e tra.
,etfo che
TAVOLA SESTA»
mi
festa
egeria.
'a Min
on este-
anzi av.
genera-
mo, par
u un e-
Pubficia
in lin-
i quelle
er M
e
uitJO in
(Idi) me
figlioli
unente
ia ur-
te 3,e
si prò-
itrosca
i ili rato
,r, Tom.
]q8.
di m, né sempre lo convertono in s. Potendo pertanto es-
ser la m del nostro monumento fra queste che ritengono
il suono pari alia figura, potremo sospettare che in luogo
di suthina, come si disse, vi si debba leggere mythina . È
dunque conveniente che si esamini il significato di questa
voce resultata dalla possibilità di dover esser letta in tal
guisa, come l'abbiamo esaminata supponendo che vi si leg-
gesse suthina.
A me sembra mythina un composto da p&» chiudo, e jt»
doricamente Dio, o Divinità; se ammettesi che in mancan-
za di cognizione dell' etnisca lingua si debba cercar soccor-
so dalla greca. Ed in vero per quanto le due lingue sieno
state tra se diverse, è però probabile che gli Etruschi nel-
r accettar gran parte del culto originato in Oriente e ri-
formato in Grecia, ne ricevessero e ritenessero parimente
il frasario non alterato qua in Etruria se non per qualche
accidentale modificazione di pronunzia. Che la prima sillaba
proveniente dal verbo greco chiudere desse nome alla vo-
ce mistero, fu da me provato altrove ». Che Tina o Dina
sia la voce già usata dagli Etruschi per nominare la Divi-
nità principale sarà da me parimente provato dietro quan-
to ne scrissero i celebri antiquarj Lanzi e Visconti, allorché
la trovarono scritta in un Disco di quei eh io sono per
ammettere in questa raccolta. Credo peraltro che più na-
turalmente quel Tliìna etrusco potrebbe derivar da Ar>0£
che in greco suona mente e consiglio sostituitavi la T da-
gli Etruschi in mancanza della D che le si reputa alfi-
ne. Adotterei questa spiegazione, perchè trovo che Piato-
si Ved. p. 75.
,etfo che
TAVOLA SESTA»
mi
festa
egeria.
'a Min
on este-
anzi av.
genera-
mo, par
u un e-
Pubficia
in lin-
i quelle
er M
e
uitJO in
(Idi) me
figlioli
unente
ia ur-
te 3,e
si prò-
itrosca
i ili rato
,r, Tom.
]q8.
di m, né sempre lo convertono in s. Potendo pertanto es-
ser la m del nostro monumento fra queste che ritengono
il suono pari alia figura, potremo sospettare che in luogo
di suthina, come si disse, vi si debba leggere mythina . È
dunque conveniente che si esamini il significato di questa
voce resultata dalla possibilità di dover esser letta in tal
guisa, come l'abbiamo esaminata supponendo che vi si leg-
gesse suthina.
A me sembra mythina un composto da p&» chiudo, e jt»
doricamente Dio, o Divinità; se ammettesi che in mancan-
za di cognizione dell' etnisca lingua si debba cercar soccor-
so dalla greca. Ed in vero per quanto le due lingue sieno
state tra se diverse, è però probabile che gli Etruschi nel-
r accettar gran parte del culto originato in Oriente e ri-
formato in Grecia, ne ricevessero e ritenessero parimente
il frasario non alterato qua in Etruria se non per qualche
accidentale modificazione di pronunzia. Che la prima sillaba
proveniente dal verbo greco chiudere desse nome alla vo-
ce mistero, fu da me provato altrove ». Che Tina o Dina
sia la voce già usata dagli Etruschi per nominare la Divi-
nità principale sarà da me parimente provato dietro quan-
to ne scrissero i celebri antiquarj Lanzi e Visconti, allorché
la trovarono scritta in un Disco di quei eh io sono per
ammettere in questa raccolta. Credo peraltro che più na-
turalmente quel Tliìna etrusco potrebbe derivar da Ar>0£
che in greco suona mente e consiglio sostituitavi la T da-
gli Etruschi in mancanza della D che le si reputa alfi-
ne. Adotterei questa spiegazione, perchè trovo che Piato-
si Ved. p. 75.