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TAVV. LXVII, E lxviii. 56g
dai confiai d'Etiopia, in pena di aver Laio rapito Cri-
sippo, ardendo d'infame amore per esso . »
« Finisco con riflettere , che se la favola dell' enimma in-
terpetrato da Edipo non è delle più antiche, e le due Ur-
ne Etrusche, che il rappresentano in questa azione, non
sono delle più moderne, di che n è prova lo stile e la
mancanza di quelli ornati di cui d'ordinario son cariche;
dovrem confessare, che questo genere d'antichità non
rimonti ai più vetusti tempi, come molti antiquari han-
no per certa mal intesa carità di patria immaginato '. »
Così il eh. Zannoni.
TAVOLA LXVIII.
_L i uovo motivo di compiacenza è per me l'esibire l'in-
terpetrazione di questa LXVIII Tav. tratta dal ms. dell'An-
tiquario Lanzi, dopo averne già data 1' antecedente scritta
dal suo successore Zannoni. Ma non intendo per questo
di sottrarmi alla mia consueta cura d' esporre anche rela-
tivamente a questo soggetto quanto può attendere il beni-
gno lettore dal mio benché limitato intendimento.
« Creonte occupò il regno, morto Laio, così scrive il
Lanzi. Sotto il di lui governo invase il territorio di Tebe
una Sfinge, la quale con Creonte pattuì che saria di co-
là partita ogni volta che si sciogliesse F enimma che pro-
porrebbe ; altrimenti ella ne partirebbe, né risparmierebbe
la vita di chi interrogasse. Creonte per tutta Grecia fa
bandire, che chi scioglierebbe l'enimma della Sfinge avreb-
be in moglie sua sorella Giocasta, e in retaggio il suo re-
gno di Tebe. Il che tentato da molti invano, al solo E-
Zannoni s Spieg. dell' Urna Etnisca rappresentante Edipo e la Sfinge, p. i, sg.
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TAVV. LXVII, E lxviii. 56g
dai confiai d'Etiopia, in pena di aver Laio rapito Cri-
sippo, ardendo d'infame amore per esso . »
« Finisco con riflettere , che se la favola dell' enimma in-
terpetrato da Edipo non è delle più antiche, e le due Ur-
ne Etrusche, che il rappresentano in questa azione, non
sono delle più moderne, di che n è prova lo stile e la
mancanza di quelli ornati di cui d'ordinario son cariche;
dovrem confessare, che questo genere d'antichità non
rimonti ai più vetusti tempi, come molti antiquari han-
no per certa mal intesa carità di patria immaginato '. »
Così il eh. Zannoni.
TAVOLA LXVIII.
_L i uovo motivo di compiacenza è per me l'esibire l'in-
terpetrazione di questa LXVIII Tav. tratta dal ms. dell'An-
tiquario Lanzi, dopo averne già data 1' antecedente scritta
dal suo successore Zannoni. Ma non intendo per questo
di sottrarmi alla mia consueta cura d' esporre anche rela-
tivamente a questo soggetto quanto può attendere il beni-
gno lettore dal mio benché limitato intendimento.
« Creonte occupò il regno, morto Laio, così scrive il
Lanzi. Sotto il di lui governo invase il territorio di Tebe
una Sfinge, la quale con Creonte pattuì che saria di co-
là partita ogni volta che si sciogliesse F enimma che pro-
porrebbe ; altrimenti ella ne partirebbe, né risparmierebbe
la vita di chi interrogasse. Creonte per tutta Grecia fa
bandire, che chi scioglierebbe l'enimma della Sfinge avreb-
be in moglie sua sorella Giocasta, e in retaggio il suo re-
gno di Tebe. Il che tentato da molti invano, al solo E-
Zannoni s Spieg. dell' Urna Etnisca rappresentante Edipo e la Sfinge, p. i, sg.