti
boschetti, prati naturali, alberi annosi, che non
sentirono mai ferita alcuna del ferro. Quivi son
pure giardini di varie specie, orti, pomarj,
aranciere , stufe , vigne , oliveti, campi, e
quanto altro si trova sparso per le nostre cam-
pagne in genere di vegetazione. L'aspetto della
Città, che dall' alture di Boboli variamente si
mostra, le colline che han base sulla bella val-
le dell' Arno, e limitano la pianura di Prato e
Pistoja, dominandovi il maestoso Monte Mo-
rello, ed in lontano le nevose montagne dell ' Al-
pi, formano dei gradati fondi ai bei quadri pit-
toreschi, non meno che spettacolosi di questo
magnifico Giardino Reale. Da tali alture so-
gliono di fatto i pittori prendere le vedute di
 
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