ne
che
m'ssità di
:lutì anche
!'rv'sseroa
lcc'*so si
6gi di fi
;li specchi
POBXO ma-
deMw fa.
I ftioco di
Cfc. Pruf.
•ttibile di
idi Sp
i, da DM
■Ili DOBM
!, le Si-
te etc.;
Ivfe, Cfe
DgJ, cap.v.
apud eum-
TAVOLA- QUARTA. 76
vale insegnar ciò che spetta alle cose divine, ed anche ini-
ziare ': verbo che viene da p<jw che vuol dir chiudere, poi-
ché ( come dichiara Eustazio ) *à« ^?t«^ cioè agli iniziati
conviene ^Ssiv tò crepa, fc*i prj sx^aìvstv « f*efnj»jvTai chiuder la boc~
caf e non manifestare quelle cose in cui sono stati iniziati
Quindi si fece MuCT«ptov mistero, termine passato anche ai
Latini con poca variazione,, mysterium. Lo che fu inteso
anche per arcano spettante a cose sacre, cioè cose arcane,
cognite a pochi, né comunicabili che agi'iniziati: così Ero-
diano a. Da queste voci venne anche mìCtix»5 fra i Greci,
e mysticus appo i Latini ; lo che, seguendo noi Marziale,
intendiamo per quello che faceasi nelle arcane e sacre ce-
rimonie degli Dei h Così Virgilio disse mistico il vaglio di
lacco, poiché questo era usato nei misteri di Bacco, non
già per vagliar civaje, al qual uso è fatto quell'arnese, ma
per figurar con esso la purgazione delle anime, mentre
vengono esse purgate per mezzo dei misteri, come il fru-
mento si purga col vaglio: interpetrazione non mia, ma di
Servio i Così ancora Clemente Alessandrino mistiche nomi-
na le ciste nel seguente periodo: oZat m *ai «?x&*<%:t pt'ì*ì**i,
cioè; Quali sono le ciste mistiche? e quindi passando egli
ad individuare i simboli che contenevano, dà a questi l'epi-
teto di cose sante uùrùv rà ayia in due luoghi del periodo
che segue al già riferito 5. In altri scrittori antichi non son
dette mistiche le ciste, ina secretorum capaces in Apule)o;
plenas tacita formidine in Valerio Fiacco, come dissi altro-
1 Vid. Pintore, in lib. de exilio,p.
607.
a Lib. 8,
3 Maritai.., lib. vi, fcpigr. Si.
4 Ad Virg. Georg., lib. 1, v. 166.
5 Gleni. Alex., in Gohort. ad Gentes.
P-
i5.
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che
m'ssità di
:lutì anche
!'rv'sseroa
lcc'*so si
6gi di fi
;li specchi
POBXO ma-
deMw fa.
I ftioco di
Cfc. Pruf.
•ttibile di
idi Sp
i, da DM
■Ili DOBM
!, le Si-
te etc.;
Ivfe, Cfe
DgJ, cap.v.
apud eum-
TAVOLA- QUARTA. 76
vale insegnar ciò che spetta alle cose divine, ed anche ini-
ziare ': verbo che viene da p<jw che vuol dir chiudere, poi-
ché ( come dichiara Eustazio ) *à« ^?t«^ cioè agli iniziati
conviene ^Ssiv tò crepa, fc*i prj sx^aìvstv « f*efnj»jvTai chiuder la boc~
caf e non manifestare quelle cose in cui sono stati iniziati
Quindi si fece MuCT«ptov mistero, termine passato anche ai
Latini con poca variazione,, mysterium. Lo che fu inteso
anche per arcano spettante a cose sacre, cioè cose arcane,
cognite a pochi, né comunicabili che agi'iniziati: così Ero-
diano a. Da queste voci venne anche mìCtix»5 fra i Greci,
e mysticus appo i Latini ; lo che, seguendo noi Marziale,
intendiamo per quello che faceasi nelle arcane e sacre ce-
rimonie degli Dei h Così Virgilio disse mistico il vaglio di
lacco, poiché questo era usato nei misteri di Bacco, non
già per vagliar civaje, al qual uso è fatto quell'arnese, ma
per figurar con esso la purgazione delle anime, mentre
vengono esse purgate per mezzo dei misteri, come il fru-
mento si purga col vaglio: interpetrazione non mia, ma di
Servio i Così ancora Clemente Alessandrino mistiche nomi-
na le ciste nel seguente periodo: oZat m *ai «?x&*<%:t pt'ì*ì**i,
cioè; Quali sono le ciste mistiche? e quindi passando egli
ad individuare i simboli che contenevano, dà a questi l'epi-
teto di cose sante uùrùv rà ayia in due luoghi del periodo
che segue al già riferito 5. In altri scrittori antichi non son
dette mistiche le ciste, ina secretorum capaces in Apule)o;
plenas tacita formidine in Valerio Fiacco, come dissi altro-
1 Vid. Pintore, in lib. de exilio,p.
607.
a Lib. 8,
3 Maritai.., lib. vi, fcpigr. Si.
4 Ad Virg. Georg., lib. 1, v. 166.
5 Gleni. Alex., in Gohort. ad Gentes.
P-
i5.
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